Io proteggo

12:06 [emo] 11 Comments


La limo accosta al marciapiede mentre sto finendo di pulire le lenti degli occhiali.
Li inforco e controllo che la fondina sia ben salda sotto l’ascella. Un’ultima sistemata al nodo della cravatta e il vetro fumè tra i posti davanti e quelli dietro si abbassa con un sibilo che sembra un soffio.
Non mi giro, non mi giro mai. “Siamo pronti?” mi dice col tono più da checca di cui è capace. Annuisco con un cenno di testa e prima di scendere dall’auto saluto l’autista. Mi sembra si chiami Norman. O Theo.
Sceso dalla limo mi guardo attorno, dai piedi all’orizzonte vicino, le due ali di folla sono arginate da transenne ornate a festa. Le ragazzine in prima fila urlano, si dimenano e parte l’orgia di flash che ancora non ho aperto la portiera posteriore. Apro e i flash si fanno tsunami, lui esce dalla limo che ancora si sta ripulendo il naso dall’ultima tirata e saluta la massa. Urla, urlano.

La passerella rubina è una lingua invitante, voluttuosa. I primi metri sono sempre i più semplici, poi si spingono di più sporgendosi dalle transenne e cominciano gli strattoni, le urla si fanno più stridule. Giungla di ragazzine, liane di braccia incontrollate.
Lui tira fuori la lingua e la faccia diventa una smorfia continua, i flash gli si riflettono sugli occhiali a specchio, non si cura dei taccuini e delle penne per gli autografi, indica tutti e ringrazia. Forse spezzo un dito a uno che gli tira la camicia da ottomila dollari e saliamo i gradini dell’ingresso del Double.

“Cazzone, sei un grandissimo cazzone! Un altro po’ e quello stronzo mi strappa la manica! Ma che ti pago a fare?!” continua a blaterare non curandosi del comitato d’accoglienza fatto dell’intero direttivo del Double, dal direttore fin giù. Guadagna il corridoio che porta al bagno e lo seguo. Dall’oblò lo vedo chinarsi sul lavandino a pippare un’altra tirata dallo specchietto e mi giro a mani conserte davanti alla porta.
Quando esce mi dice solo “grassone di merda” e poi entra nella grande sala stringendo mani, indicando chiunque, accolto da un applauso per i due pezzi in playback che canterà stasera e che dedicherà ad assessori e sindaco, un senatore, industriali, lobbysti senza nome, generici ricchi e donne agghindate come alberi di Natale.

Io mi avvicino al chilometrico tavolo del buffet e incrocio lo sguardo affamato di Taylor. Lui è nello staff che protegge il sindaco e abbiamo giocato insieme una stagione a Tampa. La mia ultima stagione da professionista, prima che un placcaggio di quelli che non dimentichi mi spappolasse il ginocchio sinistro. “Come va, Duncan?” mi chiede affiancandosi a me e addentando un sandwich senza distogliere lo sguardo dal tavolo del sindaco.
Io ingollo d’un fiato un cocktail rosso con riflessi blu e rispondo con uno sbuffo, poi dico al cameriere di mettermi dei sandwich in un piattino. I camerieri in livrea pedalano come forsennati fra i tavoli, li riempiono di vassoi stracolmi di tanta di quella roba che ci sfamerebbero l’intero Darfour e il mio sguardo si muove a trecentosessanta.

Lui è al suo tavolo, attorniato di figlie di politici sgallettate. Firma tette e posa per qualche foto e immagino che a breve le sue narici reclameranno un altro paio di piste, anche perché altrettanto a breve il piccolo palco davanti ai tavoli sarà tutto per lui e si darà da fare per giustificare i cinquantamila dollari che il suo agente domani andrà a incassare nell’ufficio del sindaco.
Non smetto di chiedermi da cosa dovrei proteggerlo, ma poi penso al ginocchio, al mutuo della casa e la domanda mi sembra più cretina del solito.
Il direttore del Double sale sul palco e al microfono richiama l’attenzione degli invitati. La star della serata accompagnerà tutti fino alla mezzanotte con qualche pezzo tratto dal suo ultimo cd. L’applauso e il tintinnio di posate sui bicchieri di uomini e donne di mezza età - che manco conoscono la star - sono talmente grotteschi che i gridolini delle ragazzine sgallettate assumono una loro grazia.
Mi riavvicino al tavolo del buffet, prendo il piattino preparatomi dal cameriere e lascio la sala mentre lui sale suo palco e farfuglia un ringraziamento.

Prendo l’ascensore fino all’ultimo piano, poi le scale per uscire sul tetto e sugli ultimi gradini le fitte al ginocchio si fanno più calde. Esco e il vento tira che sembra una sferzata di sabbia. Le luci di New York si vedranno fin su Marte, ma i suoni sono solo roba per le strade cinquanta piani più in basso. Fatico ad accendere una sigaretta e tiro solo due boccate, tanto per stuzzicare i polmoni, poi cerco un punto in cui sedermi.
Mangio il mio sandwich mentre i fuochi d’artificio inondano il cielo annunciando il nuovo anno e sparo alla luna vomitandole addosso l’intero caricatore della glock.


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nuove etichette

11:57 [emo] 6 Comments


Da ieri il blog è provvisto di due nuove poderose etichette ad uso e consumo dei cortesi visitatori di queste pagine:

  • il noir e i suoi derivati - è dedicata a tutti quei post in cui, trasversalmente o meno, si tocca come argomento uno dei miei generi narrativi preferiti, se non quello che preferisco in assoluto. Prima o poi un post su 'sta cosa dovrei pure decidermi a scriverlo.
  • storie mie complete - mette in fila, invece, tutte le short che ho finora scritto e che sono state disegnate da qualche impavido disegnatore. Per chi sia arrivato presso questi lidi solo di recente, ci potrebbe essere qualche sorpresuccia fra le primissime che a suo tempo postai.

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pagine e pellicole nere

09:19 [emo] 7 Comments

Poco natalizie, invero, le due novità che mi preme segnalare, ma chissene.
Una nuova collana di dvd e un libro davvero davvero curioso.



La collana di dvd si intitola I classici del cinema noir, la trovate in edicola edita dalla Master ed esordisce con l'immortale e sontuoso Il mistero del falco.
Nè sulla brochure nè sul sito ho avuto notizie sui titoli che comporranno l'opera completa, ma la collana - che si articolerà in 20 uscite quindicinali - dovrebbe comprendere anche: Vertigine, Seduzione mortale, L'ombra del passato, L'infernale Quinlan, La fuga, Rapina a mano armata, La morte scorre sul fiume e Testimone d'accusa.
Su Il mistero del falco ci sarebbe ben poco da dire, ma per chi dovesse arrivare oggi da Marte, basti solo sapere che la visione del film è un'esperienza necessaria: una vicenda straordinariamente emozionante e tesa, personaggi tagliati con l'accetta ma che riescono a far baluginare delle sfumature inquietanti (Sam Spade su tutti), una messa in scena suggestiva, degli attori impressionanti (Peter Lorre - a mio parere - una spanna sugli altri, compreso il pur straordinario Humprey Bogart) una fotografia indimenticabile e un ritmo che - per allora, ma per tanto cinema odierno - non ti concede tregua. E dire che è un film molto parlato, che fa perno su un didascalismo onnipresente, ma non invasivo (forse solo nelle ultime scene fra Bogart e la Astor). Ultima sequenza (l'addio fra Bogart e la Astor) da storia del cinema, ma so che arrivo buono ultimo a dirlo.



Il libro, invece, è edito da Piemme e si intitola Platone suona sempre due volte - La filosofia del noir.
E' scritto da Mark T. Conrad (già autore de La filosofia dei Simpson) e parte dal provocatorio e interessantissimo spunto che non ci sia modo migliore per apprendere la filosofia moderna di partire dal cinema noir classico e non solo.
Non l'ho ancora divorato, quindi non mi azzardo a commentare oltre, ma vi riporto sotto la scheda del volume:

Qual è il momento in cui la passione di Frank e Cora diventa tragedia? Quando escogitano un piano per uccidere l’anziano marito di lei? Quando lei muore e lui viene accusato di averla assassinata? O prima, quando fanno l’amore la prima volta, torbidamente, senza respiro, come chi pensava di essere spacciato e invece trova una via di scampo? O forse la tragedia era là da sempre, prima del primo sguardo, prima di tutto, perché le loro vite erano già tragedia incombente. Questo è Il postino suona sempre due volte. Questo è il noir. E non è solo la storia di un uomo e una donna, di Frank e Cora. È il riassunto di tutti i grandi temi della filosofia moderna. Perché dietro alla cupezza, alle trame claustrofobiche, alle femme fatale, agli amori disperati dei noir e dei thriller moderni, c’è molto di più. Dietro il Bogart del Falcone Maltese, dietro il Quinlan di Orson Welles e fino al Pulp Fiction di Tarantino, si intravedono gli esistenzialisti francesi, Sartre, il pessimismo, il nichilismo di Nietzsche. Sono storie di sconfitte, di personaggi perduti, disillusi, destinati a una tragica fine ma che fino all’ultimo si arrabattano e combattono come Prometeo. Insomma non c’è modo migliore per capire la filosofia che immergersi in un libro o in un film noir. La filosofia moderna sicuramente, da Schopenhauer a Freud, ma pure quella antica, perché per spiegarci il nostro lato oscuro, gli autori tirano in ballo anche Socrate, Platone e Aristotele. E alla fine capiremo che il groppo che ci prende mentre scorrono i titoli di coda di Casablanca, non è dovuto alla musica e allo sguardo stropicciato di Bogart che segue lei che se ne va. Non è malinconia: è proprio esistenzialismo allo stato puro.

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cucina nerd

10:59 [emo] 8 Comments


Ai fornelli sono un mezzo disastro e riesco a cavarmela solo per elementari soluzioni da bisogni primari.
Mi è sempre piaciuta l'idea di essere capace di cucinare, ma pigrizia, paura di avvelenare qualcuno e mancanza di tempo mi hanno costantemente portato a ripiegare su territori più sicuri in cui da sempre esprimo al meglio le mie capacità: mangiare ciò che cucinano altri.

L'uscita del volume di cui mostro in alto la cover, però, mi ha portato ad anticipare i buoni propositi per il nuovo anno ormai alle porte e con il sorgere del 2008 mi dedicherò ad imparare l'arte culinaria.
Piano di battaglia morbido e alla mia portata: una ricetta al mese, non di più. Alla fine del prossimo anno conto di arrivare a poter fare bella figura con amici, parentado e belle donne da prendere per la gola.

Michel Pierre
Carnet della
cambusa - Le ricette di Corto Maltese
144 pagine, rilegatura a spirale, 22 €
Lizard Edizioni

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Mono - le storie. Bloody River

11:14 [emo] 11 Comments

Con questo post chiudo il trittico di storie che ho scritto per Mono.
Il terzo numero della rivista - uscito alla scorsa edizione di Lucca - è stato dedicato all'acqua.

Ai disegni, Gianfranco Giardina.


Gianfranco Giardina
Autodidatta, perfezionatosi alla Scuola Italiana di Comix di Napoli, ha collaborato sia in veste di colorista che di disegnatore con svariate realtà editoriali tra cui Magic Press, Innocent Victim, Image Comics, Panini, Napoli Comicon, Pegasus e Bottero Edizioni. Attualmente è al lavoro su Once Were Criminals.

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aggiurnamènt

17:33 [emo] 0 Comments


Ormai sapete che fare qauando vedete quest'immagine, no?
No? Ok, ve lo ricordo io: dovete cliccare qua perchè c'è un nuovo aggiornamento.

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The Bourne ultimatum

12:44 [emo] 3 Comments


La saga di Bourne arriva al terzo (ultimo?) capitolo e lo fa con in cabina di regia lo stesso Peter Greengrass del film precedente.
Il film si sviluppa sul consueto canovaccio già visto nelle prime due pellicole: l'eroe cazzutissimo che viene braccato e sottoposto a un tour de force di difficoltà crescenti e che si fa carico - in questo caso - di una personalissima vendetta attraverso la quale tentare di recuperare i tasselli che gli mancano del proprio - dimenticato - passato.
Greengrass ha mano abile e sicura, riesce a confezionare un buon prodotto con pregevolissima asciuttezza e nelle convulse e concitatissime scene d'azione mostra una leggibilità che all'esordio con il personaggio di Ludlum era invece mancata almeno nei momenti topici, assecondato qua da un buonissimo montaggio.
La soluzione finale dell'intreccio è banalotta e superficiale, niente che dia alla trilogia un reale senso di completezza e tutta la sceneggiatura viaggia su binari piuttosto convenzionali.
Ciò non toglie che Bourne Ultimatum sia un film godibilissimo e divertente, grazie anche alla fisicità e alla prova di un Matt Damon in ottima forma.

The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo
Di: Paul Greengrass
Con: Matt Damon, Julia Stiles, David Strathairn, Scott Glenn, Paddy Considine, Edgar Ramirez, Albert Finney, Joan Allen, Daniel Brühl.

USA, 2007
Durata: 111 minuti circa.


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belle soprese

17:40 [emo] 6 Comments


Se m'avessero avvisato prima avrei messo lo smoking.
Non immaginavo davvero che una piccola, per quanto interessante, iniziativa come quella di cui ho dato notizia ieri avrebbe potuto attirare così tante persone (la foto sopra è stata scattata prima dell'incontro, quando ancora l'afflusso non era finito). Proprio una bella sorpresa.
Un plauso agli organizzatori per aver fatto un'ottima promozione alla cosa.

La serata è stata parecchio rilassante ma, soprattutto, ci ha dato l'occasione di confrontarci con un pubblico attentissimo e particolarmente partecipe, curioso e disposto allo scambio.
Abbiamo parlato di fumetto, di quanto sia bello farlo o anche solo provare a farlo, delle difficoltà che possono esserci in Sardegna per superare l'impasse dell'insuralità e - soprattutto - degli strumenti utili a superarlo, abbiamo parlato di prospettive diverse d'approccio, di possibilità, dei primi timidi passi, di aspirazioni e di necessità espressive.

Spero sinceramente che già il prossimo anno, per una seconda edizione del Fumetto Day che spero davvero venga realizzata per dare continuità al buon esordio di ieri, gli organizzatori riescano a trovare le risorse per offrire a Oristano e non solo un'ulteriore occasione di confronto con chi il fumetto lo fa o sta cominciando a farlo, magari potendo contare sulla presenza e il sostegno di qualche grosso nome.

6 commenti:

Fumetto Day

09:40 [emo] 3 Comments


Gli eventi legati al fumetto in Sardegna non sono propriamente all'ordine del giorno, quindi è con piacere che segnalo il Fumetto Day, iniziativa che oggi si svolgerà in quel di Oristano, curata dall'Associazione culturale "Morsi d'arte" e dalla Fumetteria One Piece.

A partire dalle 16.30 si svolgeranno una serie di incontri a tema e la selezione degli elaborati per un piccolo concorso locale per aspiranti autori di fumetti, i cui lavori verranno visionati da Massimo Dall'Oglio, Stefano Obino, Piallo e il sottoscritto.

Se qualcuno dei sardi all'ascolto ha voglia di sfidare le temperature polari, ci si vede lì.

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ignoranze imbarazzanti

09:20 [emo] 14 Comments

Non ho mai avuto una vera e propria passione per i videogames, tutt'altro.
Mi son preso una sbornia mica male - ormai un'era geologica fa - per il Commodore64, ma poi più nulla. Sono conscio degli immani limiti delle mia capacità manuali (un conto è il joystick con due tasti e un'asta, un altro discorso quegli infernali joypad con tasti ovunque e infinite combinazioni fra di loro) e questo pesa come un macigno sullo scarso ascendendente che hanno su di me i giochi elettronici.

Rimango comunque affascinato - osservandoli, invero, da distanze pressochè siderali e dagli abissi della mia ignoranza - dalla qualità che hanno raggiunto negli anni e l'ultima volta che ne ho visto uno da vicino è stato un paio di settimane fa, era Halo3.
Che dire? Impressionante davvero. Così come è stato impressionante avvicinarmi (comunque sempre da mero spettatore) a un altro videogame ugualmente per - mi dicono - XBox 360, ossia Assasins Creed. Per quanto mi abbiano intrigato, a tratti esaltato e sicuramente incuriosito, una volta spento lo schermo è passato tutto e me li sono dimenticati.

E' successa tutta un'altra cosa da quando m'è capitato di incrociare sulla rete il trailer per un titolo di prossima uscita, Grand Theft Auto IV.
Ecco, in questo caso non solo mi son ritrovato a cercare info su info, a scaricare immagini e filmati, ma ho avuto la forte tentazione - che perdura tuttora (e forse con questo post vorrei esorcizzarla) - di acquistare una XBox e attendere in febbrile attesa l'uscita del gioco, metterlo su e congedarmi dal sodalizio umano per un indeterminatamente lungo periodo di eremitaggio dedicato al gioco.
Alcuni sceneggiatori o disegnatori, oltretutto, la chiamerebbero documentazione o - solo i più arditi, invero - corso di aggiornamento.

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Mono - le storie. Controtempo

23:05 [emo] 25 Comments

La scorsa settimana ho postato la prima delle tre storie che ho scritto per Mono. Ora è la volta della seconda, pubblicata sul numero della rivista dedicato alla musica.

I disegni sono di Elena Casagrande.
Eccola qua sotto (la tavola, non Elena). Come sempre, cliccateci su per ingrandirla.



Elena Casagrande
Avendo sin da piccola intrapreso un rapporto di dipendenza dal disegno e dal fumetto, dopo il liceo si diploma alla Scuola Internazionale di Comics; ne esce felice e inizia subito a lavorare. Finora queste sono state le sue dosi: Angel e Klingons: Blood Will Tell (IDW), Altrimondi (Star Comics), Avalonia Special 3 e Sol Mirror (Cronaca di Topolinia).


25 commenti:

aggiurnamènt

16:16 [emo] 4 Comments


E dopo una pausa di qualche giorno, riprendono (e proseuguiranno fra oggi e domani) gli aggiornamenti al blog di OWC. L'ultimo è QUA.

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lunedì

09:49 [emo] 11 Comments

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Tex come pistacchi

11:02 [emo] 20 Comments


E' vero, ho imparato a leggere su Tex (e su Topolino e su qualche altro fumetto) ed è altrettanto vero che l'ho letto regolarmente per anni.
E' stato uno dei primi fumetti che ho collezionato, ma poi - da una quindicina d'anni buona - ho preso a seguirlo con distrattissima irregolarità, spiluccando a caso.

Da qualche mese - invece - sono assalito da una scimmia vorace, che mi porta a divorare Tex come fossero pistacchi.
Dapprima solo la serie regolare, ma aspettare un mese intero senza la dose è diventata da subito un'impresa ardua. Ho quindi cercato di compensare aggiugendo anche la collana Tre stelle, ma prestissimo si è resa insufficiente pure quest'ulteriore iniezione di texità e a quel punto ho definitivamente accettato la mia nuova condizione di tossico senza possibilità di guarigione, aggiungendo all'elenco anche TuttoTex e Tex nuova ristampa.

Ora le cose vanno meglio e con cadenza quasi settimanale riesco a far fronte all'insaziabile appetito, tanto da poter cercare di capire con un filo di lucidità il perchè di questa malattia.
Non sono arrivato ad alcuna conclusione sconvolgente nè a psicanalizzarmi fino al mio io più profondo, ma ho seplicemente capito che - ocio alla banalità - Tex mi piace.

Mi piace il personaggio, mi piacciono le dinamiche fra lui e i co-protagonisti, mi piace scoprire la lenta evoluzione e gli impercettibili (ma sostanziali) cambiamenti apportati alla serie nel corso dei decenni, mi piace riconoscere la differenza d'approccio di un Nizzi rispetto a un Boselli, mi piacciono quelli che ormai sono diventati i luoghi comuni texiani, mi piace che le storie siano lunghe, lunghissime, mi piacciono i disegnatori che da decenni ancora ci lavorano e incarnano la memoria storica di una serie fondamentale del nostro fumetto, ma - soprattutto - mi piace il genere perchè permette di costruire degli intrecci in cui il conflitto (vero e proprio motore di ogni storia di ogni genere e forma) può trovare applicazioni dalle più essenziali e basiche (l'assedio, il duello, l'inseguimento, l'indagine) alle più elaborate e dense di sfumature.

E Tex mi piace anche per quelli che sono a mio avviso i suoi difetti più evidenti (e che come lettore mi fanno incazzare non poco), dagli scivoloni grossolani nei dialoghi alle stucchevoli digressioni, dalla pulitina piattezza della parlata dei personggi, fino a certe deflagrazioni di fluviale e verbosa didascalicità, che costituiscono a volte un vero e proprio macigno indigesto.

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Mono - le storie. Illegal Aliens

09:12 [emo] 22 Comments

Ho parlato più e più volte di Mono della Tunuè, dato che ho avuto modo di collaborare ai primi tre numeri della rivista.
Da oggi posterò sul blog le tre storie pubblicate.

La prima - Illegal Aliens - è stata disegnata da Werther Dell'Edera e, com'è intuibile, è stata pubblicata sul primo numero di Mono, dedicato al tema America.
La trovate qua sotto (cliccate per ingrandirla, leggetela e sappiatemi/ci dire che ne pensate).


Werther Dell'Edera
Ha esordito su Xiola - Primo sangue (Liberty, testi di Longobardi e Solinas), per poi iniziare la collaborazione con Innocent Victim, il cui frutto è stato Road’s End (Magic Press, scritto da Bazzani).
Successivamente passa all'Eura, per cui realizza centinaia di pagine di liberi per
Lanciostory e Skorpio e diversi numeri di Detective Dante e di John Doe (sui testi di Recchioni e Bartoli). Sempre su testi di Recchioni e insieme a Burchielli e Cucina è fra gli autori del recente Garrett della Edizioni BD. Sempre per BD ha realizzato una short per l'omnibus di Quebrada (su testi di Casali), uscito all'ultima Lucca.
Lavora anche per gli USA sulla serie
Loveless (Vertigo, testi di Brian Azzarello), edita in Italia da Planeta/DeAgostini.
Attualmente sta preparando una lunga storia di Hellblazer.

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cuori demilitarizzati e un po' di dolce

13:34 [emo] 8 Comments

Nei giorni in cui sono stato a Roma ho avuto modo di assistere a due appuntamenti con la carta fatta di immagini e parole.
Il primo, al Forbidden Planet, dedicato all'incontro col pubblico di Riccardo Burchielli, impegnato nel tour promozionale del primo volume di DMZ, il secondo dedicato invece alla presentazione di Cuori da bar, raccolta di racconti scritti da Lorenzo Bartoli e organizzato dalla Libreria Vivalibri del Testaccio.



Nel primo caso, purtroppo, lo sciopero nazionale dei mezzi ha impedito un affusso congruo nella fumetteria, ma questo non ha impedito a un buon numero di appassionati di prendere il volume e di farcisi fare un bel disegno da Riccardo. Inoltre, è stata per me l'occasione di incontrare parecchie conoscenze romane che non avrei avuto modo di vedere se non in qualche fiera. Rinuncio in partenza all'idea di ricordare tutti, perchè tanto rischierei di dimenticarmi qualcuno.


Nel secondo, invece, l'affluenza di pubblico è stata sensibilmente maggiore (grazie anche al termine dello sciopero) e la bellissima cornice della Libreria ha permesso a Lorenzo di presentare al meglio il proprio libro grazie anche alla complicità del Rrobe e - soprattutto - di un Remo Remotti in forma smagliante, che ha letto qualche racconto dandogli voce ed emozioni diverse dalla lettura intima, ma di straordinaria suggestione.

Un'ultima nota, poco letteraria e più gastronomica, lo stesso pomeriggio dei due incontri ho avuto modo di conoscere un luogo di perdizione che - per fortuna - sta a un Tirreno di distanza da qua: il famosissimo Bar Pompi, il regno del tiramisù: dopo aver gratificato la mente, avvolgere il cuore nelle emozioni sprigionate da quel capolavoro dolciario è stato il perfetto coronamento di un bel pomeriggio.


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back home

18:56 [emo] 5 Comments


La mostra dedicata al Santissimo Stanley è davvero davvero davvero bella.

Chi è a stretto giro di metro, treno o aereo ci faccia un salto perchè merita: sceneggiature originali, foto di scena e dei dietro le quinte, qualche costume originale, oggetti di scena da panico (nella foto lo star child di 2001, ma ci stanno pure l'elmetto del soldato Jocker/Mattew Modine di Full Metal Jacket, la macchina da scrivere di Jack Torrance/Jake Nicholson in Shining e tantissime altre figosità), alcune trovate scenografiche sfiziosissime, parecchi filmati con interessantissime interviste, locandine originali, un documentario sulla musica nel cinema di Kubrick, storyboards, piani di lavoro e tutta un'altra caterva di roba buona.

La mostra ha un unico grandissimo, imperdonabile difetto: il percorso è solo parzialmente in ordine cronologico e particolarmente confuso.
Un brutto neo, ma che - se non siete nerd acritici intransigenti - si può mandar giù senza difficoltà.

nota: non si potrebbero scattare foto, ma una son riuscito a portarla a casa...

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flying emo

10:25 [emo] 2 Comments



Sono in partenza, ci si rivede domenica o lunedì.
Vado (anche) a Roma a visitare questa.
Inoltre, andrò pure qui.
Mi raccomando: nel frattempo, cliccate compulsivamente qua.

2 commenti:

aggiurnamènt

18:12 [emo] 0 Comments


Abbiamo ripreso gli aggiornamenti del blog di Once Were Criminals.
Se ci fate un salto troverete una nuova scheda, alla quale domani affiancheremo un nuovo flashback su due dei personaggi.

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blog spot 13

18:22 [emo] 29 Comments



  • Giacomo Bevilacqua - Giovine matita di ottime speranze e in forze all'Eura, ha un tratto aggressivo e sporchissimo, ma in costante crescita e al servizio di incoraggianti trovate narrative.
  • Gianfranco Enrietto - Grafico, illustratore, fumettista, character designer dall'occhio vispo e attento, pronto alle distorsioni caricatural-grottesche e alle intuizioni più realistiche.
  • Gigi Cavenago - Disegnatore dello staff di Jonathan Steele, creatore grafico del Dr. Vodoo di Giovanni Gualdoni, ha un segno dai neri portentosi e in poco tempo è cresciuto esponenzialmente pagina dopo pagina.
  • Giorgia Atzeni - Illustratrice semplicemente bravissima, che riesce a giocare con forme e colori con soluzioni apparentemente semplici, ma frutto di un'attenta ricerca espressiva.
  • Giorgio Pontrelli - Altro disegnatore del vastissimo staff Eura, altra mano versatilissima che passa dal cartoonesco al realistico come se fosse la cosa più immediata del mondo. E' pure mio cugggino (ma non di sangue).
  • Giorgio Santucci - Il disegnatore indie per eccellenza, da anni propone le sue trovate difformi con coerenza da applauso e ora sta per esordire pure in Francia. Rissosissimo.
  • Giuseppe Palumbo - Sua Maestà Palumbo è da venti e passa anni uno dei disegnatori più talentuosi dell'intero Stivale, ha dispensato classe (e capacità di mettersi in discussione) da Ramarro a Tosca, fino a Martin Mystère e Tomka.
  • Ilaria Grimaldi - Ottima illustratrice. Le sue scelte grafiche distorcono il reale, ma forse si limitano ad indagare oltre le apparenze, portando alla luce la natura insospettabile del quotidiano.
  • Jacopo Vecchio - Disegnatore dal segno irrequieto e animato da ombre taglienti e luci mai rassicuranti. Non ha ancora pubblicato quanto meriterebbe, ma sono convinto sia solo questione di tempo.
  • Lorenzo Bartoli - Direttore editoriale dell'Eura, ma anche e soprattutto sceneggiatore di ventennale esperienza. Il suo blog è interamente dedicato a brevi ma intensissimi racconti.

29 commenti:

No country for old men - il sito

17:00 [emo] 5 Comments



QUI il sito e se il film non mi piacerà, darò fuoco al cinema.

5 commenti:

piccolo nero di casa

14:36 [emo] 5 Comments


Poi apre il cassetto senza nemmeno sapere perché. Lo richiude e lo riapre, ma con maggior decisione e infila la mano e l’avambraccio fino in fondo, superando la prima barriera di cose inutili che vi ha accumulato negli ultimi mesi, quelle le conosce bene anche se non le butterebbe mai.

I polpastrelli indagano fra le forme lisce e ruvide degli oggetti, scorrono sulle superfici, riconoscono i materiali, altri no. I suoi occhi sono chiusi e per non sbagliare gira la testa dalla parte opposta al cassetto. Le scappa un sospiro quando il palmo della mano spinge appena su una puntina da disegno, il primo oggetto che le appare chiaro e riconoscibile.
Continua a frugare quasi nervosamente, ha la tentazione di spalancarlo quel cassetto, di estrarlo dalle guide e scagliarlo con tutto il contenuto sulla parete. Rallenta.

Respira meglio, ora che l’indice e il medio infilano un elastico rinsecchito per poi spingere su una pallottola di carta. Il mignolo è imprigionato fra le pieghe di un portafoglio e il pollice sfrega su qualcosa di metallico, poi su della stoffa.
Vorrebbe aprire gli occhi e voltarsi, ancora una volta non lo fa. Non cede, insiste e muove nervosamente il braccio e la mano, quasi a divincolarsi dalla morsa di oggetti rimestati, sovrastata dal disordine irriconoscibile.
Trattiene una risata acida al contatto con pastelli (o matite?) e un mozzicone di gomma e si morde il labbro quasi a farlo sanguinare, quando squilla d’improvviso il cellulare.

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si può far qualcosa?

13:44 [emo] 29 Comments



Si può far qualcosa per vedere Jazz Maynard in Italia o devo rassegnarmi all'idea di prenderlo in francese?
Non lo dico solo per me, perchè almeno due copie si venderebbero. L'altra - che poi sarebbe la prima - la prenderebbe Gianfranco.

Se qualche Editore passasse di qua (e qualcuno ci passa o è passato) e si prendesse a cuore la questione, avrebbe tutta la mia sempiterna riconoscenza.
Dovesse servire qualche info in più, qua trovate il mini-sito del fumetto, qua una mini-anteprima del primo volume e qua il blog del disegnatore.
Di più potrei solo mettermi a urlare con voce rauca e baritonale e farmi venire il fischio. I baffi li ho già.


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challenger of unknow

13:09 [emo] 20 Comments


Uno degli aspetti dello scrivere che maggiormente amo è la ricerca della documentazione utile per la storia.
Che si tratti di una storia breve o di qualcosa di più strutturato non cambia niente: amo perdermi per i dedali di internet alla ricerca di notizie, foto e immagini che possano servire alla bisogna. Internet, appunto: non riesco davvero a immaginare come potrei fare senza, come potrei fare senza considerando l'immane pigrizia che riesce a soffocarmi e che - nell'era pre-web - mi avrebbe impedito di fare le giuste ricerche nel giusto modo.

Ma per fortuna il problema non si pone: a portata di click c'è tutto, con buona pace per le banalità, i luoghi comuni e, soprattutto, la pigrizia.
Mi servono delle notizie da cui partire per farmi un'idea di un certo argomento? Ottimo, c'è Wikipedia.
Ho bisogno di foto? Niente di più facile che partire da Flickr.
Urgono filmati? E che ci vuole, basta fare un salto su YouTube.
Sarebbe comodo riascoltare una canzone per quell'atmosfera che cerco? Radioblogclub è quello che fa per me.
E' il caso di ordinare qualche monografia? IBS o Amazon sono lì apposta.
E tutto questo senza considerare il gomitolo aggrovigliato di link intermedi, forum, blog, siti e quant'altro.

Certo, è vero che il rischio di dispersività è piuttosto alto, ogni notizia raccolta deve poi essere incrociata con altre prese da altre fonti, a volte si rischia pure di stare ore a navigare con la scusa di cercare documentazione ma col risultato di stare ore (giorni?) senza scriver niente, ma si tratta di aspetti tutt'altro che inaffrontabili e che aggiungono pure un po' di sale.
Almeno fino a quando non mi verrà qualche buono spunto per una storia porno e avrò necessità di cercare documentazione anche su quello...


20 commenti:

se mai ne aveste bisogno...

17:44 [emo] 7 Comments

...contattatemi in privato e vi fornisco il cellulare.



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di paperi e briciole di biscotti

08:22 [emo] 10 Comments


Questa mattina presto passo in edicola per la consueta annusata fra il casino che è il settore fumetti (oddìo, già chiamarlo settore è un regalo generosissimo), dato che non riesco ad abituarmi all'idea che gli stessi fumetti che ci troverei mi arrivano comunque in libreria.

Annusa e sposta, alza e sbircia e vien fuori un volume del quale non avevo sentito parlare (un altro dei vantaggi ottenuti dall'aver abbandonato la critica e l'informazione è che le novità sono spessissimo vere novità): Vita e dollari di Paperon De' Paperoni, un'antologia delle migliori storie barksiane dedicata ai sessant'anni del papero più ricco del mondo.

Arrivo in libreria, comincio a spiluccarne l'introduzione e apprendo che si tratta praticamente della ristampa di un vecchio Oscar Mondadori, che ho sempre avuto sotto gli occhi in casa grazie a mio padre.
Da ragazzino l'avrò sfogliato e letto un milione di volte, ma sono ormai abituato alle crisi narcolettiche della mia memoria e non mi stupisco più di tanto di non ricordare apparentemente nulla.

Sfoglio così le pagine del volume, ma la memoria viene ridestata a strattoni e calci da un sonno di anni: se state pensando a magdaleine, briciole di biscotti e tazze di the, c'avete preso in pieno, quindi vi risparmio la tiritera, ma sta di fatto che - pagina dopo pagina - riemerge con prepotenza la sequela di ricordi nitidi riguardo le storie e rinuncio all'idea di continuare non solo a sfogliare, ma anche a (ri)leggerne almeno una: oggi preferisco ricordarle così come sono tornate a rivivere, magari domani (o domani l'altro o la prossima settimana o con l'anno nuovo o) le rileggerò con gli occhi di oggi.


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aggiurnamènts

08:33 [emo] 4 Comments



Post per segnalare cumulativamente tutti gli aggiornamenti che - negli ultimi nove giorni - abbiamo inserito sul
blog di Once Were Criminals.
Fateci sapere che ne pensate.

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Cisponi c'è!!!

12:22 [emo] 15 Comments



Ciccio Cisponi è finalmente on-line!
Il mio autore preferito di sempre!
Non ero così emozionato da quando conobbi di persona il Mago Othelma.
Non cincischiate oltre e catapultatevi QUA!

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bentornato Luttazzi

20:24 [emo] 3 Comments



Ne avevo bisogno per riprendere a ridere delle cose che mi fanno incazzare, soprattutto di quelle fatte da gente che ho contribuito a mettere al governo.

Qui, quo, qua, , e in fondo a sinistra trovate le altre 6 parti della prima puntata di Decameron.

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ultimo cinema

08:19 [emo] 18 Comments



Ratatouille è un capolavoro. Un'esperienza cinematografia straordinaria, ricca di suggestioni visive, di trovate narrative, di storia. Alla Pixar hanno le palle quadre e lo dimostrano una volta di più con questa pellicola, lo dimostra soprattutto quel geniaccio di Brad Bird, che si conferma un grande rinnovatore di mondi conosciuti, ottimo interprete dell'immaginario.



Lo temevo e - in fondo - lo sapevo che Darietto Argento aveva iniziato da mò la china discendente (i tre precedenti film sono riusciti a minare ogni residua speranza di rinascita), ma con la testardaggine propria di chi ama a prescindere, sono andato a vedere anche questo La terza madre, con il quale Argento chiude la trilogia delle madri iniziata con Inferno e Suspiria).
Una pessima esperienza, il trionfo dell'umorismo involontario, un monumento al buco di sceneggiatura e un mesto guazzabuglio registico, reso funereo da una prova d'attori imbarazzante.



Bruce è sempre Bruce, ma valutare il quarto capitolo della saga di John McClane prescindendo dalla sua fisicità e dalle sue faccette sarebbe letale per la pellicola di Len Wiseman. Il film gioca per accumulo, alzando il tiro a ogni sequenza, ma perdendo sempre più progressivamente aderenza con l'icona-McClane nata nel primo capito. Si ride tanto, ci si diverte, ma non è Die Hard.



Carlo Mazzacurati è un bravo regista, che sa raccontare l'oggi attraverso prospettive non consuete e con sguardo onesto sulla realtà. Con La giusta distanza apre benissimo su uno scorcio di Nord-Est reso magistralmente da un manipolo di bravissimi attori, approfondisce, indaga, poi vira sul genere senza grande convinzione e scioglie l'intreccio in maniera davvero troppo banale. Peccato, ma grazie per Valentina Lodovini.



Dallo sceneggiatore degli ottimi film del ciclo di Bourne - Tony Gilroy - arriva questo Michael Clayton, noir tesissimo diretto con sicurezza e grande equilibrio, senza inutili fighetterie e sorretto da un'interpretazione delle migliori ultime di Clooney, alla ricerca di inedite declinazioni espressive. Grande fotografia, ottimo montaggio e un finale che - per quanto prevedibile - appare più necessario di quanto sembri.


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mai più senza

10:53 [emo] 12 Comments


Il rosario elettronico.

Sarà interfacciabile con Google Maps per poter visitare virtualmente i luoghi sacri?
Potrà inviare sms per poter comunicare con i fratelli?
Sarà dotato di cuffie e lettore mp3 per riascoltare gli angelus di Razzi?
Avrà in dotazione il controller per giocare a Bible Fight?

Per ora è dato sapere solo questo:

Il grande successo di ROSARIOMIO, conseguito grazie alle sue qualità estetiche, tecniche ed alla straordinaria facilità d'uso, ha spinto CLARIUS a produrre ulteriori versioni di questo splendido rosario elettronico.
Accanto alla classica versione "libro" con custodia in similpelle, una edizione "lusso" con l'applicazione di una preziosa placca d'argento sul frontespizio, pensata per regali esclusivi ed importanti.
Completa la collezione una edizione "giovane" che si caratterizza per l'uso del colore e per l'assenza della custodia­libro, sostituita da una tasca in materiale plastico trasparente, da portare al collo o in tasca. Il ROSARIOMIO diventa in questo caso un compagno di preghiera pratico ed economico, adatto anche per incontri all'aria aperta. E' proposto in due varianti di colore.


Il resto scopritelo qui.

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aggiurnamènt

16:06 [emo] 7 Comments



Dopo i bagordi lucchesi, si ricomincia con gli aggiornamenti al blog di OWC.
Per l'ultimo in ordine di tempo (che in serata verrà raddoppiato), dovete solo cliccare
QUI.
Niente di più facile.


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Lucca? una questione di facce...

08:13 [emo] 38 Comments



Andare a Lucca, vivere la fiera, significa entrare in un mondo altro, con regole e dinamiche tutte particolari.

E' un mondo il cui baricentro è costituito dai padiglioni e dagli stand, attorno ai quali fiumi di lettori, semplici curiosi, cosplayers e addetti ai lavori si fanno strada a fatica.

E' il mondo del "oh, ciao, tutto bene? Quanto resti in fiera? ah, bene, allora ci si vede dopo", salvo poi - sistematicamente - ripartire senza essersi visti.
Non dipende da disinteresse o - peggio - indeducazione, ma dal mero lasciarsi trasportare dalla frenesia di un lungo fine settimana in cui sarebbe comunque impossibile riuscire a incontrare in maniera decente tutte le persone che si avrebbe piacere.

E meno male che l'
anno scorso la ricollocazione dello spazio fiera dentro le mura ha permesso al baricentro-padiglioni di essere circondato dai satelliti-baretti in cui anche a 'sto giro è stato facile resistere alla forza gravitazionale e di riprendersi dalla ressa dei corridoi fra gli stand.

Quest'anno è andata ancora meglio e non avere l'impellenza di dedicare i giorni lucchesi a cercare qualche editore o comunque al (secondo)
lavoro, mi ha permesso di vivere la fiera con estrema rilassatezza e di godere della compagnia - ora lungo tutto il fine settimana, ora solo per il tempo di un breve saluto - di belle persone.

E' stata la Lucca delle facce.

La faccia folle di
Andrea dietro allo stand a presentare il suo primo fumetto, così come quella sorridente di Sara sempre all'esordio, la faccia ganzissima e premiata dal Gran Guinigi dei Doubleshottari Alessio, Stefano e Lorenzo, quella pipobarbuta e saggia del Bot, quella con le occhiaie di Alex, la faccia con le lenti inquietanti di Elena, le facce insulari di Bruno, Bruno, Fabiano, Fabrizio e Cinzia, Massimo, smoky, Sergio, Claudio e Marco, la faccia straordinariamente disponibile con tutti di Daniele, la faccia soddisfatta e rilassata di Armando, quella a un passo dall'esordio in edicola di Andrea, quella bellissima da neo-papà di Matteo,la faccia vichinga di Davide e quella da Gran Guinigi anche lui di Riccardo, le facce scorte purtroppo solo per un attimo di sir Carlo, Carmine, Firpo, Federica, Lorenzo, Luciano e di mio cugggino - da parte di Pratt - Giorgio, le facce viste per troppo poco tempo a prescindere di Werther e Flavia, la faccia in attesa di Duccio, quella da doppio hot-dog di Riccardo, quella da 7878 di Giacomo, quella squisita di Nicola, quella difforme e da rissa di Giorgio e - infine - la faccia cui non rinuncerei mai e poi mai in una fiera, quella di Antonio.
Peccato che a questa bella collezione mancasse la faccia con la febbre di Gianfranco.

Sono stati giorni di grasse risate, tanto (agognato) relax, un mare indistinto di fumetti, una sola - ma magnifica - mostra visitata (un brivido al cuore, gli originali di Pratt visti per la prima volta), leggende urbane inarrestabili e gran poca voglia di tornare a casa.

Ma se state leggendo queste righe, da qualche parte devo averne trovato almeno una scorta minima.


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