Mantova val bene un viaggio

10:08 [emo] 30 Comments



Mantova Comics ha chiuso i battenti domenica pomeriggio e sono stato là tutti e tre i giorni.

La prima edizione di una fiera è sempre particolarmente importante: si verifica sul campo tutto il lavoro di organizzazione sviluppato nei mesi precedenti e - soprattutto - si ha il riscontro del pubblico, sia in termini di affluenza sia in termini di gradimento.

Il mio imprinting è stato positivo, complice l'atmosfera evocata dalle scalinate del palazzetto in cui è stato studiato lo spazio dedicato agli editori e che mi ha ricordato le impagabili e indimenticabili Lucca dei primi anni '90.

Certo, il venerdì l'affluenza di pubblico è stata davvero bassa, i corridoi della fiera desolantemente vuoti e le facce degli standisti tendenti al preoccupato, ma sabato e domenica il numero delle presenze è aumentato in maniera sensibile, tanto che Francesco Meo - responsabile organizzativo ed editor Panini Comics - ha parlato di buon successo grazie alle più di 10.000 presenze.

Ho apprezzato in particolare due aspetti della fiera:

- il tentativo di evitare la promiscuità fra editori, venditori e games, che - sono convinto - ha decretato l'impoverimento e l'imbarbarimento culturale di grosse fiere del passato come la romana Expocartoon.

- l'incoraggiante e promettente propensione a sviluppare anche un discorso culturale, grazie a delle conferenze/incontri col pubblico non solo dedicati all'aspetto promozionale.

Ciò che invece dovrebbe essere a mio avviso migliorato è:

- il coinvolgimento di tutta l'editoria fumettistica nazionale.

- la presentazione di novità editoriali.

- l'ulteriore approfondimento dell'aspetto culturale, che contempli non solo un tipo di fumetto nazionalpopolare, ma che offra spazio di discussione anche al fumetto di ricerca e al fumetto indie.

- la scelta delle sedie del bar (ok, questa è gratuita, ma dovevo pur giustificare la foto usata in questo post).

Sembra che Mantova Comics goda di un piano quinquennale di lavoro, di conseguenza c'è di che essere ottimisti e fiduciosi: la prova del prossimo anno sarà più difficile, perchè non solo bisognerà confermare i buoni esiti della prima, ma sarà necessario cominciare a ingranare.
In bocca al lupo.

Per quanto mi riguarda, oltretutto, i tre giorni di Mantova mi hanno permesso di incontrare persone che non ho altre occasioni di vedere se non durante le fiere (ciao Andrea, ciao Nicola, ciao Fabrizio!) e di sviluppare pian piano le collaborazioni con alcuni disegnatori.

Riguardo - in particolare - al secondo aspetto, ho avuto il piacere di incontrare Duccio (Boscoli), con il quale abbiamo ulteriormente approfondito ciò che vorremmo fare con il Benzi; inoltre, sembra che Werther (Dell'Edera) e il sottoscritto torneranno a lavorare insieme, anche se per una storia brevissimissima.
Cosa desiderare di più?


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un altro maestro...

09:44 [emo] 6 Comments



Anche Alex Toth ci ha lasciati, è scomparso tre giorni fa tra matite, pennelli e inchiostro, al suo tavolo da disegno
Un altro maestro, un altro nume tutelare di sterminate schiere di disegnatori di fumetti.
Toth lascia un'eredità inquantificabile, un patrimonio artistico monumentale che - si spera - almeno ora verrà riscoperto dall'editoria italiana, incline all'importazione selvaggia di quantità industriali di solenni stronzate straniere, ma piuttosto miope nel proporre al pubblico quegli autori che hanno segnato solchi importanti.
Per chi non lo conoscesse, suggerisco un primo spunto di approfondimento: qui.


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tutti a Mantova!

10:40 [emo] 10 Comments


Stanotte prenderò la nave da Olbia con rotta Livorno, da lì - domani mattina - prenderò l'autostrada per Mantova.
Da venerdì a domenica, infatti, sarò a Mantova Comics, prima edizione di una fiera che - a giudicare dal sito allestito per l'occasione - sembra promettere davvero grandi cose: ottimi incontri, interessanti iniziative e - ripeto, sembra - organizzazione minuziosa.
Vedremo un po'!
Vien da sè, di conseguenza, che dalle 18 circa di oggi fino a lunedì mattina, non seguirò il blog e non potrò rispondere agli eventuali commenti.
Recupererò al rientro a casuccia!
Nel frattempo - mi raccomando - fate i bravi!


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questione di continuity

02:09 [emo] 35 Comments


Molti di voi avranno già saputo che allo scoccare della mezzanotte di ieri (ossia al nascere di oggi 24 maggio) abbiamo chiuso Comics Code.
In realtà, avremmo dovuto farlo nei mesi scorsi e ne avevo accennato velatamente proprio nel mio primo post su questo blog.
Amo con moderazione la continuity di tanto fumetto statunitense, quindi mi sembrava giusto riprendere le fila di quella mollicca di pane lasciata cadere con premeditazione.

Chi voglia conoscere nel dettaglio i diversi motivi che ci hanno portato a chiudere il sito, può soddisfare ogni curiosità andando a leggere
lo speciale che abbiamo realizzato a riguardo, qui - siccome è il mio blog - riporto per i più pigri e per i più feticisti il pezzo di commiato che ho scritto io.


Ho sempre pensato che Comics Code fosse il miglior sito italiano a occuparsi di critica e informazione.
E' mancata l'occasione per esprimere pubblicamente questo mio convincimento e crearne artatamente una non sarebbe stata prova di grandissima finezza, così come cercare di convincere gli altri della redazione a scriverlo in calce al logo in home page.

Oggi, che celebriamo il funerale di Comics Code, sono ancora più contento di non aver sproloquiato a riguardo e di aver evitato un simile atto di monumentale onanismo: il distacco emotivo che sento da poco meno di un anno nei confronti del sito si è manifestato dapprima come fastidioso e indecifrabile rumore di sottofondo, si è poi evoluto nell'amara constatazione che tutti gli aspetti positivi di quest'esperienza avevano ognuno un lato oscuro più esteso della canonica "altra faccia della medaglia" e ha assunto da pochi mesi a questa parte la forma - per ora definitiva - di rigetto totale nei confronti di una creatura che ho contribuito a creare, far crescere, migliorare e affermare, ma anche limitare.

Fra qualche tempo, come sempre capita, riuscirò a vedere tutto da una migliore prospettiva che mi consentirà bilanci più sereni e obiettivi, ma ora rimane solo il senso di insostenibile fatica, di frustrata ambizione e assoluto azzeramento motivazionale.
Insostenibile fatica perchè curare un mensile con tanto materiale quanto quello che a ogni aggiornamento preparavamo costa. E costa tanto in termini di ore e giorni di lavoro sottratti a quello che dovrebbe essere il mio lavoro principale di libraio. Costa in termini di energie mentali perchè cercare di mantenere il livello che ci eravamo posti come minimo comporta freschezza e concentrazione oltre quelle che ora sono disposto a investire.

Frustrata ambizione perchè uno dei punti cardine che avrebbero dovuto sostenere l'intelaiatura strutturale sarebbe dovuta essere una grande organizzazione interna, oliata e ben ritmata, che invece - già da Rorschach - non siamo riusciti a darci, finendo per apparire molto diversi da quanto effettivamente siamo stati: continuare così avrebbe reso tutto sempre più precario e a rischio crollo verticale/implosione sulla falsariga dell'ecomostro barese recentemente abbattuto. Frustrata ambizione anche perchè ho scoperto di avere dei limiti più grandi di quelli che già conoscevo riguardo alle effettive capacità di approfondire determinati argomenti che - necessariamente - avrebbero dovuto costituire il nucleo pulsante di un sito con velleità di completezza.
Assoluto azzeramento motivazionale, infine, di conseguenza: troppo poco tempo, troppe poche energie residue da utilizzare per correggere una rotta troppo difficile da tenere.
Il tutto accompagnato dall'impellente necessità - soffocata per troppi anni - di dedicarmi a un'altra mia passione, ossia quella di scriverli i fumetti e non solo di scriverne.

Il rischio di assecondare rigurgiti di snobistico cinismo è elevato, ma se c'è una cosa di cui sono certo è che l'accanimento terapeutico sia il primo passo per mancare di rispetto a tutto ciò di buono (ed è tanto) è stato fatto in questi due anni. Comics Code ha (aveva) troppi difetti, troppe tare che - in nuce - percepivo all'origine, ma che l'entusiasmo sconfinato che alimentava ogni passo e gli ottimi riscontri avuti mese dopo mese hanno contribuito a relegare in anfratti nascosti, divenuti poi inaccessibili anche a un connaturato senso del dovere e una naturale propensione ad accettare i propri limiti e a tentare con ogni forza di limarli, correggerli, superarli.
Mi è mancata soprattutto la lucidità di fregarmene di tutti gli attestati di stima e di pensare a risolvere le magagne, ho più di una volta ceduto alla tentazione di vivere di rendita, non volendo rendermi conto fino in fondo che - così facendo - contribuivo a minare le fondamenta sulle quali ho sempre cercato di costruire qualcosa: il rispetto per me stesso e per il mio interlocutore, in questo caso chiunque capitasse sulle nostre pagine.

So perfettamente quanto ho dato a Comics Code, in che termini ho affrontato il senso di sacrificio e di impegno che imponeva il livello che ci eravamo prefissati di raggiungere, ma ora so anche quanto di quel sacrificio è stato male indirizzato, per certi versi sprecato: un vero e proprio patrimonio di energie che sarebbe dovuto essere impegnato in modo migliore e che avrebbe garantito una ricaduta positiva maggiore intanto per il mio ego, poi per il sito.

Quando mesi fa decidemmo le sorti di Comics Code e fummo d'accordo nel cercare non solo di confezionare il nostro miglior aggiornamento di sempre per affidare alla rete una chiusura con i controcoglioni, ma anche di accommiatarci individualmente con un pezzo da chi ci ha seguito ogni mese, avrei voluto parlare del ruolo della critica fumettistica italiana on line, che si trova in un prezioso stato embrionale e che molti fanno finta di non vedere o che cercano di sfruttare a seconda della bisogna, invece che contribuire a farla crescere.

Non immaginavo che, al contrario, mi sarei ritrovato a far passare tutti questi mesi imprigionato nella più assoluta mancanza di motivazioni (che si è concretizzata in quest'occasione nello svolgere un grigio e svilente compitino da minimo sindacale) e nello scrivere un pezzo che, invece, ha il sapore della resa e come finalità principale quella di ammettere di aver rischiato di rovinare davvero tutto.

Per fortuna Comics Code chiude, per fortuna chiude nel suo momento migliore e quando solo io ho raggiunto ormai il punto di non ritorno della stanchezza e della disaffezione, per fortuna rimane - almeno, a parziale consolazione personale - tutto ciò che di buono ho fatto in questi due anni.

Un giocatore di basket (qualsiasi giocatore di basket dalla Prima Divisione in su) sa bene cosa significa essere chiamati a giocare una partita decisiva, fare un ottimo riscaldamento, partire in quintetto, essere fra i migliori in campo a difendere e attaccare con costrutto, togliersi la soddisfazione di qualche finezza tecnica e stilistica, giocare alla morte punto a punto e ritrovarsi poi fra le mani uno dei palloni decisivi, magari due tiri liberi a qualche secondo dalla fine e - davanti alla linea dei liberi - palleggiare nervosamente e sentire tutto lo stress che dalla testa si scarica sul pallone, che a sua volta diventa più pesante del solito.
Qualsiasi giocatore di basket si sia ritrovato in una simile situazione, quindi, sa quali siano le aspettative degli altri quattro in campo, dei compagni in panchina e delle persone in tribuna e - soprattutto - sa quale sia il retrogusto di merda che si sente nel vedere il pallone prendere il cerchio due volte e non riuscire ad avere la forza di andare al rimbalzo e cercare di fare davvero tutto per correggere quell'errore pesante e che potrebbe essere decisivo.

Al suono della sirena il risultato è abbastanza relativo, perchè la vittoria sarà un po' meno tua e la sconfitta te la porterai dentro per parecchio tempo, aspettando un'altra occasione per metterli dentro quei due liberi o per vincere di uno con una tripla in faccia al difensore.
In quel momento, l'unica cosa da fare è prendersi quel che viene, metterci la faccia e aspettare il lunedì per riprendere gli allenamenti più motivato di prima.



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pensiero stupendo

11:24 [emo] 24 Comments



Kamandi è uno dei fumetti che durante l'infanzia e la prima adolescenza ho letto in maniera del tutto distratta e incostante, dei quali non ricordo praticamente nulla della trama e di cui non possiedo alcun albo, ma dei quali ho un ricordo straordinario. Un Jack Kirby di assoluta grandezza, monumentale, oltre i confini della leggenda. Energia e spettacolarità all'ennesima potenza.
Non c'è fiera in cui non chieda a che prezzo stia una collezione intera e non c'è fiera in cui non stramaledica le quotazioni del fumetto d'antiquariato/modernariato.
Perchè non vado alla ricerca degli albi sfusi? Perchè ci metterei secoli a completare la collezione e a me interessa leggere
Kamandi tutto d'un fiato e in maniera completa.
Se chi passa di qua, mosso a compassione o ispirato dall'affetto, stima, amicizia o quant'altro nei miei confronti, volesse contribuire a soddisfare questo mio bisogno, avrà da me riconoscenza eterna.

Potreste anche mettervi d'accordo e regalarmi la serie completa di
Kamandi comprandola componendo un gruppo d'acquisto...
Che ne dite? L'idea vi piace, si?

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11:06 [emo] 0 Comments


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il Benzi, per caso

10:57 [emo] 35 Comments


Un paio di settimane fa (solo due post del blog, alla fin fine) ho messo on line anche qua una bozza di racconto ispirata a un'illustrazione di Duccio Boscoli.
La cosa era nata come commento sul suo blog e pensavo che esaurisse il suo ciclo vitale con la pubbicazione sul mio.
Invece, da quel momento, le cose sono un po' cambiate e con Duccio è iniziato un bello scambio di mail che ci ha portato alla decisione di sviluppare la storia del Benzi e di farlo a fumetti.
Proprio in questi giorni stiamo valutando meglio come partire e organizzare tutto.
E io sono molto contento.


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in volo

15:40 [emo] 16 Comments


Dal blog di Fabrizio Lo Bianco apprendo che ieri sera, all'età di quasi 84 anni, è scomparso Ferdinando Tacconi.
Tacconi è stato un Maestro del narrare a fumetti, uno di quegli autori che - senza la minima ombra di dubbio - ha segnato un solco profondo nella storia del fumetto.
Chi già lo conoscesse, non ha certo bisogno di altro; chi, invece, non l'avesse mai sentito nominare, può interrogare Google e non potrà non rimanere rapito dalla straordinarietà delle soluzioni grafiche dell'autore milanese.


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sul molo di Bardamu

11:22 [emo] 72 Comments



Duccio Boscoli (aka Bardamu) è un bravissimo disegnatore del quale a breve parlerò nella "rubrica" Blog Spot.
Un paio di giorni fa, Duccio ha postato sul suo blog l'immagine che vedete qua sopra e m'è venuta voglia di fissare nero su bianco ciò che ho visto quando ho incrociato lo sguardo del personaggio di Duccio.
Il risultato è la bozza imperfettissima di racconto che potete leggere qua sotto.

Il Benzi tirava tardi sul molo come tutte le sere. Ormai la gente di Valdimacchio c'aveva fatto l'abitudine e sapeva che - con la nebbia o col sole - il Benzi sarebbe stato lì. Alle nove in punto di sera. Ogni giorno.
Tutti sapevano chi era il Benzi, anche le persone più anziane, ma nessuno poteva dire di conoscerlo. Il Benzi era una persona schiva e taciturna, sola, che appariva e scompariva come la nebbia del mattino: in un attimo.
I bambini di Valdimacchio lo prendevano spesso in giro per quel suo sorriso teschioso, che gli disegnava sul volto una faccia da clown triste e allucinato. E, come se non bastasse, ne imitavano la camminata vagamente claudicante, con la gamba sinistra quasi trascinata e il tronco paradossalmente eretto, da nobile d’altri tempi.
I vecchi del paese, seduti sulle panchine del vecchio molo, spesso raccontavano di quando il Benzi venne ferito, sul finire della guerra, pochi anni prima. Insieme ad altri ragazzi stava cercando di tendere un’imboscata a un convoglio di Tedeschi che si ritiravano verso il nord mentre gli Americani e gli alleati spingevano da sud.
Avevano preparato la rudimentale mina e l’avevano sotterrata sulla strada che il convoglio avrebbe dovuto attraversare da lì a poche ore.
Il Benzi e gli altri rimasero in attesa per qualche ora dietro gli alberi che costeggiavano la strada e quando arrivò il convoglio si strinse a tutti lo stomaco. Attendevano che il primo camion passasse sulla mina e si prepararono allo scoppio, ma non successe nulla.
Così come non successe niente al passaggio degli altri camion.
Una volta che il convoglio fu ben lontano, sorpresi e delusi il Benzi e i suoi amici si avvicinarono alla mina. Quando sentirono il clicchettio dell’innesto sbloccarsi, capirono che la mina era troppo rudimentale e che stava per scoppiare.
E scoppiò.
Gli amici del Benzi morirono tutti, mentre lui riuscì a salvarsi, ma la gamba non potè più funzionare come prima e sul volto gli si disegnò una faccia da clown triste e allucinato con un sorriso teschioso.



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blog spot - 2

16:39 [emo] 19 Comments



Secondo appuntamento con la presentazione dei blog linkati nella colonnina qua di fianco.
Dato che l'elenco sta progressivamente aumentando, da oggi non ne presenterò solo tre per volta, ma cinque.
  • Antonio Vincenti - Antonio ha aperto il suo blog da pochissimo, ma l'ha già arricchito di materiale interessantissimo: se fate un salto da lui potrete verificare quanto sia un disegnatore dal segno colto e versatile, e illustratore dalle trovate incantevoli. Se non basta questo a farvi clickare immediatamente sul link, vi stuzzico con un altro input: Antonio è anche un ottimo cantautore!
  • Bruno Olivieri - Se avete voglia di leggere delle strisce umoristiche intelligenti, delle vignette ficcanti e pungenti, delle spigolature stimolanti e (è notizia recente) degli amarcord gastronomici per palati fini, non potete farvi mancare una capatina sul blog di Bruno Olivieri, che è anche autore di testi radiofonici e conduttore, giornalista e grafico. Praticamente un uomo da sposare subito!
  • Carlo Del Grande - Sir Carlo Del Grande, per la precisione. Redattore di ComicUS, ex moderatore del forum annesso, play-boy implacabile, avventuriero, agente segreto, ballerino, animatore turistico, prete mancato, personal trainer, body-guard, cacciatore di taglie e chef di livello internazionale. Si dice che in passato abbia avuto una tresca con Lady D, ma che questo non gli impedì di diventare comunque baronetto di Sua Maestà.
  • Claudio Stassi - Disegnatore di grande qualità, attivo in Italia e Francia, riesce a coniugare un'impostazione classica della tavola e delle inquadrature con un segno molto fresco e personale che darà nei prossimi lavori risultati di certo entusiasmanti. A mio parere uno degli autori emergenti di maggior valore e potenzialità.
  • Davide Gianfelice - Ancora un disegnatore, ancora una matita dal grande futuro. Davide disegna prevalentemente per l'Eura Editoriale, sui settimanali Lanciostory e Skorpio e sul bonellide John Doe. Ha uno stile fatto di energia pura e in costante evoluzione che gli permetterà di togliersi delle grandi soddisfazioni, non solo in Italia ma anche all'estero.

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the cause of my disappearance

20:29 [emo] 35 Comments


Scrivo queste poche righe da un luogo segreto, tramite un pc dotato di tutti i controcazzi antiritracciamento e di una linea criptata sicura.
Loro mi osservano e mi tengono d'occhio: è per questo che - di recente - non ho aggiornato il blog.
Controllando oziosamente le statistiche d'accesso ho scoperto che sono entrato nel mirino dei militari (se non ci credete, cliccate sull'immagine e guardate la voce evidenziata...).
Sono molto preoccupato e ho cercato l'aiuto di Jennifer Garner, che dovrebbe raggiungermi quanto prima.
Non so se avrò altre occasioni di comunicare col mondo esterno, quindi - già da adesso - ricordatemi com'ero.
Prevalga Sassari!



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