le mani avanti

14:16 [emo] 13 Comments


Mi ero ripromesso, al rientro dalle ferie, di riaggiornare con costanza il blog, ma purtroppo il lavoro mi prende più tempo del previsto, oltre che una mole tale di energie psico-fisiche da farmi desiderare altre ferie dopo nemmeno una settimana.

Quindi, metto le mani avanti: aggiornerò il blog, ma non so quando e quanto spesso.
Spero comunque di trovarvi qua ogni volta.

A chiudere un (imprevisto) trittico di immagini sul progetto cui stiamo lavorando io e Gianfranco, potete vedere qua sopra un altro dei suoi bellissimi bozzetti.



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last time we saw'em...

12:47 [emo] 18 Comments


Eccoli qua, in posa per una polaroid rapinata dal blog di Gianfranco: sono i protagonisti della storia che stiamo realizzando insieme (cui ho accennato nel post precedente) e che, giorno dopo giorno, si sta delineando e approfondendo sempre meglio.

Non sono bellissimi?

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il tempo passa e io divento sempre più vecchio

14:35 [emo] 29 Comments


Il titolo di questo post è preso di peso da una battuta di Space Cowboys del grande zio Clint ed esprime perfettamente, nella sua brevità, uno dei temi portanti di un'altra storia lunga alla quale ho ripreso a lavorare di recente, dopo essere riuscito a incrociare finalmente la strada del disegnatore ideale per realizzarla.

La storia ha un titolo di lavorazione tanto banale che è pure inutile starlo a riportare, mentre è di sicuro maggior interesse la bravura di Gianfranco Giardina, ossia colui al quale spetterà il compito di visualizzare graficamente (e non solo) le vicende dei protagonisti.
Con Gianfranco lavoreremo anche a uno dei capitoli di Killer Elite 2 e fin da subito si è creato uno straordinario feeling.
Naturalmente, potete farvi un'idea della sua bravura andando a curiosare sul suo blog (recentemente segnalato su queste frequenze nell'ultimo Blog Spot).

I tempi di realizzazione saranno abbastanza lunghi, ma l'idea è quella di presentarci alla prossima Lucca con un dossier che ci piacerebbe incontrasse l'interesse di qualche editore.

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lungo post sborone

20:38 [emo] 12 Comments

L'isola del teatro ha avuto inizio e all'interno di questa la mostra didattica sul fumetto curata da Fabrizio.
Come detto nel post precedente, sono presente anche io con le tavole di sceneggiatura (e le relative pagine disegnate) che potete trovare qua sotto.


Xiola - Primo sangue, disegni di Werther Dell'Edera

TAVOLA 19

Nota: questa è, senza togliere nulla alle altre, la tavola più importante della storia, quella in cui Xiola si “autovampirizza”; il gesto che compirà la ragazza sarà dettato da delle esigenze inconsce, le stesse che l’avevano portata, quando era nel vicolo col tossico/teppista, ad avvicinarsi al sangue della ferita del tipo. Si tratta, quindi, di un momento davvero delicato da rendere sia in sceneggiatura che, soprattutto, graficamente. Quello che vorrei cercare di mettere in evidenza è come Xiola sia distratta dal fatto di vedere la tv, ma il suo corpo la richiama, quasi come sentisse salire l’eccitazione per toccarsi. Nulla di “morboso”, ma solo un gesto tanto naturale da risultare inconsapevole, che può anche avere una valenza erotica, ma assolutamente non esplicita. Le inquadrature che ho scelto, lo vedrai, sono soprattutto dei dettagli che indugeranno proprio sulla inconscia ricerca del sangue da parte del corpo e della natura di Xiola.

1 PA di Xiola che guarda la tv/lettore e si morde un labbro, in maniera naturale.

2 Vignetta/televisore. Il canale trasmette sempre il gioco a premi. Ma l’audio non c’è, come abbiamo visto nell’ultima vignetta della tavola precedente.

3 PA di Xiola con la testa piegata su un lato, che guarda (?) la tv senza audio. Una mano di Xiola scorre sulle sue gambe piegate e unite, lungo gli stinchi.

1, 2 e 3 in sequenza nella prima striscia


4 Xiola si accarezza il labbro inferiore dischiudendolo con un dito.

5 PPP del viso di Xiola, la cui espressione ora lascia intuire quanto il desiderio inconscio del sangue stia richiamando la natura della ragazza.

6 La mano di Xiola scorre sulle sue labbra, che si fermano, leggermente dischiuse, sul polso, poco sotto il pollice.

4, 5 e 6 in sequenza nella seconda striscia


7 La bocca di Xiola si inarca e lascia scoprire i denti, che affondano nel polso facendo uscire del sangue.

8 Inquadratura dall’alto, perpendicolare al letto. Xiola è ora rannicchiata in posizione fetale e sta ancora assumendo il proprio sangue dal polso (invece che ciucciarsi un pollice…).

9 PP di Xiola che passa il palmo della mano sulla bocca aperta, ma non completamente. La mano le copre quindi metà del viso. Il sangue esce dal labbro di Xiola e l’occhio visibile è perso nel vuoto.

7, 8 e 9 in sequenza nella terza striscia



Bum Bum Bang, disegni di Marco Dominici

TAVOLA 1

1 Striscia. Inquadratura ad altezza media. Esterno di una casa a un piano tipica della periferia americana. Quartiere povero-modesto. Si nota la rete metallica che chiude la porta d’ingresso (quartiere modesto, ma non sicurissimo, evidentemente). E’ un tardo pomeriggio invernale. E’ piovuto da poco. Attraverso una finestra della casa scorgiamo una sagoma per ora indistinta (è il ragazzo, che guarda fuori dalla finestra).


2 Striscia. Controcampo dall’interno della casa e, precisamente, dalla stanza in cui si trova il ragazzo, inquadrato di spalle, di quinta, sulla sinistra della vignetta. Sta guardando attraverso la finestra in posizione rigida, quasi sull’attenti. E’nudo. La camera è ordinata ed è la tipica camera del tipico ventenne. Se potessimo vederla tutta, scorgeremmo qualche poster alle pareti, i gagliardetti triangolari di qualche squadra di baseball o di football americano, la scrivania con consolle per videogiochi, mensole alle pareti con qualche libro e gadget vari, colonnina porta-cd.


3 Ravvicinata sui vestiti del ragazzo, piegati ordinatamente e adagiati con cura su una sedia vicino al letto: vediamo dei jeans e una felpa. Ai piedi della sedia, delle scarpe da ginnastica un po’ consunte, ma non logore. Appesa alla spalliera della sedia, la camicia in jeans che il ragazzo indosserà nella vignetta 5.

4 CM del ragazzo, che si sta ora infilando delle mutande, in piedi al centro della stanza.

5 Il ragazzo è ora allo specchio, si sta abbottonando la camicia in jeans. Nella vignetta inquadriamo il suo riflesso nello specchio, lui è inquadrato di quinta. Espressione neutra, di chi sta compiendo meccanicamente dei gesti quotidiani, ma che con la mente è perso nell’oltremondo di chissà quale pensiero o fantasia.



Duet and Duel, disegni di Massimo Dall'Oglio

Tavola 1

1 Striscia. Esterno notte, tetto del grattacielo. Pioggia che dio la manda.

Keira si sta allontanando, il combattimento con Gor è appena finito e la donna è convinta che il gorilla sia morto. Keira è inquadrata in PA di quinta, sulla destra della vignetta (all’estrema sinistra dovrai posizionare il balloon con la battuta da FC di Gor (almeno viene garantita la fluidità di lettura da sinistra a destra). Keira si blocca e sgrana un po’ gli occhi per la sorpresa, ma guarda verso il lettore.

GOR (da FC) Keira...

2 Falsa soggettiva di Gor. Ancora non percepiamo chiaramente che è un gorilla. Inquadratura dal basso in PA, con Keira che sfodera e punta la pistola verso Gor/il lettore. Anche se non visibile alla perfezione, Keira tiene nell’altra mano il Graal.

KEIRA Duro a morire, scimmione, eh?

3 PP largo di Gor, si tiene la spalla sanguinante, espressione sofferente.

GOR Si fa quel che si può, bambina.
GOR (legato) E poi è bello essere vivi, ci sono tante cose che non si possono fare da morti.

2 e 3 sulla stessa striscia


4 PP di Keira.

KEIRA Gor, lo sai che è finita. Non puoi fare più nulla.

5 PP di Gor che si accende un mozzicone di sigaro (hai presente quello di Hellboy?)

GOR La partita non è persa finché non è finita e persa.

4 e 5 sulla stessa striscia


6 Striscia. CM. Keira e Gor a figura intera. Per sottolineare il rapido scambio di battute, ti consiglio di fare in modo di incolonnare i balloons e di intrecciarne le pipette. Poi fai tu, ovviamente.

KEIRA Dov’era tutta questa determinazione quando andavamo a letto insieme?

GOR Ho sempre pensato fossi frigida.

KEIRA Le donne frigide non esistono, esistono soltanto scimmioni fessi.





Il Benzi: da un'illustrazione a un'ipotesi di racconto a un fumetto. Illustrazione di Duccio Boscoli


Il Benzi tirava tardi sul molo come tutte le sere. Ormai la gente di Valdimacchio c'aveva fatto l'abitudine e sapeva che - con la nebbia o col sole - il Benzi sarebbe stato lì. Alle nove in punto di sera. Ogni giorno.
Tutti sapevano chi era il Benzi, anche le persone più anziane, ma nessuno poteva dire di conoscerlo. Il Benzi era una persona schiva e taciturna, sola, che appariva e scompariva come la nebbia del mattino: in un attimo.
I bambini di Valdimacchio lo prendevano spesso in giro per quel suo sorriso teschioso, che gli disegnava sul volto una faccia da clown triste e allucinato. E, come se non bastasse, ne imitavano la camminata vagamente claudicante, con la gamba sinistra quasi trascinata e il tronco paradossalmente eretto, da nobile d’altri tempi.
I vecchi del paese, seduti sulle panchine del vecchio molo, spesso raccontavano di quando il Benzi venne ferito, sul finire della guerra, pochi anni prima. Insieme ad altri ragazzi stava cercando di tendere un’imboscata a un convoglio di Tedeschi che si ritiravano verso il nord mentre gli Americani e gli alleati spingevano da sud.
Avevano preparato la rudimentale mina e l’avevano sotterrata sulla strada che il convoglio avrebbe dovuto attraversare da lì a poche ore.
Il Benzi e gli altri rimasero in attesa per qualche ora dietro gli alberi che costeggiavano la strada e quando arrivò il convoglio si strinse a tutti lo stomaco. Attendevano che il primo camion passasse sulla mina e si prepararono allo scoppio, ma non successe nulla.
Così come non successe niente al passaggio degli altri camion.
Una volta che il convoglio fu ben lontano, sorpresi e delusi il Benzi e i suoi amici si avvicinarono alla mina. Quando sentirono il clicchettio dell’innesto sbloccarsi, capirono che la mina era troppo rudimentale e che stava per scoppiare.
E scoppiò.
Gli amici del Benzi morirono tutti, mentre lui riuscì a salvarsi, ma la gamba non potè più funzionare come prima e sul volto gli si disegnò una faccia da clown triste e allucinato con un sorriso teschioso.

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