Rusty Dogs: terzo episodio on line.

22:47 [emo] 0 Comments

Ed eccoci arrivati a completare il trittico iniziale di storie di Rusty Dogs.
Ai disegni potete trovare Claudio Stassi, basta che clicchiate QUI.

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Fumettinfestival! con Massimo Dall'Oglio e Dany & Dany

09:37 [emo] 6 Comments


Sabato 19 dicembre torna a Sassari il Fumettinfestival!

Presso la Libreria Azuni, alle 17.00, Massimo Dall'Oglio e Dany&Dany presenteranno - rispettivamente - L'era dei Titani e Vampiri.

L'era dei Titani, scritto da Adriano Barone e pubblicato da Edizioni BD, è un fumetto che si inserisce nella tradizione tutta nipponica delle avventure robotiche, con più di un elemento di reinterpretazione che regala all'opera un gusto particolarmente nuovo.

Vampiri, invece, è un'antologia gotica pubblicata da Absoluteblack e Dany& Dany sono presenti con Corpus et sanguis, side-story di Daimones, di cui presto uscirà un nuovo volume - Daimones - Ex Tenebris - pubblicato da Edizioni BD.

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Rusty Dogs: secondo episodio

08:49 [emo] 0 Comments

E a 'sto giro tocca a Werther disegnare una mia storia. La trovate qua.

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Rusty Dogs: prima storia

23:15 [emo] 4 Comments


La trovate
qui.
Ai disegni,
Andrea Del Campo.

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Dailan Dog

10:26 [emo] 30 Comments


Appena successo in libreria. Due clienti sui 20 anni. Cliente A e Cliente B.

Cliente A - Cazzo, ce ne sono molti [di fumetti, ndr] che non ho mai visto...

Cliente B - Ad esempio?

Cliente A - Questo... Dailan Dog.
Cliente B - Bello. E' figo. Lo leggo sempre.

Cliente A - Ma di che parla?

Cliente B - E' un assassino.

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imperdibile

15:33 [emo] 14 Comments

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ed è subito (finita) Lucca

16:24 [emo] 15 Comments


Le considerazioni post-fiera si devono fare a caldo, non bisogna cincischiare per giorni altrimenti tutto diventa finto e poco di stomaco, artefatto e non restituito al meglio sulla reale onda emotiva di ciò che si è vissuto durante la manifestazione.

Lucca non fa eccezione, tutt'altro.
A differenza degli ultimi tre anni (uno, due e tre), in cui al rientro mi sono concentrato solo sugli aspetti positivi, a 'sto giro preferisco sottolineare l'aspetto più nauseante della fiera.

Lucca è il Capodanno fumettistico e, da qualche anno, riveste pure il ruolo di Carnevale: i cosplayers sono ormai i veri protagonisti della quattro-giorni lucchese e a un vecchio e ottuso babbione come il sottoscritto la cosa suscita solo i pensieri più violenti o - ad andar bene - intolleranti: i miei sogni più rosei li vedono partecipare a contest organizzati esclusivamente per loro con conseguente interdizione all'ingresso a qualsivoglia fiera, almeno per evitare il riproporsi dell'increscioso spettacolo offerto da cosplayers come quelli ritratti nella foto qua sopra.

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(soc)chiuso per Lucca

19:19 [emo] 2 Comments



Domani parto per Lucca.
Per la prima volta farò tutti e quattro i giorni di fiera, quindi spero di riuscire a incontrare tutte le persone che vorrei (ri)vedere.

Sarò prevalentemente in giro, ma farò capo spesso allo stand degli amici della Double Shot (almeno finchè non si rompono le palle e mi cacciano).


Per chi non sarà a Lucca, spero che questo possa essere un buon palliativo.
Altrimenti mi permetto di suggerire qualche soluzione alternativa come guardare questo (appena uscito a noleggio), leggere questo (sì, lo so che è uscito da anni), questo (appena uscito in economica) o ascoltare questo (e sì, so che anche questo è uscito da un bel po').


Ci si ribecca da lunedì prossimo.

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Rino Gaetano, quello vero

11:47 [emo] 2 Comments



Vi prego, chi può - i
n qualsiasi modo, lecito o meno - impedisca a Giusy Ferreri di rovinare questa canzone.

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Rusty Dogs

20:17 [emo] 6 Comments


Tempo fa avevo iniziato a cazzeggiare con qualche post sibillino riguardo questo progetto che, ora, parte invece ufficialmente col suo bel blog.

Cos'è Rusty Dogs? Basta leggere qua.

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sempre la stessa faccia, anche su faccialibro

15:45 [emo] 0 Comments

Emiliano Longobardi

Crea il tuo badge

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conferenza maradoniana: il video

13:36 [emo] 3 Comments



Diego in tutto il suo splendore.

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conferenza eisneriana: il video

10:05 [emo] 0 Comments

Ricordate questo?
Ecco com'è andata:

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un buon motivo per aggiornare il blog

15:13 [emo] 4 Comments



La salivazione è così alta che rischio di annegare...

The expendables: Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Mickey Rourke, Dolph Lundgren, Eric Roberts e con camei anche di Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger e Danny Trejo.


Non c'è veramente nient'altro da aggiungere.

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immagini di due cose belle

12:38 [emo] 5 Comments



Brutta cosa non avere il tempo di spendere qualche parola su un e un ottimo quotidiano e un ottimo libro.

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conferenza eisneriana

10:11 [emo] 0 Comments




Da afNews:

Oggi pomeriggio (venerdì 18 settembre 2009) alle 18:00 Andrea Plazzi e Gianfranco Goria intratterranno i visitatori della FNAC di Torino (via Roma) parlando della trilogia di Will Eisner, Contratto con Dio, edita da Fandango. Il video che potete vedere qui è una sorta di "promo" dell'incontro, organizzato dall'Anonima Fumetti, e verrà proiettato prima dell'incontro stesso. Parte con un saluto di Will Eisner (che precedeva una intervista), registrato da Anonima Fumetti alcuni anni fa (in occasione del convegno internazionale Fumettopolis) e prosegue con diverse immagini e la sigla della serie TV The Spirit.

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varie ed eventuali, con poco tempo a disposizione

08:42 [emo] 2 Comments


Mi piace Kevin Macdonald. Mi è piaciuto L'ultimo re di Scozia, m'è piaciuto il documentario Il nemico del mio nemico e m'è piaciuto molto anche questo State of play.
Macdonald non ha paura di affrontare l'intuibile perchè si fa forte di una sceneggiatura che garantisce la giusta suspense e delle buone sorprese, non ha paura ad avere nel cast la faccia da triglia lessa di Ben Affleck perchè sa che può contare sui rotoli di ciccia e la buona lena di Russell Crowe. Non dipende da lui, ma vedere oggi, in Italia, un film del genere, non può non strappare qualche risata o scatenare qualche fiotto di bile.



Leggo Pulp libri #81 e la recensione su Il gusto del cloro mi rimane impressa per due passi in particolare:

- "(...) Leggendolo, però, ho ripensato alla pulizia dei disegni di Moebius - alla sensazione di semplicità che mi hanno trasmesso le prime volte in cui li ho avuti tra le mani - a quell'impressione quasi di ovvietà che è il risultato di un estremo lavoro di sottrazione e di sintesi e che risponde a un bisogno di chiarezza che ha a che fare con la concentrazione o, volendo, con il misticismo."

La pulizia dei disegni di Moebius. Bastien Vivès. Come dire: sono entrambi francesi, avranno per forza qualche punto di contatto.

- "Con Il gusto del cloro Bastien Vivès ha vinto numeriosi premi; ora in Francia le sue pubblicazioni si susseguono, e devo dire che le aspetto con curiosità.".

Finalmente qualcuno che dice ciò che c'è da dire e che non si tiene nulla.
La recensione è firmata da Caterina Grimaldi.



Pubblicato in Italia da Free Books in coda al volume Tag, questo 10 di Keith Giffen e Andy Kuhn è un giochetto di poche pretese che strappa qualche sorriso e diverte per un congruo numero di pagine. Una in più e sarebbe scattata la fase orchitica. Bei disegni.

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Alan Moore legge Watchmen

11:27 [emo] 4 Comments



Senza parole aggiunte.

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cose da aspettare

12:10 [emo] 8 Comments

Ecco un fumetto che aspetto con estrema impazienza: Coeur de papier, di Bruno Enna e Giovanni Rigano.

Se volete saperne qualcosa di più, fate un salto QUI.

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la libreria su faccialibro

18:51 [emo] 2 Comments


Un po' di sano spam: da oggi la mia libreria sta su Facebook, precisamente qui.

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un uomo giusto, un brav'uomo

15:49 [emo] 0 Comments



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Buoni motivi per non incazzarsi per la fine delle ferie

12:55 [emo] 1 Comments

Incazzati e ringhianti per la fine delle ferie?
Non abbattetevi più del dovuto, perchè basta sapersi godere ciò che la città può offrire anche in questo periodo.

Ad esempio, per chi è di Roma, Illustrarama, collettiva di otto illustratori che l'inesauribile Davide De Cubellis ha organizzato nel contesto di Frammenti.

Per tutte le info del caso, potete/dovete fare un salto QUI.

Agli altri, come me, non resta che continuare a rosicare per la fine delle ferie e - ora - anche per non poter andare alla mostra.


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demasiado corazon

11:28 [emo] 2 Comments



Ciao, Willy!

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Ipse dixit 1 - Neffa

15:30 [emo] 10 Comments


"[...] una delle cose più drammatiche fu quando mi fecero entrare nella chat di Top Girl e fui insultato da una folla di ragazzine. Piccole mangiatrici di merendine che mi dicevano "devi morire". In quel momento capii la portata di quell'ondata d'odio nei miei confronti."

Neffa, intervistato su XL.

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facce criminali

10:19 [emo] 14 Comments

Metti che vuoi caratterizzare un cattivo.
Metti che c'è qualcuno che ne ha già visualizzati a pacchi con un approccio lombrosiano che ha del commovente.




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Intervallo

13:15 [emo] 7 Comments


Sabato Milano, domenica Bergamo, lunedì torno.

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ancora Mega (tutto nuovo)

10:10 [emo] 4 Comments


Mega, il catalogo di Alastor, si rinnova e dopo qualche tempo torno a scrivere per la rubrica Parola di libraio.

Come già la scorsa volta, ora che il catalogo è uscito riporto sotto il pezzo.



Il vestito nuovo della cosa in crisi.


Accingendomi a scrivere queste righe per la nuova incarnazione di Mega (che ancora – ovviamente – non conosco, ma che spero faccia la sua bella figura), ho pensato di rileggere il mio primo intervento, ormai vecchio di quasi 3 anni e risalente al numero 113 della rivista-catalogo.


Devo ammettere che ho faticato non poco a ricacciare in fondo la tentazione di copiare e incollare lo stesso pezzo e riutilizzarlo così anche in questa occasione: in tre anni la situazione mi pare praticamente la stessa di allora.

Un esempio su tutti:


“(…) Mai come nell’ultimo quinquennio gli scaffali delle librerie hanno mostrato la gigantesca quantità di proposte, tanto che il timore potrebbe essere quello che il numero effettivo dei lettori di fumetti sia inferiore a quello di chi i fumetti li pubblica, gli editori.

Eppure non passa momento della giornata in cui non si senta o non si legga la parola “crisi”.

''Non si vende più come 4/5 anni fa'' è uno degli slogan più ricorrenti... ma esattamente 4/5 anni fa si sentivano frasi come “non si vende più come 4/5 anni fa. (…)”


Fa un certo effetto appurare che – sotto questo punto di vista – nulla è cambiato. Basta leggere interviste e commenti pubblici tra conferenze, siti, forum e blog per intuire la presenza di un filo conduttore: non si vendono più fumetti come prima.


E allora gli Editori che fanno? Cercano di cambiare aria, cercano di entrare con sempre maggior convinzione nel settore delle librerie di varia, appoggiandosi a diverse realtà distributive da quelle di riferimento per le fumetterie e con la speranza di intercettare un pubblico nuovo.

Quel pubblico cui – però - non si vendono più fumetti.


No.


I fumetti pare abbiano fatto il loro tempo e ora è venuto il momento di vendere a questi lettori che non hanno mai letto fumetti un prodotto tutto nuovo: le graphic novel.


Pare siano dei prodotti editoriali normalmente brossurati o cartonati (a volte con sovracoperte) che contengono delle storie autoconclusive raccontate attraverso parole e disegni (a loro volta a colori, in certi casi, o in bianco e nero, in altri).

Capita che le graphic novel vengano definite anche letteratura disegnata o romanzi grafici, e mi è capitato qualche caso in cui ho letto l’espressione “libri a fumetti”.


Ma si trattava sicuramente di spiacevoli refusi.

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varie ed eventuali

10:04 [emo] 4 Comments



Ieri sono stato per la prima volta a un concerto di
Ivano Fossati, autore che conosco pochissimo e che per quel pochissimo ho sempre però apprezzato molto.

Dopo ieri si è reso necessario e imprescindibile recuperare l'intera discografia quanto prima.
Accompagnato da dei musicisti di grande bravura - fra i quali ha spiccato per classe e inimmaginabili doti ginniche il bassista a molla Max Gelsi - Fossati ha naturalmente eseguito dei pezzi dall'ultimo album, Musica moderna, ma ha anche ripercorso parte del repertorio più vecchio, andando a ripescare l'attualissima La crisi (del '79...) e proponendo un pezzo rieseguito dal vivo solo di recente, Di tanto amore.

Non conoscevo Discanto (il video lassù) ed è il pezzo che mi è piaciuto di più: non so se ce le ho volute vedere solo io, ma è così denso di immagini noir e metropolitane che potrebbe fare tranquillamente da tema portante per un fumetto o un film. Se invece arrivo buono ultimo ad accorgermene, compatitemi.



Ho anche finito di vedere l'ultima stagione, la settima, di
24, insieme a I Soprano e The Shield la mia serie preferita di sempre.
Da qui in avanti considerate il rischio concreto di calpestare qualche spoiler, quindi procedete a vostro rischio e pericolo e non venite poi a pulirvi sul mio zerbino.

Si sarebbe dovuto trattare dell'ultimo appuntamento con Jack Bauer & c. e invece lo ritroveremo anche in un prossimo Day 8.

Peccato, perchè è apparso chiaro fin dall'inizio, in questa settima stagione, il tentativo degli autori di dare coerenza a macro e micro subplot della trama orizzontale di 24 e di farli convergere in un unico e risolutivo snodo, senza con questo rinunciare alla consueta eruzione di colpi di scena: il ritorno di Tony Almeyda (anche se l'avrei potuto intuire) e di altri ottimi personaggi dei precedenti cast (tutti tranne quell'insopportabile stronza della figlia), l'avvicinamento di Jack a Washington grazie al cambio di location e l'apertura procedural della stagione (con Jack sul banco degli imputati, vero leit motiv metaforico di tutti gli episodi: che sia giusto o meno il suo continuo ricorrere alla tortura in funzione del bene superiore, il vero problema è quello di fare delle scelte con cui si è in grado di convivere).

Anzi, proprio in funzione del calibro di botti sparati a sorpresa, scommetterei un dito sul fatto che il finale di questa settima stagione sarebbe dovuto coincidere con la morte di Jack, ma la ri-impennata degli indici d'ascolto deve aver convinto la produzione delle potenzialità di un'ennesima stagione.

update


Dimenticavo. Ho pure visto Transformers - Revenge of the fallen.
Il primo era stato una bellissima sorpresa, il secondo una mezza rovina confusa, involuta, insulsa.
Michael Bay apre il gas, ma finisce subito la benzina : due ore e mezza di film lungo e noioso che manco Ben Hur.
Tutta l'ultima parte nel deserto è girata alla grande, ma l'ora e mezza precedente è propellente puro per sbadigli a raffiche fotoniche.
In effetti, messa così, la metafora della benzina stenta, ma è anche vero che stiamo parlando di Transformers 2, quindi va più che bene.

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incipit a fumetti - Torpedo 1936

19:07 [emo] 1 Comments

In realtà avevo un altro incipit per le mani, ma poi ieri ho trovato il blog indicato nel post qua sotto e non ho resistito alla tentazione di dirottare sulla prima tavola di Torpedo 1936.

I testi sono di Enrique Sanchez Abuli (come per tutte le altre storie del personaggio), mentre i disegni sono di quella sorta di monolito che rispondeva al nome di Alex Toth.
Il personaggio è caratterizzato fisicamente in maniera molto diversa da com'è poi entrato nella Storia del fumetto, avendo Toth abbandonato la serie dopo il secondo episodio per lasciare i disegni a Jordi Bernet.



Fin da questa prima pagina Abuli e Toth delineano quelle coordinate entro le quali si muoverà la serie in tutto il lungo prosieguo.


Abbiamo il teatro, la New York di metà anni '30, abbiamo le figure archetipiche di un genere - quello gangsteristico - che viene riletto in chiave grottesca e abbiamo un protagonista che già alla prima didascalia si presenta per quello che è e - soprattutto - che sarà in tutta la serie: un meraviglioso, straordinario paraculo senza scrupoli.
E col senno di poi, quanto programmatica in questo senso risulta essere tutta la prima vignetta, con quella silhouette di pistola e fondina a fare da quinta insieme al montante del letto e, in secondo piano, Torpedo che sta per fumare dopo l'amplesso).

In tutto questo - ma è facile dirlo avendo la consapevolezza del monumentale lavoro successivo di Bernet - mi permetto una bestemmia: forse lo stile di Toth non sarebbe stato alla lunga il più adeguato, ma rimane il fatto che in questa pagina il disegnatore dimostra tutta la sua sontuosa maestria nella sintesi, l'estrema misura dell'efficacia narratiiva, il fermo controllo dei bianchi e dei neri e l'ineguagliata eleganza del segno.

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Blog Spot Special

19:14 [emo] 2 Comments

Uno di quei blog assolutamente imperdibili. Dice tutto l'immagine qua sopra, quindi non vi resta che scaraventarvi di là.

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lost in the plot

10:54 [emo] 6 Comments


Capita ai migliori, figurati se non capita anche a te.

Ed è sempre una sensazione in bilico fra l'adrenalinico e il depressivo: hai tutti i tasselli e conosci la rotta da tenere, hai una paccata di appunti tale che ne utilizzerai inevitabilmente solo la minima parte, hai le migliori intenzioni, ma hai anche il terrore più cieco di esserti immerso in una cosa più grande di te, di non riuscire a gestire in maniera credibile ed efficace tutto il magma di immagini, suggestioni, facce, parole e azioni.
Però, perso là in mezzo, sai quanto sia importante la scintilla che si sprigiona dal corto circuito di quelle due emozioni così agli antipodi e ti ritrovi con il paio di occhiali più belli attraverso cui sia possibile guardare e leggere il mondo che ti circonda.


NOTA: l'immagine qua sopra è stata piratata senza vergogna alcuna dall'ultimo numero di Internazionale, attualmente in edicola.

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stoico

16:11 [emo] 8 Comments


E' vero, Darietto Argento ormai ha svaccato irrimediabilmente e da eoni non infila un film decente manco per sbaglio, ma è l'unico regista al quale perdono ogni abominio (cazzarola, se sono tornato a vedere ogni suo film anche dopo quell'ignobile vaccata de Il cartaio ci sarà un motivo...), quindi - come ogni stramaledetta volta - quando so che sta lavorando a un altro film o che il nuovo film è pronto a uscire, vado comunque in fregola come una liceale prima del ballo di fine anno scolastico.

Ah, sì: la locandina è un plagio della cover di Gomorra.

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I racconti contestuali di David Polonsky

09:47 [emo] 1 Comments


I fumetti pubblicati su Internazionale nella rubrica Graphic journalism lasciano spesso a desiderare, persi troppo spesso nella vacuità dello sperimentalismo più freddo, nell'inutilità delle immagini rispetto al testo o nella pochezza di quest'ultimo.

Sull'ultimo numero attualmente in edicola, però, il sobbalzo è d'uopo e l'applauso fragoroso per Cartoline da Tel Aviv, due pagine realizzate David Polonsky, autore israeliano già nello staff del film Valzer con Bashir in qualità di art director.

In questo dittico, Polonsky ricorre a una soluzione narrativa non nuova* come la scomposizione di un'immagine unica in più immagini non sequenziali, ma riaggiornata attraverso l'uso del punto di vista, la cui moltiplicazione e diversificazione trova unità sia - ovviamente - nell'immagine di partenza che - soprattutto - nei collegamenti anche imprevedibili fra i vari frammenti.

L'immagine scomposta si fa racconto. Anzi, racconti contestuali.

C'è di che imparare e, soprattutto, copiare per bene.


*vengono in mente, d'acchitto, Crepax, Bacilieri e molti manga, anche se in questi casi è più spessp lo stesso attimo a essere scomposto in più frammenti col fine di dilatare il tempo, il medesimo istante.

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Danny Trejo e l'arte della ruga

11:29 [emo] 8 Comments

Con un manifesto così, Machete non potrà che essere un film straordinario.

E poi, soprattutto, c'è lui!
Finalmente un ruolo da protagonista per una delle facce più rugose, sporche, cazzute, cattive, silenziose, tese, pese, messicane, torve, polverose, sbozzate, ringhianti di Cinelandia tutta.



Danny Trejo non avrà le sottigliezze e sfumature espressive tutte a togliere di attori di prima grandezza, ma ha uno sguardo che è una sentenza e dosi di carisma oltre il quantificabile.
Non mi piace ricorrere a volti cinematografici nel definire fisicamente un personaggio a fumetti, ma per Trejo e pochissimi altri la tentazione è sempre fortissima, ai limiti dell'irresistibile.
Dopo
Machete temo che cedere sarà l'unica opzione possibile (ma anche no).

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incipit a fumetti - Alack Sinner

08:25 [emo] 2 Comments

Tempo fa è partita una catena fra blog che invitata i contagiati a segnalare quelli che per loro fossero i migliori incipit di libri.
Riprendendo quello spunto, da oggi - senza alcuna regolarità - mi divertirò a postare gli incipit dei fumetti* che maggiormente amo o ho amato.
Non si tratta di una catena, nè ho ancora chiaro come organizzerò questa serie di post.
A volte metterò solo la pagina, altre volte magari mi scapperà qualche riflessione.

Intanto parto con la prima tavola di Alack Sinner.
Testi di mastro Carlos Sampayo e disegni di mastro José Muñoz.



In tre movimenti i due autori mostrano immediatamente ambiente, protagonista e quello che sarà uno dei personaggi più ricorrenti di tutta la serie.

Vignettone d'apertura, Alack Sinner con tutte le ombre giuste addosso, un gesto di confidenza evidente rivolto al barista e mentre questo versa, Alack ha già acceso la sua prima sigaretta.

Il tutto senza una parola, che non sarebbe servita perchè di quel bar si sente l'odore, la puzza di fumo, di quel bar vediamo le luci e di quei personaggi intuiamo già il carattere.
Dopo, quando avremo letto l'intero episodio, questa pagina risulterà ancora più bella, efficace e potente nella sua estrema semplicità.


*su cosa possa essere considerato incipit per un fumetto (la prima pagina? la prima vignetta?) a tutti gli effetti penso si potrebbe discutere. Intanto - per me - è la prima pagina.

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mistone di celluloide in dvd

11:23 [emo] 3 Comments


Secondo film di Muccino negli USA, secondo film con Will Smith protagonista (e co-produttore).
Se
La ricerca della felicità m'era sembrato incoraggiante e intravvedevo proprio a Hollywood una dimensione più consona per l'approccio di Gabriele Muccino al cinema, con questo Sette anime cade tutto e cade col tonfo: miele a catinelle, buonismo d'accatto della peggior specie (quello che origina nel e dal senso di colpa), regia un poco sciatta (qualcuno la chiama sensibilità europea, io in certi momenti avrei mandato avanti veloce per arrivare al punto), alcune location da spot di bassa lega (il prato con l'erba al vento... manco Mulino Bianco) e interpretazioni fin troppo in parte (...).
E tanta tanta tanta noia.



Sbirri: un giornalista romano, dopo la morte per droga del figlio adolescente cerca di capire i retroscena dello spaccio di droga e si trasferisce a Milano per un'inchiesta che svolgerà affiancando un corpo speciale della Polizia che si muove in borghese nelle strade notturne (e non) del capoluogo lombardo.
Uno pensa al regista e dice: vieni dai documentari, quindi apporterai la tua esperienza in termini di sintesi, efficacia narrativa, precisione d'intenti e di obiettivi.
E in parte è vero, perchè finchè
Roberto Burchielli racconta la strada, le relazioni fra giornalista e sbirri tutto più o meno sta in piedi (la parte più "docu"), quando però si allarga alle relazioni personali (alla parte più "drama" o "fiction"), soprattutto a quella fra il protagonista e la moglie incinta, la cosa si fa davvero mesta e funerea.
E non per la morte del figlio dei due, ma per lo sfacelo di luoghi comuni, interpretazioni urlate in camera (
Bova col crocifisso in bocca è duro da mandar giù), movimenti di camera da colpo apoplettico e regia porno-voyeuristica buona per qualche programma di Rai 2.


Ecco, questo m'ha sorpreso. Lo riconosco, soprattutto per le basse aspettative che avevo, ma penso che anche a una seconda visione il buono che c'ho intravvisto potrebbe reggere.
Non ho francamente capito il titolo (
.45... calibro di che?), ma poco importa. Gary Lennon prova a raccontare la violenza dentro le mura domestiche e il cammino di rivalsa e vendetta della vittima (una bravissima Milla Jovovich) in maniera non convenzionale pur rimanendo nell'alveo del genere crime, con un convincente (e rischioso) indugiare negli interni e pur inciampando in una brutta cazzata nella messa in scena dell'ultima sequenza (punta su un effetto sorpresa del tutto immotivato, date le premesse e la costruzione dei momenti precedenti dell'intreccio).


Sarò pazzo, ma a me Alejandro Gonzalez Inarritu piace e mi piace pure un sacco. Intanto, ha un nome fighissimo e poi perchè scrive bene e dirige meglio, prendendosi dei rischi enormi in termini di testo, sottotesto e regia.
L'avevo scoperto con
21 grammi e riapprezzato con Babel, ma non avevo ancora visto questo Amores perros, il suo primo film, che già fa vedere tutta l'abilità di Inarritu nel tenere il controllo del racconto, nel far emergere tutte le voci del coro di personaggi con i giusti tempi e i giusti modi, nel lasciar crescere un sottotesto che ti rimane addosso per tanto tempo: non solo il peggio di un Messico lontanissimo dall'immagine festosa da cartolina, ma il peggio di una condizione umana (essere umano come animale, come miglior amico del cane) sull'orlo della perdita della speranza e con davanti solo la rassegnazione più frustrata e desolata.

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la faccia del gonzo...

08:39 [emo] 0 Comments


Curiosi, eh?

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I will survive

19:15 [emo] 0 Comments



avevo in mente un post sugli ultimi dvd che ho visto (Amores perros, Sette anime, .45 e Sbirri), ma poi sento in radio la versione di I will survive dei Cake (che è quella che preferisco) e vien da sè il cambio di programma.

Magari ci ritorno su domani.

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Poetiche visioni

14:45 [emo] 3 Comments

La Libreria Retropolis di Porto Torres, in occasione del duecentennale della nascita di Edgar Allan Poe ha indetto un concorso per fumettisti e illustratori che volessero omaggiare il genio dello scrittore americano.

L'iniziativa si intitola Poetiche visioni ed è organizzata in collaborazione con alcune realtà culturali, istituzioni pubbliche ed economiche del territorio.
Giovedì prossimo, sarà possibile vedere esposte esposte le opere selezionate e alle 20.00 si svolgerà la cerimonia di premiazione.

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Atomic Robo

08:47 [emo] 3 Comments


Atomic Robo è un fumetto divertente, su questo non c'è dubbio alcuno.

E' divertente non tanto per lo sfacciato e grato retaggio hellboyano che si porta dietro, quanto per la ridanciana sconclusionatezza degli intrecci e per la caratterizzazione a tratti folle dei dialoghi.
Il disegno di Scott Wegener aiuta molto in questo senso, facendosi etremamente sintetico e funzionalmente particolareggiato dove serve, ma soprattutto asservendo con gusto la narrazione a singulti Brian Clevinger:

nel 1923, la carriera del fisico Nikola Tesla sembrava giunta al termine. Fino all’invenzione del robot dall’intelligenza straordinaria... Atomic Robo! Nel 1938, l’automa partecipa a una missione top secret del governo, ottenendo in cambio la cittadinanza americana, quindi fonda la TESLADYNE, un gruppo di scienziati dedito a svelare le stranezze del mondo. Quando un fenomeno inspiegabile minaccia la terra, la sola speranza di salvezza sono Atomic Robo e gli Scienziati d’Azione!

E questo è solo l'inizio di un circo di gag, battute e situazioni surreali, trovate sull'orlo del dissennato che non arrivano alle sublimazioni pop di Allred col suo
Madman, ma che giustificano la nomination agli Eisner Award e che scatenano il desiderio di leggere al più presto il secondo volume.

Atomic Robo è pubblicato in Italia da ReNoir e QUI trovate una preview di una manciata di tavole.

Il volume, oltre a contenere la prima miniserie del personaggio, contiene alcune short e pin-up realizzate da autori ospiti, oltre a un bello sketchook che sintetizza l'iter che Clevinger e Wegener hanno percorso per arrivare a definire il personaggio.

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dal crack al Jack: Kirby in 3D

08:27 [emo] 2 Comments

Kirby museum è un sito che, al pari della pagina dei fans di Alex Toth, ha il meritorio fine di tenere viva la memoria di uno dei più grandi autori della storia del fumetto.

Scartabellando però fra le pagine del sito ho beccato una pagina la cui visione potrebbe creare effetti ben più lisergici e stordenti di una pasticca di LSD, di una sniffata di crack o dei fumi del peyote (ça va sans dire, non so se le droghe suddette si assumano realmente così):


Si tratta di una tavola di Capitan America e QUA trovate tutte le specifiche del caso, oltre che qui.
Vado a cercare gli occhialetti e a farmi una pera da Re e a bearmi per il titolo più idiota che ho sfornato in più di tre anni di blog.

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