Caravan n.1 - Il cielo su Nest Point
Bello e pure tanto. Sì, lo so, è una miniserie, bisognerebbe parlarne alla fine, ma chissene: Caravan parte benissimo, con un primo numero scritto e disegnato impeccabilmente.
A cominciare dalla confezione grafica (il riuscito logo in primis, l'impostazione delle bellissime cover di Emiliano Mammucari) e fino alla ciccia che questa avvolge, la nuova miniserie Bonelli si presenta come perfettamente calata in un certo tipo di tradizione (Agenzia Alfa, in parte Volto nascosto e - soprattutto - Storia del west sono lì a ricordare degli altri tentativi bonelliani di impostare coralmente una serie), ma senza sentirvisi soggiogata.
Grande attenzione al ritmo (soprattutto in apertura e sospensione delle scene) e alle caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, che risultano quotidianamente credibili anche laddove - di solito - la tipologia presenterebbe dei grandi rischi in termini di resa (mi riferisco, in particolare, ai personaggi-bambini o ragazzini) o nel ricorso a figure archetipiche (lo sceriffo all'ultimo giorno di lavoro prima della pensione)
Michele Medda sceglie la strada del realismo piano e della verosimiglianza anche attraverso i dialoghi, scevri di inutili didascalismi e che - anzi - contribuiscono ad esprimere al meglio i caratteri sia laddove lascino intravvedere spunti per un metatesto da approfondire (la presentazione del progetto che Donati fa al ricco imprenditore) sia nel generale tono da commedia leggera (il direttore del giornale, il medico amico dei Donati, lo sceriffo).
L'unica perplessità riguarda la gestione del punto di vista: Medda sceglie il figlio dei Donati che, in una serie di flashback in forma diaristica, racconta come la città di Nest Point sia stata evacuata (e non dico altro per non spoilerare), solo che - pur comprendendo le inevitabili licenze o forzature che un'impostazione del genere richiede necessariamente - in certi momenti non si capisce come abbia potuto acquisire delle informazioni relative ad alcuni accadimenti.
Ben poca cosa, comunque, rispetto a tutto l'elegante impianto narrativo tessuto dallo scenggiatore, che trova in Roberto De Angelis il complice ideale, se pensiamo alla grande disinvoltura e consapevolezza tecnica sopraffina, all'ottima resa dei personaggi, all'ottima versatilità che gli permette di rendere sia nei momenti maggiormente d'atmosfera sia in quelli più d'azione e alla consueta eccellente efficacia nella ricostruzione delle locations: la perfetta risposta grafica all'impostazione narrativa di Caravan.
4 commenti:
a me è piaciuto tanto tanto...
bello davvero. si legge tutto bene e ti vien voglia di leggerne ancora.
Idem come sopra anche se per farmi un idea più precisa, aspetto fra i primi 3 e i 5 numeri iniziali. I disegni di De Angelis sono sempre fantastici (peccato che le copertine di NN ultimamente mi sembrano troppo tirate via).
concordo al 100%
finito di leggere 10 minuti fà!
gran bel inizio..
ps: un roberto de angelis da paura!!!
bellissima serie, siamo arrivati al quarto volume e attendiamo con ansia il prossimo!
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