di paperi e briciole di biscotti
Questa mattina presto passo in edicola per la consueta annusata fra il casino che è il settore fumetti (oddìo, già chiamarlo settore è un regalo generosissimo), dato che non riesco ad abituarmi all'idea che gli stessi fumetti che ci troverei mi arrivano comunque in libreria.
Annusa e sposta, alza e sbircia e vien fuori un volume del quale non avevo sentito parlare (un altro dei vantaggi ottenuti dall'aver abbandonato la critica e l'informazione è che le novità sono spessissimo vere novità): Vita e dollari di Paperon De' Paperoni, un'antologia delle migliori storie barksiane dedicata ai sessant'anni del papero più ricco del mondo.
Arrivo in libreria, comincio a spiluccarne l'introduzione e apprendo che si tratta praticamente della ristampa di un vecchio Oscar Mondadori, che ho sempre avuto sotto gli occhi in casa grazie a mio padre.
Da ragazzino l'avrò sfogliato e letto un milione di volte, ma sono ormai abituato alle crisi narcolettiche della mia memoria e non mi stupisco più di tanto di non ricordare apparentemente nulla.
Sfoglio così le pagine del volume, ma la memoria viene ridestata a strattoni e calci da un sonno di anni: se state pensando a magdaleine, briciole di biscotti e tazze di the, c'avete preso in pieno, quindi vi risparmio la tiritera, ma sta di fatto che - pagina dopo pagina - riemerge con prepotenza la sequela di ricordi nitidi riguardo le storie e rinuncio all'idea di continuare non solo a sfogliare, ma anche a (ri)leggerne almeno una: oggi preferisco ricordarle così come sono tornate a rivivere, magari domani (o domani l'altro o la prossima settimana o con l'anno nuovo o) le rileggerò con gli occhi di oggi.
10 commenti:
Il volume per eccellenza.
La mia copia ha le pagine che ormai si staccano appena le sfogli :-(
Da propinare tre volte al dì ai detrattori del fumetto popolare.
La prova concreta che Emo ormai è a un passo dalla demenza senile: compra, legge, dimentica, ricompra, rilegge, ridimentica... il lettore ideale. Ce ne fosse di altri così, il fumetto non sarebbe in crisi. Ma d'altronde, noialtri autori di fumetto popolare saremmo inutili, tanto comprerebbero sempre e solo Barks (per poi dimenticarlo, ricomprarlo, rileggerlo...).
Scusate l'italiano ballerino, ma è pur sempre lunedì mattina...
@fabri> ovviamente concordo e condivido la stessa esperienza esfoliante :)
@silvio> a mia parziale discolpa: il volume l'ho preso sulla fiducia, dato il genetliaco e poi è lunedì mattina anche per me :asd:
Eh, le belle storie di una volta... il fatto è che oggi, in Italia, persino uno come Barks avrebbe difficoltà a scrivere cose "veramente" umoristiche. Questo perché un certo tipo di umorismo si trova già allo stato grezzo, un po' d'appertutto. Un esempio? Come ha fatto notare Crozza ieri sera, Berlusconi ha appena fondato un partito che si chiama "Partito del Popolo". "PdP", come Paperon de Paperoni.
A proposito di umorismo involontario: dappertutto è molto meglio di d'appertutto.
E perchè mai? Trovo d'appertutto davvero divertente, poetico, innovativo quasi quanto il Partito della Libertà: non è un caso che sia scaturito da quel genio creativo che risponde al nome di Bruno Enn'a.
Il vero genio sei tu. Io non faccio testo, ma solo errori d'ortografia.
prefazione di Dino Buzzati
PAperone nella biografia di Don Rosa (successore di Barks) è nato nel 1867 e morte nel 1967, 40 anni fa esatti
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