a rete unificata

16:22 [emo] 10 Comments


Non c'è ottimista più ottimista di chi riesca a stare in equilibrio nonostante tutto.
Di chi voglia restare in equilibrio nonostante tutto.

Sono stati dodici mesi davvero particolari, vissuti all'insegna delle più diverse declinazioni della fine, del termine di qualcosa.
La vita da questa parte dello schermo è molto diversa da quella che leggete da quella parte, ma è quanto di meglio ho cercato di vivere e va bene così.

Ci sono state colpe, ci sono stati meriti, scivoloni, ci sono state risalite, ci sono state botte e carezze, c'è stato davvero di tutto in quest'anno a uno sputo dalla fine.

Il 6 di novembre è cambiata la mia vita, almeno rispetto agli ultimi quattro anni.

Per scelta ben precisa, però, ho deciso dall'inizio di mostrare qua solo quanto riguardasse il modo in cui vivo il fumetto, riservando a tutto il resto che sta da questa parte del monitor solo delle piccole finestre.

Ma riconsiderando anche solo e soltanto il mio rapporto con le nuvole, non posso negare - e non ho alcuna intenzione di farlo - che sotto questo punto di vista è stato un anno indimenticabile.

Ha chiuso Comics Code, una delle esperienze più esaltanti che abbia mai vissuto.

Ho, soprattutto, dato al bisogno di scrivere la possibilità di farsi pratica, di indicarmi un percorso e l'ho intrapreso con estrema fiducia e serenità.
Solo (ri)cominciare a incamminarmi mi conferma passo dopo passo della bontà della scelta.

Ho incontrato persone con le quali ho fatto un pezzo di strada e altre con le quali dovrei camminare insieme lungo i prossimi dodici mesi: sarà un anno di parole e immagini da mettere in sequenza, sarà un anno da vivere con estremo equilibrio perchè sarà un anno molto faticoso.

Spero di riuscire ad avere anche in questo la stessa capacità di mettere un passo davanti all'altro su quella corda tesa che porta alla fine della storia.


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piccoli informatici crescono

09:13 [emo] 16 Comments


Io e l'informatica ci guardiamo in cagnesco da sempre.

Negli anni siamo arrivati a un tacito accordo: io mi limito ad usare pc/periferiche senza pormi domande sul loro funzionamento (e men che meno senza che metta i miei ditini al loro interno) e loro cercano di fare al meglio il loro lavoro.

Il patto sottintende anche l'uso di software.

Un ulteriore comma di questo accordo è tutto dedicato al blog: aggiornalo, usalo, scrivici, ma riguardo alle impostazioni nun t'allargà.

All'inizio, già aggiornare la colonnina dei links mi dava la sensazione di poter sostenere l'esame per la patente europea del computer.
Riuscire poi a personalizzare il blog con l'inserimento del counter, dell'orologio/datario e di altri ammenicoli come lo slide o (apriti cielo!) il juke-box mi hanno fatto sentire il re degli hacker.

Col passaggio alla versione beta di Blogger, però, ho temuto il peggio (e per qualche giorno non riuscivo manco a postare sui blog degli amici) e questo avrebbe dovuto castrare sul nascere qualsiasi tentazione riguardo all'applicazione delle nuove agevolazioni di questa famigerata versione beta.

Invece, novello Prometeo, me ne sono fregato dei patti taciti, dei silenti moniti e delle meste avvisaglie, cercando di capire un po' come avrei potuto utilizzare al meglio le nuove risorse offertemi in tentazione da Blogger.

Ho scoperto le etichette, ossia la possibilità di organizzare i vari post del blog secondo gli argomenti di volta in volta affrontati.

Questo che leggete, ad esempio, è etichettato come "comunicazioni di servizio".
Come dite? Che ho scoperto l'acqua calda e che una cosa del genere non può certo essere paragonata al fuoco sottratto da Prometeo?
Vi capisco, ma voi cercate di capire me: io un pc stento solo a capire come s'accende, immaginatevi quale rivoluzione copernicana può costituire ai miei occhi una cosa simile.

Sono, come dice qualcuno, un mesto ipoinformatico.

Qua sotto, per comodità, ho fatto un elenco di tutte le etichette dei post scritti fino ad ora.

Fatene buon uso.

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parentesi nerdica - 2

08:54 [emo] 14 Comments


... ma ancora non è arrivato.


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Buon Natale alla Chiesa

17:25 [emo] 23 Comments


La Chiesa non ha concesso i funerali religiosi a Piergiorgio Welby.



La Chiesa ha concesso i funerali religiosi ad Augusto Pinochet.

Io non sono credente, ma in questo giorno dedicato alla nascita di Qualcuno importante per la Chiesa, a questa vanno i miei più cordiali e sentiti vaffanculo: mi piace pensare che quel Qualcuno in cui io non credo - se fosse esistito - oggi si vergognerebbe per chi, in Suo nome, prende decisioni simili.


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verso una nuova frontiera

15:00 [emo] 1 Comments


E' scomparso Gino D'Antonio.

Il 2006 è stato costellato da una serie di lutti per il mondo del fumetto (cito soltanto Alex Toth o Ferdinando Tacconi, per esempio) e la morte di D'Antonio costituisce un ulteriore impoverimento per questo linguaggio.

L'immagine che ho scelto per illustrare questo topic è la copertina del primo numero della sua opera più famosa, quella Storia del West nella quale l'autore milanese ha riversato gran parte della propria maestria narrativa (sia come scrittore che come disegnatore) e che - coincidenza simbolica e toccante - è proprio in questi giorni giunta alla conclusione nella collana di ristampe dedicatale da If Edizioni.

Per questo Natale, fatevi un regalo: recuperatela - se non l'avete - e leggetela.

Auguri a tutti.

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nascondersi dietro la storia

09:51 [emo] 8 Comments


In uno dei recenti commenti sul suo blog, Igort - riferendosi al lavoro dell'autore - ha usato l'espressione "nascondersi dietro la storia".
Come spesso succede, a volte sono gli altri a riuscire a trovare (del tutto inconspevolmente) le parole perfette per sintetizzare un tuo stato d'animo, una tua esigenza.

E' capitato anche in questo caso.
Le parole usate da Igort fotografano con assoluta precisione ciò che sto cercando di imparare per alcuni aspetti e affinare per altri.
Non prevaricare, non imporre, non usare la storia come un mero pretesto per mostrare se stessi, ma usare se stessi per raccontare una storia.
In apparenza tutto facile...

In questo periodo ho avuto modo di concentrarmi su diverse cose (OWC, Killer Elite 2, la storia per il secondo numero di Mono, il Benzi, un paio di altri spunti ancora molto molto acerbi) e nel momento in cui sono riuscito a guardarle e rileggerle con un minimo di distacco, la sensazione che ho provato è che fossero scritte da persone diverse, nonostante sapessi di essere io il minimo comun denominatore e di aver affrontato quelle storie in un breve lasso di tempo (si potrebbe quasi dire in contemporanea).

La speranza è che questa sensazione dipenda proprio dal riuscire a nascondermi dietro ognuna delle storie e a tenere sempre come prioritario il racconto rispetto a tutto il resto.
E' un discorso, che - a suo modo da un'altra prospettiva - ho già sfiorato di recente e che ora credo di capire un po' meglio.

E' bastato fare un salto sul blog di Duccio per averne conferma: rivedere il Benzi, incrociare alcuni dei comprimari (li potete vedere tutti là in alto) mi ha permesso di riappropriarmi di uno sguardo sul racconto che è quello del racconto del Benzi e non è (nè può essere) quello che ho su OWC o sugli altri cui ho accennato.

E' stato bello.


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La persistenza della colpa

18:31 [emo] 38 Comments


Flickr è uno stupendo sito che ospita innumerevoli gallerie fotografiche.
Durante un'oziosa e poco convinta passeggiata presso quei lidi, ho trovato la foto che vedete qua sopra (nei prossimi giorni metterò il link alla pagina dell'autore: ora, mea culpa, non me lo ritrovo).
Le parole qua sotto sono venute di conseguenza.


Non voleva girarsi.
Per quanto la sua nudità fosse evidente, non voleva incrociare il suo sguardo nemmeno per errore.
Non si trattava di imbarazzo o di pudore, ma di una scelta che originava da un diverso afflato emotivo.

La odiava.

Non sapeva quando fosse nato con esattezza quel sentimento tanto violento, ma non riusciva - nè voleva - dare un nome diverso a ciò che provava.
Odiava il suo stare soprapensiero mentre lui si lavava, persa in chissà quali rivoli di memoria.
Odiava il suo modo di fumare.
Odiava il fatto che il suo primo pensiero ogni mattina fosse sempre e soltanto quello di disegnare il contorno delle proprie labbra con un rossetto da quattro soldi.
Odiava sentire il suo respiro interrotto da nervosi e rauchi colpi di tosse mentre lui si lavava.

Non aveva mai nemmeno provato a parlarle e a dirle almeno di non stare seduta su quello sgabello mentre lui si faceva la doccia perchè non avrebbe sopportato l'idea di subire come ritorsione il suo severo silenzio di madre.

Un silenzio antico, nel quale lui non aveva mai trovato spazio, nemmeno quando da ragazzino stava in cortile a giocare con i suoi coetanei.
Le madri dei ragazzini li chiamavano per cena, come capita ovunque, come capita a chiunque.
Lei no. Lei fumava alla finestra e guardava lontano o forse solo poco oltre il balcone, qualche volta guardava anche lui, ma non lo chiamava mai.
Lui risaliva a casa solo quando la luce dell'unico lampione funzionante del cortile non lo scaldava più a sufficienza e - dentro di sè - sentiva un timore atavico, che riconosceva anche come immotivato, ma che nella sua persistenza gli impediva di sentirsi solo.

Unico amico d'infanzia, questo insondabile e inafferrabile senso di colpa - lo sapeva bene - era un altro pilastro portante della cattedrale d'odio che negli anni aveva eretto contro di lei.
Era troppo debole per fuggire di casa, troppo insicuro, troppo impaurito dal non sapere come vivere senza quel giudice silenzioso che gli stringeva lo stomaco solo all’idea di allontanarsi da lei.

Ogni mattina, nella liturgia della doccia, in quel distorto momento di intimità non intima, il suo odio si rinnovava e si rialimentava.

Anche quella mattina, però, com’era successo nei vent’anni precedenti da quando ne aveva memoria, finita la doccia si sedette sul bordo della vasca da bagno e le chiese di tagliargli le unghie dei piedi.

Spenta la sigaretta nel cesso, lei spostò lo sgabello e si sedette davanti a lui, prendendogli come sempre per primo il piede destro e accogliendolo sul grembo.

Non c’era momento in cui la odiasse di più.

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confessioni

15:46 [emo] 11 Comments



Ok, lo ammetto: lo sto aspettando con una certa ansia.


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la sorpresa dell'idea

12:16 [emo] 15 Comments


Un'immagine, una porzione di sguardo altrui che parla, che solletica, che stimola, che a volte scatena delle reazioni, emozioni, suggestioni.

E' già tanto ed è già bello.

Ma quando un'immagine ti prende per mano e ti porta su un sentiero che non avevi visto e ti vien voglia di percorrerlo senza farti domande, è del tutto naturale - dopo - aver voglia di raccontarlo quel percorso.

Sono poche le cose che mi esaltano come l'essere sorpreso da un'idea di racconto, da uno scorcio di storia.


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Killer Elite: il blog [aka Blog Spot Special]

09:22 [emo] 2 Comments


Ok, a 'sto giro la ruota si ferma ancora su Killer Elite (vi risparmio la solita sequela di rimandi incrociati: guardate il post sotto questo e - se siete all'oscuro di qualcosa - vi si aprirà un mondo).

Questa volta parliamo del blog dedicato al progetto: è partito ieri e offrirà tutta una serie di dietro le quinte, contenuti speciali, segreti, omissis, lazzi e cazzilli vari dedicati al fumetto più fico che potreste leggere.

Ah, quasi dimenticavo: per visitare il blog basta che clicchiate QUA. Fatelo in tanti. Fatelo spesso.


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Killer elite: si procede

16:17 [emo] 7 Comments


Qualche giorno fa ho parlato del fatto che insieme a Gianfranco ci stavamo accingendo a sviluppare il nostro capitolo di Killer Elite 2.

Ebbene, ieri abbiamo stabilito come far muovere Augustus Brugel (il killer dei killer), Ted Lavater (il killer sfigurato) e Leviatank (il killer androide).

La cosa interessante è che per la prima volta ho avuto modo di sperimentare un nuovo modo di scrivere, quello cosidetto "all'americana".

Partendo dal soggetto scritto da Lorenzo (Corti) e Alessio (Landi), abbiamo sviluppato meglio l'azione distribuendone i momenti principali lungo le 8 tavole del nostro capitolo e individuando le inquadrature portanti.
Su questo Gianfranco ha realizzato lo storyboard dell'intera sequenza e basandomi sul suo lavoro dovrò ora scrivere i dialoghi.

Quando ad aprile avrete modo di leggere l'albo e farvi un'idea, potrete anche suggerirmi se è il caso di replicare una tecnica simile o se sia il caso che - invece - continui a parlare (scrivere) come magno.

Nel frattempo, potete almeno gustarvi un dittico di vignette tratto dalla quarta tavola del capitolo.

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[post gemello] John back in the days...

09:43 [emo] 22 Comments


Il lavoro su Killer Elite procede, così come quello ancora top secret sempre in coppia con Gianfranco. In attesa di sciogliere un po' la riservatezza e di postare qualche assaggio delle tavole, ecco un piccolo divertissement sul protagonista che Gianfranco ha realizzato negli scorsi giorni.


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