Sono criminali

15:04 [emo] 3 Comments


Per Panini è uscito in questi giorni Criminal, fatica a fumetti di Ed Brubaker e Sean Phillips, edita originariamente negli USA sotto l'etichetta marveliana Icon.
Quando un anno e mezzo fa venne fuori la notizia della pubblicazione di questo noir, mi spaventò parecchio il rischio che Once Were Criminals potesse averci più punti di contatto e pur amando enormemente il lavoro sia di Brubaker che di Phillips, non nego che gli lanciai a prescindere delle bestemmie non da poco.

Certo, il genere è frequentatissimo, fa riferimento a un insieme di topoi narrativi ai quali è difficile (e forse ingiusto) rinunciare, quindi già questo avrebbe potuto rassicurarmi e tranquillizzarmi, ma evitai comunque di acquistare Criminal, evidentemente non solo perchè non capisco una cicca d'inglese, ma anche per immaginabili remore - ocio all'aggettivo fico - deontologiche, dal momento in cui OWC era avviato, ma molto lontano dalla forma ben precisa che ha assunto nei mesi successivi e a quella che ha raggiunto oggi, ormai è indirizzata su binari ben precisi.
Proprio per questo motivo, con tutto che qualche timore ancora lo serbavo, ieri ho letto il volume della Panini con serenità e - a prescindere da tutto il discorso fatto finora - con sconfinata bramosia, scatenata non solo dall'amore per il genere, ma anche per la coppia di autori, una delle mie preferite in assoluto.

Al termine della lettura ho provato sicuramente un gran senso di sollievo (certo, a volte qualche sussulto preoccupato l'ho vissuto), ma - più in particolare - un gran senso di soddisfazione, dato che Criminal è innanzitutto una bellissima lettura.
Sono sicuro che molti di voi non rimarrebbero che affascinati dalla vicenda di Leopold, rapinatore esperto, ma codardo, alle prese con un colpo da cinque milioni di dollari in diamanti.
Brubaker e Phillips si districano con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
La forza di tutto risiede nella chiarezza d'intenti, nel giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.
Vien da sè che attendo con curiosità famelica e irrefrenabile il secondo volume.


3 commenti:

smoky man ha detto...

non aspettare... impara l'inglese, nenno ;)

smok!

[emo] ha detto...

lo impaererò, forse comincio pure a breve a farlo.

Susanna Raule ha detto...

Appena letto.
E' innegabilmente ben fatto, anche se, come in certo senso dici anche tu, non aggiunge assolutamente niente al genere.
Intrattenimento d'autore.