linguaggi diversi

22:34 [emo] 10 Comments



Un paio di mesi fa postai un breve racconto - La persistenza della colpa - che mi fu suggerito da una foto trovata in rete (lo trovate QUI) e successivamente mi venne la curiosità di sperimentare se ciò che mi sembrava funzionare solo come parola scritta potesse reggere anche nel passaggio a una forma diversa, ossia un fumetto.

Ne è scaturita una sceneggiatura per una breve storia di sei pagine e ho toccato con mano quanto fosse necessario adattare il solo testo scritto al nuovo linguaggio.
Ciò che ho cercato di mantenere è innanzitutto il senso, il cuore della storia, così come le atmosfere che avevo cercato di creare attraverso il racconto.
L'aspetto più delicato da affrontare, che ha imposto di intervenire in maniera più attenta, è stato (e sarà) quello di capire cosa mostrare attraverso le immagini e cosa lasciare alla parola scritta, individuare l'equilibrio fra suggestione e visibile.

Qualche settimana fa, inoltre, riprendendo con Duccio il discorso relativo al Benzi, ci siamo ritrovati di fronte alla necessità di partire un po' più da lontano per far incontrare al meglio il mio ruolo/linguaggio di sceneggiatore e il suo di disegnatore su una distanza meno difficoltosa della storia lunga (presumibilmente molto lunga) che vedrà il Benzi protagonista.
Abbiamo quindi deciso di cimentarci su una storia breve sulla quale poter esercitare un controllo maggiore e sulla quale provare a sperimentare non tanto ciò che racconteremo con il Benzi, quanto il nostro modo di lavorare insieme.
Ho quindi proposto a Duccio di lavorare sull'adattamento a fumetti de La persistenza della colpa, soprattutto perchè - mentre lo sceneggiavo - intimamente lo visualizzavo disegnato proprio con il suo stile.

Tempo pochi giorni e Duccio ha realizzato qualche studio sui due personaggi protagonisti e gli storyboard delle prime tre tavole (l'immagine che vedete lassù è lo storyboard della terza) e stiamo capendo sempre meglio come raccontarla nel giusto modo.

Parallelamente a questo percorso di incontro di linguaggi, ho individuato un elemento ricorrente in sottofondo, la musica, un ulteriore linguaggio, che regala a questo piccolo lavoro un ulteriore aspetto interessante (almeno per me, spero per voi).
Il passaggio dal racconto alla sceneggiatura è stato accompagnato - cosa inedita per me - dall'ascolto di musica, Duccio è un musicista e il racconto del Benzi e i disegni di Duccio ispirarono a un amico musicista un valzer.
Mi piace pensare che tutto ciò sia di buon auspicio.


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100 buoni motivi per leggere 100 Bullets

18:08 [emo] 24 Comments


Ieri ho dedicato tutto il pomeriggio a leggere i 30 numeri arretrati che mi mancavano di 100 Bullets. Ero fermo al terzo volume pubblicato in Italia e ho fatto tutta una tirata pappandomi i successivi episodi pubblicati su Vertigo Presenta e sul primo volume (equivalente al settimo americano) in italiano, edito da Planeta/DeAgostini.
Dire che è stata un'esperienza ai limiti del sesso tantrico sarebbe fare un torto all'opera di Brian Azzarello ed Eduardo Risso, quindi provo a imbarcarmi in un giochetto che metterà a dura prova gli scarsi residui della mia sanità mentale.
Eccovi 100 buoni motivi per leggere 100 Bullets.
Intanto, io aspetto il volume numero 8.

  1. la trama di Azzarello
  2. i dialoghi di Azzarello
  3. i disegni di Risso
  4. lo storytelling di Risso
  5. le copertine di Johnson
  6. i colori di Grant Goleash
  7. i colori di Patricia Mulvihill
  8. le traduzioni di Matteo Casali
  9. l'agente Graves
  10. Mr. Shepherd
  11. i minutemen
  12. il trust
  13. Wylie Times
  14. Milo Garret
  15. Cole Burns
  16. Dizzy Cordova
  17. Lono
  18. Jack Daw
  19. Echo Memoria
  20. Mr. Branch
  21. Curtis Hughes
  22. Loop Hughes
  23. Augustus Medici
  24. Benito Medici
  25. Megan Dietrich
  26. Daniel Peres
  27. Emilio Cordova
  28. Lee Dolan
  29. Nino Rego
  30. Chet
  31. Joe Di Maggio
  32. Garv
  33. Mikey
  34. First shot, last call
  35. Split second chance
  36. Hang up on the lang low
  37. A foregone tomorrow
  38. The counterfith detective
  39. Six feet under the gun
  40. Samurai
  41. Croatoa
  42. i personaggi di contorno che ritornano
  43. i bar e i diner
  44. i vicoli
  45. le ville
  46. le strade larghe
  47. le luci del giorno
  48. le luci della notte
  49. il Messico
  50. "Come ci si sente ad essere un fantasma, eh Dizzy?"
  51. "Mi scusi..."
  52. "Questa è casa mia. Voi scemi siete solo in affitto."
  53. "Se davvero credi nelle punizioni... questo è il momento per provarlo."
  54. "Mandatemelo."
  55. "Grazie, Lee. Ci si vede in giro."
  56. "Proprio qui, bella, con un uomo morto che punta una pistola davanti al tuo bel faccino!"
  57. "La vita è tutta qui, Lee, nelle carte che ti capitano."
  58. "E perchè? So che non mi starai a fregare."
  59. "Guarda questa macchina, e poi guardati tu, giovanotto. ora fingi di essere uno sbirro."
  60. "Fanculo i vecchi tempi, a chi servono?"
  61. "Tuo padre, Loop, è un uomo special... impara da lui, capito?"
  62. "Dì un po', hai mandato il mio ragazzo ad uccidermi?"
  63. "Si, lo eri. Te lo dissi allora. Eri il mio agente migliore."
  64. "Sangue di giuda, ma dico io... mi hai appena visto fare secco un altro stronzo e pensi di potercela fare a fregarmi? uno come me? Cosa cazzo sei, un ritardato mentale?"
  65. "E' difficile capire se Graves ha un piano preciso, al momento"
  66. "Giusto, amico, voglio dire, veniamo tutti da un posto migliore di quello in cui stiamo, no?"
  67. "No, parlo come una che prende seriamente le sue responsabilità. E' diverso."
  68. "Io sono la luce delle famiglie."
  69. "Mi chiamo Benito Medici. Sai che significa questo?"
  70. "E perchè? per dimostrarmi che sapere non significa potere."
  71. "Questo lo chiama camminare?"
  72. "Ma sono sveglio ed è il mio giorno libero, quindi devono essere l'ora della birra in punto."
  73. "In America scopiamo?"
  74. "Stamattina mi sono svegliato in ospedale."
  75. "Qualcun altro, però, si era preso la mia vendetta."
  76. "Eddai, Chet... non è forse una faccia della quale ti puoi fidare, questa?"
  77. "Aprite questa merda di cancello!"
  78. "Questo è sempre stato il tuo problema, Milo... sono poche le cose che ti piacciono."
  79. "Bè, non si può mai dire quanto in fretta può cambiare il tempo."
  80. "Niente di te è mai stato nemmeno lontanamente simile al "chiaro"."
  81. "Pa'... magari quando arriviamo a casa... puoi insegnarmi le regole del gioco."
  82. "Mai data loro la mancia in vita mia."
  83. "Quando sono loro a guardar le luci... luci come le nostre... loro cosa vedono?"
  84. "Wylie Times? Ho qualcosa per te."
  85. "Gran bel colore di rossetto, signora."
  86. "Bentornato a casa, negro. Sei proprio nella merda."
  87. "Hai da accendere?"
  88. "Nessuno di noi va da nessuna parte."
  89. "Che ne dici di una cella privata?"
  90. "E' bello rivederti, piccolo Hughes."
  91. "Uno dei miei problemi.... sta per essere risolto."
  92. "E' questo il problema. non ci servono dottori, in questo zoo... ci servono veterinari."
  93. "Ti fotto io, Erie, da dietro, da sopra e da sotto fino a che la fica di tua madre ti ingoierà di nuovo per la vergogna."
  94. "Già, è sempre stato il tuo problema, Lono. E il motivo per cui ho sempre potuto contare su di te."
  95. "Ogni osso rotto, livido, taglio, foro e perfino decesso... è causato dalla stessa cosa."
  96. "Dì un po', quante pallottole ti restano?"
  97. "Mikey! Piccolo stronzo degenerato!"
  98. "T'ho detto come ho avuto la pistola, vero?"
  99. "Non ho infilato io l'ago nel tuo braccio."
  100. "...il posto che fa per me."

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la musica dell'azione definitiva

11:41 [emo] 27 Comments


Oggi mi è arrivato l'agognato CD della colonna sonora di Miami Vice.

Michael Mann
è un geniaccio, ma arrivo buono ultimo a dirlo pubblicamente.
Con tutta probabilità è uno dei maggiori registi attualmente in attività per capacità di gestire la tensione narrativa, per la messa in scena, per le scelte di fotografia, per un sacco di cose, compreso il gusto nella scelta della colonna sonora adeguata per i suoi film.

Miami Vice è il film poliziesco/d'azione definitivo, il nuovo paradigma con cui tutto il cinema futuro di questo genere dovrà necessariamente confrontarsi, anche negandolo, ma rimarcandone comunque l'imprenscindibilità.
Il lavoro di rilettura della serie televisiva che lo stesso Mann ha creato, inoltre, è sorprendente, anche grazie all'interpretazione che Farrell e Foxx fanno di Sonny e Tubbs, i due personaggi originariamente portati sul piccolo schermo da Don Johnson e Philip Michael Thomas.

Adrenalina, testosterone, amicizia virile telepatica, amore sofferto, location da incanto, motoscafi, armi che accompagnano il ritmo serratissimo della vicenda.

Tutto questo aveva necessità di una colonna sonora che sottolineasse e accompagnasse i cambi d'atmosfera e situazione nel migliore dei modi. E Mann ha raggiunto l'obiettivo.

Tracklist

01. In The Air Tonight – Nonpoint
02. One Of These Mornings - Moby
03. We're No Here - Mogwai
04. Sinnerman (Felix Da Housecat's Heavenly House Mix) - Nina Simone

05. Auto Rock - Mogwai
06. Arranca - Manzanita
07. Ready For Love - India.Arie
08. Strict Machine - Goldfrapp
09. Pennies In My Pocket - Emilio Estefan
10. New World In My View - King Britt
11. Sweep - Blue Foundation
12. Anthem - Moby
13. Blacklight Fantasy - Freak Chakra
14. Mercado Nuevo - John Murphy
15. Who Are You - John Murphy

16. Ramblas - King Britt
17. A-500 - Klaus Badelt

Se cliccate QUA potrete farvi un'idea abbastanza precisa ascoltando i primi 30'' di ogni pezzo.
QUA, invece, una recensione ben più tecnica di quella del tutto emotiva e acritica che potrei farne io.

Ah, quasi dimenticavo: nel CD non è presente il pezzo dei Linkin Park, che regala a tutta la colonna sonora un tocco davvero suggestivo.
Qua sotto potete vedere il video.






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ricordando Will Eisner

17:45 [emo] 2 Comments


Il 3 gennaio scorso è ricorso il secondo anniversario della morte di Will Eisner e penso che il modo migliore per continuare ad alimentarne la memoria sia continuare a leggerne le opere.

In seconda battuta, penso che sia doveroso cercare di divulgarne l'importanza storica e artistica attraverso iniziative culturali come quella che vi segnalo con l'immagine qua sopra.

Se qualcuno di coloro che passano da queste parti non avesse mai sentito nominare Eisner o non ne sappia molto, magari può provare a incuriosirsi provando a leggerne un'intervista che ci concesse quando facevo parte della redazione di Comics Code oppure dando uno sguardo allo speciale che realizzammo a corredo dell'intervista stessa.

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promemoria 01

12:35 [emo] 4 Comments



Ricordati quanto prima di onorare i penati con un post apposito.



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blog spot 8

09:41 [emo] 7 Comments


Con questa puntata di Blog Spot riesco finalmente a fare un bel passo in avanti nella carrellata di presentazione dei bloggers che ho linkato nell'apposita sezione.
Eccovene infatti altri 10.

  • Michele Foschini - Se c'è qualcuno che è stato impegnato letteralmente a 360° nel fumetto, questo è Michele Foschini. E' sceneggiatore, è stato editore, è editor per due etichette diverse (Edizioni BD e ReNoir), traduce fumetti. Il suo blog è sospeso fra il mondo del fumetto e l'intimità del diario.
  • Mirko Benotto - E' un disegnatore dallo stile fortemente personale, che riesce a sintetizzare l'immediatezza pop/mainstream con le venature del fumetto di ricerca/underground.
  • Niccolò Storai - attivissimo, Niccolò è un autore mosso da costante urgenza espressiva. Ha collaborato e collabora con diverse realtà editoriali (Nicola Pesce e 001). Attualmente è impegnato su un lavoro per Mondadori.
  • Paolo Aldighieri - meglio noto con il nick Eriadan, Paolo Aldighieri è uno degli autori che meglio hanno fatto proprie le potenzialità del web. Le sue strisce riconciliano con il piacere estremo della leggerezza.
  • Paolo Martinello - Sono sicuro che non appena verrà distribuito il suo Delethes (Vittorio Pavesio Editore), il nome di Paolo comincerà a ricorrere vertiginosamente sulla rete in forum, blog e siti.
  • Remo Fuiano - Remo è un autarchico ed è un disegnatore che se ne frega della commerciabilità del proprio stile, perseguendo costantemente un percorso espressivo intimamente personale. E' anche animatore della fanzine deliziosamente old style Quijote.
  • Riccardo Torti - Lavora per l'Eura Editoriale da un paio d'anni, per la quale ha realizzato parecchi episodi di Trapassati Inc. (su Skorpio) e un buon numero di liberi. Ora è passato sulla serie mensile di John Doe ed è in rampa di lancio.
  • Roberto Di Salvo - Fino ad ora ha lavorato su Alta Fedeltà n.4 (Edizioni BD), Avalonia Special n.1 (Taormina) e soprattutto Brand New (Pianeta Rosso, FreeBooks). Se aggiornasse regolarmente il blog potreste rifarvi spesso gli occhi sulla sua bravura.
  • Roberto Recchioni - Sceneggiatore (e disegnatore), è stato fra i membri fondatori della Factory, lavora da più di 10 anni in Eura (Skorpio, Lanciostory, John Doe, Detective Dante) e recentemente è approdato sia in Astorina su Diabolik che in Bonelli su Dylan Dog. Ama la polemica e sul suo blog non ne mancano.
  • Sara Pichelli - Disegnatrice dal segno interessantissimo che lavora prevalentemente nel mondo dell'animazione, ma che potrebbe senza alcun problema cimentarsi anche nel fumetto. Nel frattempo, godetevi i suoi lavori sul blog.

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scrivere Killer Elite

10:36 [emo] 12 Comments


Sono stato coinvolto in Killer Elite da Lorenzo Corti, che mi chiese di salire a bordo sul finire del 2005.
Ho accettato con grande entusiasmo soprattutto per tre motivi.
Intanto, il progetto mi aveva da subito divertito tantissimo come lettore e poi mi stuzzicava enormemente l'idea di partecipare a una storia corale (più autori, più personaggi e più storie/episodi/capitoli).
Infine, ero curioso di lavorare per la prima volta su personaggi altrui e sotto la supervisione dei loro creatori (Lorenzo e Alessio).

In generale, scrivere KE2 è stato molto divertente, così come è stato molto molto istruttivo partecipare a una storia corale rispettando il lavoro dei suoi creatori.
Da quest'ultimo punto di vista, ho toccato con mano l'importanza di tenere come unico punto di riferimento il risultato finale, la storia da raccontare, imponendomi di considerare sempre questa come prioritaria rispetto alla tentazione di imporre il mio sguardo sui personaggi.

In origine avrei dovuto scrivere solo un capitolo di KE2, ma in itinere si è reso necessario coprirne anche un altro.
Il primo è stato disegnato da Gianfranco Giardina, il secondo vedrà a breve all'opera Andrea Del Campo.

Con Gianfranco abbiamo affrontato il nostro capitolo dopo molti mesi di scambi continui e di lavoro su OWC, quindi si era già instaurato un bel feeling e avevamo già cominciato a sviluppare uno sguardo comune sull'approccio al racconto.
Il nostro capitolo è stato frutto di uno scambio di idee telefoniche, in cui abbiamo visualizzato la sequenza, fissandone il baricentro e il mood, che poi Gianfranco ha tradotto in storyboard che sono serviti a me per scrivere i dialoghi. Ora Gianfranco è passato alle matite definitive, che verranno inchiostrate da Lorenzo Ruggero. Se vogliamo, un modo di lavorare quasi all'americana, cosa del tutto inedita per me.

Con Andrea, invece, ci conosciamo poco e KE2 costituirà il nostro primo lavoro insieme.
Per la sequenza che stiamo realizzando insieme ho scritto una sceneggiatura vera e propria, che prevede all'origine la regia della tavola così come i dialoghi. In questo senso, il modo in cui verrà realizzato il nostro capitolo sarà più tradizionalmente all'italiana o all'europea che dir si voglia.
Sono estremamente curioso di vedere come verrà portato a termine il lavoro, così da trarne ulteriori riflessioni.

In una prossima occasione vedrò di approfondire un'altra dinamica, quella fra me e gli altri sceneggiatori dello staff, ma magari - per amor di cross-over - direttamente sul blog di KE.
Su quest'ultimo, oltretutto, potete fin da ora sapere come fare a prenotare l'albo.



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prove tecniche d'atmosfera

17:45 [emo] 8 Comments




Tre vignette a matita tratte da OWC e rubacchiate al blog di Gianfranco.
Provate a guardarle ascoltando la voce calda e suadente di Julie London che interpreta Cry Me a River (uno dei titoli fra i quali abbiamo scelto quello definitivo nascosto nell'acronimo OWC) e avrete un'idea dell'atmosfera che aleggerà in gran parte della storia.

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Non è un paese per vecchi

14:48 [emo] 13 Comments


Nonostante faccia il libraio, una delle mie abitudini irrinunciabili è quella di acquistare comunque libri anche in altre librerie.
In questo caso, m'è capitato di incrociare Non è un paese per vecchi alcuni mesi fa nella libreria di un aeroporto, mentre ero alla ricerca di tutt'altro.

Non conoscevo McCarthy se non per sentito dire, sono stato attirato dal colore accecante della copertina e, secondo livello d'attrazione, dal titolo.
Vuoi perchè proprio in quel periodo stavo cominciando a chiarirmi molto meglio le idee su OWC, vuoi perchè la quarta di copertina ha fatto il suo dovere, vuoi perchè avevo la curiosità di leggere qualcosa di un autore di cui non avevo mai letto niente, ho acquistato il libro.

Ho cominciato a leggerlo durante il volo Alghero-Milano, con l'intenzione di finirlo fra l'andata e il ritorno, ma dopo le prime 30/40 pagine ho preferito cercare di dimenticarmi del volume e di ciò che raccontava, troppo vicino a ciò di cui volevo raccontare con OWC, almeno così mi sembrava allora.
Son passati i mesi, il progetto con Gianfranco ha preso una strada molto diversa e, nel frattempo, non riuscivo nemmeno più a trovare il libro.
E' risaltato fuori casualmente mentre riordinavo la libreria per l'incontro di presentazione di Garrett e mi sono quindi ripromesso di riaffrontarne la lettura, soprattutto per assecondare le particolari alchimie che sottendono il perchè, a volte, scelga di leggere un libro piuttosto che un altro. Ma a questo discorso, magari, dedicherò un post in futuro.

Rubo la trama dalla quarta di copertina del volume:

nel Texas dei nostri giorni, lungo il confine con il Messico, si incrociano i destini di tre uomini. Uno di loro sta fuggendo con una borsa piena di dollari, gli altri due lo inseguono. Due sono ancora legati ai vecchi valori della frontiera, il terzo incarna il male assoluto che distrugge ogni cosa sul suo cammino. Tutti agiscono spinti da una necessità ineluttabile, da leggi che nessuno ha il potere di cambiare, in un mondo dove solo gli spietati sopravvivono e dove si può scegliere soltanto «in quale ordine abbandonare la propria vita».


Dire che ho divorato le 250 pagine in un amen è poco.

McCarthy ha uno stile talmente asciutto ed essenziale che sembra una lama affilatissima, t'entra dentro a far sconquassi e nemmeno te ne accorgi.
McCarthy non descrive, mostra (don't tell, show!).

Le sue scelte lessicali sono pallottole, l'aggettivazione misurata il loro calibro calcolato al millesimo, il senso secco della frase e del dialogo la capacità di fuoco ritmatissima, anche grazie all'accorto e parsimonioso ricorso alla metafora.
La scrittura di McCarthy è fortemente iconica, cruda, e l'autore texano (d'adozione) amministra le ellissi di montaggio, climax ed anticlimax con una maestria addirittura irritante per quanto appaiono perfette.

McCarthy scrive di genere nell'accezione più pura ed esaltante: western, thriller e noir convivono alimentandosi vicendevolmente, intrecciandosi e nascondendosi l'un l'altro, impregnando personaggi, ambientazioni e atmosfere, mutano le proprie regole codificate in un finale (considerate il termine nel suo significato più ampio possibile) sorprendente e stordente.

I temi, poi, sono dei più golosi: la frontiera (geografica ed etica, morale), la tentazione irresistibile, la libertà come libertà di ferocia, la decadenza dell'impero, la rilettura malinconica dei valori di allora, la necessità della scelta, la spietatezza umana e la spietatezza del tempo, la fuga come ricerca e scoperta di un nuovo sè, la vecchiaia, la verità vera e la verità filtrata.

Se state ancora leggendo questo lungo e disordinato sproloquio, chiudo con l'ultima sparata: andate dal vostro libraio di fiducia, acquistate o ordinate Non è un paese per vecchi, leggetelo e - se non dovesse piacervi - vi restituirò i soldi.
Io, nel frattempo, ordino tutti gli altri libri del mio nuovo scrittore preferito.


titolo: Non è un paese per vecchi [titolo originale: No Country for Old Men]
di: Cormac McCarthy
traduzione: Martina Testa
editore: Einaudi
pagine: 254
prezzo: 17 €


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Mono n. 2 - antipasto

00:00 [emo] 8 Comments


Di Mono ho già scritto qualche volta.

Com'è capitato in occasione della storia realizzata per il primo numero della rivista, anche in questo caso posto come preview la prima vignetta della monotavola che ho scritto.
Il secondo numero sarà dedicato alla musica e uscirà in occasione della prossima
Napoli Comicon (27/28/29 aprile).

Il titolo della storia è Controtempo e, cosa ancora più importante, i disegni sono della bravissima Elena Casagrande.

Conoscevo Elena solo per il suo lavoro su Altrimondi della Star Comics, ma ho poi scoperto (beata ignoranza) che, fra le altre cose, è pure attiva negli USA.
Sono molto contento del lavoro che abbiamo svolto e di questo ringrazio innanzitutto Elena, ma anche Sergio Algozzino - cocuratore di Mono insieme a Marco Rizzo - che ci ha dato modo di collaborare insieme.

Per titillare ulteriormente la vostra curiosità riguardo al nuovo appuntamento con Mono, vi rimando anche ai blog di Antonio Solinas, Bruno Olivieri e smoky man per altre interessanti previews.


8 commenti:

con la testa bassa

22:19 [emo] 5 Comments



Tempo fa accennavo al fatto che il 2007 sarà per me un anno molto faticoso, da vivere nella costante ricerca del perfetto equilibrio.

Questo perchè, per la prima volta, mi troverò ad affrontare una storia di ragguardevole lunghezza e che avrà necessità di tutta la lucidità possibile per essere raccontata nel modo migliore.

L'acronimo del titolo è OWC e si tratta di una storia nata davvero per caso, incontro di due storie molto brevi, e che è rimasta ad aspettare un anno buono nella sua cartella, finchè non ha trovato la persona giusta con cui darle forma sempre più precisa.
Quella persona è Gianfranco e già qualche volta, negli scorsi mesi, ho fatto riferimento più o meno diretto al lavoro che stiamo svolgendo e all'impegno che stiamo riversando in questa bella scommessa.
Una scommessa su noi stessi e sulle nostre capacità, ma soprattutto sull'esaltante bisogno di vedere concretizzare il percorso che abbiamo intrapreso.
Ci sarà da lavorare tanto, tantissimo, con testa bassa sulla tastiera e sui fogli da disegno, almeno fin quando non sarà necessario fare il punto per cercare di capire come arrivare fino in fondo.

Lo so, qualcuno storcerà il naso per tutto questo parlarsi addosso, ma in questo spazio mi piace fissare i momenti importanti del mio modo di vivere il fumetto.
E questa storia è uno dei più importanti.

Prendetelo come un modo per stabilire di volta in volta dei punti di non ritorno, un'assunzione di responsabilità sempre più impegnativa cui fare riferimento in quei momenti in cui l'inadeguatezza, le incertezze, i dubbi e i limiti cui dovrò/dovremo far fronte mi/ci dovessero spingere a mollare la presa.

Un buon appoggio per tenere l'equilibrio.


Qua, sul blog di Gianfranco, potete farvi un'idea del suo sguardo sulla storia e vedere qualche altra immagine.


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fantafumetto

00:26 [emo] 22 Comments


Su uno dei forum che frequento, quello di ComicUS, è stato aperto un topic in cui ci si diverte a ipotizzare quali team creativi anglofoni potrebbero prendere in consegna le testate Bonelli.

Si tratta di un giochino scemo di quelli che mi piacciono tanto e quindi non potevo esimermi dal riportare anche qua il mio roster.

- Tex di Brian Azzarello e Frank Quitley
- Zagor di Joe Kubert
- Mister No di Brian K. Vaughan ed Eduardo Risso
- Martin Mystère di Warren Ellis e Arthur Adams
- Dylan Dog di Joss Whedon e Mike Mignola
- Nick Raider di Ed Brubaker e Michael Lark

- Nathan Never di Brian Wood e Jim Lee
- Legs di Frank Cho e Adam Huges
- Magico Vento di Tim Truman e Marcelo Frusin
- Julia di Brian M. Bendis ed Alex Toth (r.i.p.)
- Napoleone di Mike Allred
- Brendon di Roy Thomas e Barry Windsor Smith
- Gea di Adam Warren

- Dampyr di Garth Ennis e Tim Sale
- Jonathan Steele di Grant Morrison e John Romita jr.

- Brad Barron di Alan Moore e Chris Sprouse
- Demian di Frank Miller

Ho provato a giocare di assonanze/dissonanze, ma partendo comunque da delle affinità di base, così da ottenere dei team creativi realistici, pur nella loro irrealizzabilità.

Ora son troppo stanco e impigrito per scrivere due righe su ognuno, ma fidatevi: hanno tutti un senso (almeno nella mia testa).

Voi che abbinamenti fareste?


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news su KE2

08:07 [emo] 0 Comments


Dopo un periodo di letargo forzato, abbiamo ripreso ad aggiornare il blog di Killer Elite.
Precipitatevi a spulciarlo per vedere qualche interessante novità: dovete solo cliccare QUA.


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il valzer del Benzi

00:02 [emo] 6 Comments




Il Benzi è proprio un personaggio strano.

Da quando Duccio me l'ha fatto conoscere il nostro rapporto si sta costruendo pian piano, mosso da uno slancio iniziale sorprendente e imprevisto, che ha poi virato verso una reciproca diffidenza (soprattutto da parte sua, ma ho imparato a capire che si tratta prevalentemente di riservatezza) e irregolari assenze e ritorni.

Da qualche giorno abbiamo ripreso a frequentarci e anche lui non è riuscito a nascondere un certo piacere.
Ci stiamo osservando, annusando, aprendo pian piano, stiamo trovando ogni giorno un po' di spazio in più ognuno nella vita dell'altro.
Duccio mi dice che anche a lui col Benzi sta capitando lo stesso e la cosa mi conforta parecchio.

Mi sembra di capire che non potrebbe essere diversamente, dato che chiunque abbia modo di passare un po' di tempo col Benzi non riesce a non provare più o meno le stesse sensazioni.
E' capitato anche a Mario, un mio caro amico che nella vita gioca con i tasti bianchi e neri e che da quando ha conosciuto il Benzi ne ha sondato gli abissi di malinconia e il mistero dello sguardo.
Tanto che gli ha voluto regalare uno splendido valzer per pianoforte, violino e fisarmonica.

E' stata davvero una magia di suggestioni assolutamente non restituibili a parole (almeno per me, che ancora ho le note addosso che ovattano i pensieri e i gesti).
Deve aver provato qualcosa di simile anche il Benzi, che è passato ad ascoltare quel brano che parlava di lui e del suo mondo, salvo poi riprendere il suo cammino sul molo di Valdimacchio.
Sono pronto a giurare, però, che prima di andarsene la sua espressione di costante inadeguatezza si è lasciata cullare da un sorriso commosso.

Ancora grazie di cuore, Mario, sarà un piacere risperimentare la scrittura accompagnata dalla musica, da questa musica, mai così perfetta.


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