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lost in the plot


Capita ai migliori, figurati se non capita anche a te.

Ed è sempre una sensazione in bilico fra l'adrenalinico e il depressivo: hai tutti i tasselli e conosci la rotta da tenere, hai una paccata di appunti tale che ne utilizzerai inevitabilmente solo la minima parte, hai le migliori intenzioni, ma hai anche il terrore più cieco di esserti immerso in una cosa più grande di te, di non riuscire a gestire in maniera credibile ed efficace tutto il magma di immagini, suggestioni, facce, parole e azioni.
Però, perso là in mezzo, sai quanto sia importante la scintilla che si sprigiona dal corto circuito di quelle due emozioni così agli antipodi e ti ritrovi con il paio di occhiali più belli attraverso cui sia possibile guardare e leggere il mondo che ti circonda.


NOTA: l'immagine qua sopra è stata piratata senza vergogna alcuna dall'ultimo numero di Internazionale, attualmente in edicola.

Napoli di ritorno

Napoli è sempre statata una bellissima occasione per visitare una bella fiera (insieme a Lucca la migliore, per me), mangiare ancora meglio e stare in compagnia di persone che normalmente non avrei occasione di incrociare con facilità.
Anche questa volta le cose sono andate al meglio.

I momenti da rievocare sarebbero veramente tanti, ma poi - alla fine - chi c'era già li conosce e chi non c'era non è che potrebbe viverli ora in differita.

Ho cazzeggiato quasi tutto il tempo, eccetto che in due momenti: quello in cui con Gianfranco abbiamo consegnato a chi di dovere il dossier su OWC e un altro in cui è salito sulla barca di Rusty dogs un altro bravissimo disegnatore).
Riguardo OWC, ora aspettiamo e incrociamo le dita.
Riguardo Rusty dogs, a breve qualche news più seria e circostanziata su cos'è.

Ho girato per gli stand acquistando poco - ma solo per problemi di spazio e per via del fatto che tanto molta roba mi arriverà in libreria a breve - ma chiacchierando parecchio.

Sono stato sopportato in larga parte dai toscanacci della Double Shot, che ora sono in viaggio verso Firenze e si stanno portando dietro la mia valigia e quindi a loro vanno tutti i miei rispetti: ciao Alessio, ciao Lorenzo, ciao Michele e ciao allo stagista Nicola, ma anche ciao agli Evo boys Andrea "ti piace il fantasy?" Vignali e Francesco (Trifogli, disegnatore mostruoso).

Ho molto piacevolmente chiacchierato con Alessandro (in bocca al lupo per Salgari, che leggerò appena m'arriva), ho conosciuto Lelio "monicaqualemonica?" Bonaccorso e ho rincontrato Marcuccio (più sotto qualche commento sul loro Peppino Impastato), ho visto la bellissima roba che fanno quelli di The Passenger e Lucho, ho bestemmiato contro i cosplayer e i giocatori di Guitars heroes (anzi, meglio: contro chi li ha messi tutti in un collo di bottiglia che collegava due zone diverse della fiera), ho rimediato una notevole figura di merda che per decenza non riporto (ma temo che su CUS se ne parlerà abbastanza), ho incrociato troppo velocemente sir Carlo & signora, ho preso un buonissimo caffè con Stefano e Giulio-Brendon, ho sudato come un fesso perchè ho sbagliato clamorosamente guardaroba, ho capito con Giorgio cosa significhi essere un autore sensibile (e mai lo ringrazierò abbastanza per questa illuminazione), ho giracchiato fra gli stand con Wertheruccio, incrociato giusto un attimo Rrobe, Sergio, Zappo, Enoa, Mauro, Lorenzo, ED!, Marco ed Alessandro , ho conosciuto dal vivo quel portento d'autore che è Makkox e ho visitato le mostre con Gianfranco a tempo di record.
Per quanto non l'abbia conosciuto, ho avuto modo di intravvedere l'estrema disponibilità con tutti di quel mostro da tavolo da disegno che si chiama Edoardo Risso. Una grandissima sorpresa davvero.
Insomma, un bel pieno di cose belle.
Peccato solo non essere riuscito a beccare Cristiano e Davide.

E in viaggio verso Roma ho pure avuto modo di leggere due fumetti presi in fiera e uno scroccato a Werther: il già citato Peppino Impastato, l'ultimo 100 Bullets e Il gusto del cloro.


Peppino Impastato è un altro ottimo esempio (dopo Ilaria Alpi) di come Marco riesca a trovare il giusto equilibrio fra impianto giornalistico-documentaristico e fiction senza sconfinare da una parte nella freddezza cronachistica e - dall'altra - nelle semplificazioni delle soluzioni narrative.
Lelio, qui al suo esordio sulle lunghe distanze, lavora di sintesi senza perdere in ricchezza e regala delle tavole dalla grande carica emozionale e di ottima efficacia narrativa.



100 Bullets. Azzarello e Risso. Gangsters, cospirazioni, alto e basso killeraggio, donne fatalmente fatali, pallottole a quintali e sangue a litri come l'inchiostro delle ombre. Praticamente il Bengodi per chi ami il noir, il crime e - soprattutto - le belle storie.
Ora mancano solo dodici episodi alla fine di questa splendida serie e già mi chiedo cosa affiancherà Criminal fra le mie serie preferite di sempre.


Il gusto del cloro, di Bastien Vivès (Black Velvet) ha vinto nella categoria "revelation" l'ultima edizione di Angoulême. E ha vinto a ragione perchè Vivès è bravissimo. Non potrebbe definirsi altrimenti un autore che riesce a tenerti incollato su una storia che - per tutte le sue 130 e rotte pagine - si svolge all'interno di una piscina e che ha due protagonisti e basta. Vivès è giovanissimo, ma sa raccontare, sa muovere la camera, sa trovare delle soluzioni grafico-narrative eleganti e funzionali al racconto, con una consapevolezza che fa rosicare.

Sono criminali


Per Panini è uscito in questi giorni Criminal, fatica a fumetti di Ed Brubaker e Sean Phillips, edita originariamente negli USA sotto l'etichetta marveliana Icon.
Quando un anno e mezzo fa venne fuori la notizia della pubblicazione di questo noir, mi spaventò parecchio il rischio che Once Were Criminals potesse averci più punti di contatto e pur amando enormemente il lavoro sia di Brubaker che di Phillips, non nego che gli lanciai a prescindere delle bestemmie non da poco.

Certo, il genere è frequentatissimo, fa riferimento a un insieme di topoi narrativi ai quali è difficile (e forse ingiusto) rinunciare, quindi già questo avrebbe potuto rassicurarmi e tranquillizzarmi, ma evitai comunque di acquistare Criminal, evidentemente non solo perchè non capisco una cicca d'inglese, ma anche per immaginabili remore - ocio all'aggettivo fico - deontologiche, dal momento in cui OWC era avviato, ma molto lontano dalla forma ben precisa che ha assunto nei mesi successivi e a quella che ha raggiunto oggi, ormai è indirizzata su binari ben precisi.
Proprio per questo motivo, con tutto che qualche timore ancora lo serbavo, ieri ho letto il volume della Panini con serenità e - a prescindere da tutto il discorso fatto finora - con sconfinata bramosia, scatenata non solo dall'amore per il genere, ma anche per la coppia di autori, una delle mie preferite in assoluto.

Al termine della lettura ho provato sicuramente un gran senso di sollievo (certo, a volte qualche sussulto preoccupato l'ho vissuto), ma - più in particolare - un gran senso di soddisfazione, dato che Criminal è innanzitutto una bellissima lettura.
Sono sicuro che molti di voi non rimarrebbero che affascinati dalla vicenda di Leopold, rapinatore esperto, ma codardo, alle prese con un colpo da cinque milioni di dollari in diamanti.
Brubaker e Phillips si districano con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
La forza di tutto risiede nella chiarezza d'intenti, nel giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.
Vien da sè che attendo con curiosità famelica e irrefrenabile il secondo volume.


aggiurnamènt speciale


E - come anticipato - abbiamo messo in linea la short di OWC.
Fate finta che oggi è il 24 di dicembre, animatevi di rassicurante spirito natalizio e accorrete numerosi QUA.

Qua sotto, invece, la prima pagina di sceneggiatura (Gianfranco posterà invece una delle tavole a matita e - per i più feticisti dei completisti - nei prossimi giorni posteremo di là tutta la sceneggiatura e tutte e tre le tavole a matita).

TAVOLA 1

1 - STRISCIA (bassa in altezza). John nel presente, nel diner di Sal. Si accende una sigaretta come solo lui sa fare.

2 - STRISCIA.
Nel passato, John e Maria in PA si avvicinano al diner di Sal. John si sta accendendo la sigaretta. Maria gli avvolge il braccio libero. Sorride, vede Montez che sta spazzando davanti al diner (ma noi non lo vediamo, Maria guarda verso di noi). Sono piuttosto vicini e Maria si rivolge a Montez.
C’è freddo, fumo dalle bocche, indumenti pesanti.

MARIA allora è vero che Sal ha deciso di chiudere prima, oggi!


3 - Inquadratura larga di Fredo, fino al ginocchio, vediamo dietro di lui l’ingresso del diner. Sorride e alza la testa verso Maria e John

MONTEZ Shhh… non dirlo troppo a voce alta, chè magari cambia idea anche se è Natale.


4 - Un po’ dall’alto. Maria sta aprendo la porta del diner, ma si volta verso il lettore. Sorride e si porta l’indice della mano libera davanti al naso e alle labbra, come per invitare John e Montez a non dire nulla. Di quinta, in silhouette e di spalle, John e Montez.

MARIA Entro a sincerarmi che tutto fili liscio.

3 e 4 sulla stessa striscia


5 - Laterale a mezzo busto di Montez e John dalla porta del diner. I due s’intendono, Sal non può dire di no a Maria. Rilassati entrambi, Montez sorridente.

MONTEZ Avrà ragione lei anche ‘sta volta.

FRANK (da FC) ci puoi giurare, Montez…


6 - John e Montez di spalle, Frank si avvicina. E’ tranquillo, ma Frank è il burbero, quindi non sorride. Mani infilate nelle tasche del giaccone.

FRANK …dovrei chiedere a lei di parlare con quel coglione di mio fratello.

5 e 6 sulla stessa striscia

Dopo la pausa


E dopo una pausa di qualche settimana, a brevissimo riprenderanno gli aggiornamenti del blog di OWC.
Per l'occasione posteremo una short in cui ci siamo divertiti a far muovere tutti o quasi i protagonisti della vicenda.

aggiurnamènt


Ormai sapete che fare qauando vedete quest'immagine, no?
No? Ok, ve lo ricordo io: dovete cliccare qua perchè c'è un nuovo aggiornamento.

aggiurnamènt


E dopo una pausa di qualche giorno, riprendono (e proseuguiranno fra oggi e domani) gli aggiornamenti al blog di OWC. L'ultimo è QUA.

aggiurnamènt


Abbiamo ripreso gli aggiornamenti del blog di Once Were Criminals.
Se ci fate un salto troverete una nuova scheda, alla quale domani affiancheremo un nuovo flashback su due dei personaggi.

aggiurnamènts



Post per segnalare cumulativamente tutti gli aggiornamenti che - negli ultimi nove giorni - abbiamo inserito sul
blog di Once Were Criminals.
Fateci sapere che ne pensate.

aggiurnamènt



Dopo i bagordi lucchesi, si ricomincia con gli aggiornamenti al blog di OWC.
Per l'ultimo in ordine di tempo (che in serata verrà raddoppiato), dovete solo cliccare
QUI.
Niente di più facile.


ogni promessa è debito



Eccoci al 27 e, bando alle ciance, ecco il link al blog di OWC.
Ci troverete un'intro e la prima delle schede dei protagonisti.
Accorrete numerosissimi!


OWC - il blog


Mano alle agende e segnatevi il 27 di ottobre come la data che cambierà per sempre le vostre vite.
No... proviamo così: il 27 di ottobre niente sarà più come prima nel mondo dei blog.
Forse è un filo esagerato anche questo tono.
Riformulo: il prossimo sabato sarà un giorno importante per il fumetto italiano.
Come dite? Tolgo ancora qualcosa?
E va bene. Riproviamo: se non avete niente di meglio da fare, sabato 27 Gianfranco e il sottoscritto apriremo il blog dedicato a OWC.
Ancora non va bene?
Ok, credo d'aver capito...
Vi scongiuro, ricordatevi che sabato 27 vareremo un blog dedicato a OWC.

Se proprio doveste dimenticarvene, sabato ve lo rammenterò ancora.


archetipi - 1



Originalità è una delle parole più pericolose che si possano usare nel momento in cui si commenta un'opera e, a mio avviso, une delle chimere più irraggiungibili che si possano rincorrere nel momento in cui si cerca di realizzare qualcosa.

Da quando con Gianfranco abbiamo cominciato a lavorare a OWC, abbiamo cercato di non tenerla mai presente, avendo come unica ambizione quella di raccontare al meglio e onestamente (prima nei nostri confronti, poi nei confronti di chi ci leggerà) una storia nella quale crediamo ciecamente.
Tutto ciò non significa che abbiamo abdicato programmaticamente all'idea di consegnare ai lettori il nostro personale sguardo o che preferiamo adeguarci ai più convenzionali approcci narrativi, magari i primi e più consueti nel momento in cui si racconta una storia di genere.
Sì, perchè OWC sarà una storia fortemente di genere, una storia in cui attraverso il genere cercheremo di veicolare altro.
Questo ci pone la necessità di rapportarci in maniera chiara nei confronti degli archetipi narrativi e di capire al meglio cosa ci può servire e cosa invece sarà meglio lasciare o nel non detto o nel non-considerato.
Come sempre, si tratta e si tratterà di effettuare scelte ben precise, affidandoci a quell'arma meravigliosa e pericolosissima cui ho già accennato nei giorni scorsi, la sintesi.
Sintesi non solo stilistica, quindi, ma anche intesa come risultante del confronto fra le regole archetipiche del racconto di genere e le nostre personali necessità espressive.
Volano parole grosse.

Nota finale: il film che ho postato è The great train robbery, il primo western della storia del cinema, e ha molto a che fare col discorso.


OWC - casting (post gemello)


Come già ha anticipato Gianfranco, prossimamente sul blog di OWC...

OWC - di rallentamenti e ricerca di sintesi


Lo stato delle cose di OWC è molto rallentato rispetto ai programmi originari, non certo per mancanza d'entusiasmo nè, peggio, per decisioni drastiche a riguardo.
Tutt'altro, sia io che Gianfranco fremiamo e strepitiamo per potercivi dedicare anima e corpo con estrema regolarità e slancio.

Nel frattempo - comunque - ognuno per conto proprio stiamo affrontando un percorso alternativo/integrativo d'approccio, Gianfranco al segno e io alla parola, accomunato dal punto d'arrivo cui puntiamo, ossia la sintesi.

I miei risultati sono difficilmente mostrabili, se non quando avremo delle tavole - o, meglio, delle sequenze - da mostrare.
Gianfranco, di suo, sta sperimentando su bozzetti, studi e quant'altro (e anche se non riguardano direttamente OWC, vi invito a visitare subito il suo blog per intuire meglio a cosa mi riferisco) .

Inoltre, entro un tot di tempo apriremo un blog dedicato esclusivamente a questo progetto.

storie e pantaloni corti


Per tutta una serie di motivi importanti, era da un paio di mesi che avevo preso le distanze da OWC. Un po' per necessità e un po' per scelta, ne sono uscito e ho cominciato a fare come se non ci fosse.
Oddìo, non è che ho un cervello che riesce a ragionare per compartimenti stagni, ma ho provato a guardare ciò che stavamo facendo con Gianfranco da un punto d'osservazione diverso, esterno e utile a far risaltare eventuali storture altrimenti invisibili a distanza ravvicinata.

Da un paio di giorni, invece, abbiamo ripreso il cammino, ci siamo riavvicinati ai protagonisti, alla vicenda e - come sempre riguardo OWC - ho provato una serie di sensazioni inedite (data la mia poca sperienza), anche se a loro modo contraddittorie, sospese com'erano fra l'adrenalinico più elettrizzante e una sottile forma di fastidio.
Se le prime, com'è naturale, mi sono sembrate spiegabili, le seconde mi hanno spiazzato, almeno fino a quando non ne ho individuato i motivi, almeno quelli che mi sembrano i motivi più plausibili.

E quando le parole non sono sufficienti, le metafore sono utilissime: io soffro tremendamente il caldo e d'estate non riesco davvero a indossare i jeans. Proprio mi soffocano. Gli stessi pantaloni indossati fino a qualche giorno prima, all'aumentare della temperatura mi sembrano insopportabili e ho bisogno di passare ai pantaloni corti. Pratici e freschi.

E' arrivata l'estate anche per OWC, ho bisogno di qualcosa di più pratico, comodo. Devo solo alleggerirmi di qualcosa per continuare a lavorare con lo stesso trasporto di prima e questo qualcosa è ciò su cui mi sto concentrando con curiosità in questi giorni.

sovraccarico


OWC procede e procede secondo la tabella di marcia che con Gianfranco abbiamo stabilito.
Da qui a fine agosto dovremo realizzare fra le 15 e le 20 tavole al mese (un bel gruzzolo davvero) e fino ad ora siamo attorno a quota 15, almeno per quanto riguarda le tavole disegnate.
Io personalmente ho chiuso il primo blocco di 24 che - più o meno - corrisponderà al primo capitolo della storia (strutturata su quattro capitoli).

La scorsa settimana ho iniziato a stendere le prime pagine del secondo capitolo, ma è da qualche giorno che ho preferito sospenderne la scrittura perchè mi trovo in una fase di eccesso di immagini, parole, momenti da raccontare che sta rischiando di confondermi.
Niente di allarmante, ci mancherebbe, meglio l'abbondanza che l'esatto opposto, però ho ritenuto meglio distaccarmi per un momento dalla storia, fermarmi a guardarla un po' da lontano e non pensarci, così da far decantare il tutto e riaffrontarla con ciò che rimane a galla, che - in teoria - dovrebbe essere ciò che per questa sarà davvero necessario e utile.

Fino ad ora ho scritto quasi esclusivamente storie brevi e non mi ero mai impegnato in un lavoro così lungo. Ovvio che sia stimolante, soprattutto perchè già da questi primi passi (30 tavole su un centinaio...) mi sta facendo capire l'importanza di non perdere di vista il risultato finale che con Gianfranco ci siamo proposti.


L'aspetto più esaltante sta nel fatto che nei momenti di difficoltà, in cui - ad esempio - le vicende necessitano di una variazione rispetto al soggetto, ci stanno venendo in soccorso le caratteristiche stesse dei personaggi o l'essere consapevoli di ciò che vogliamo raccontare.
Le risposte, a tutt'oggi, stanno sempre là.

ritmi frenetici


Il
ritorno da Mantova è stato contraddistinto da dei ritmi forzatissimi e intensissimi.



Il lavoro finale di supervisione di Killer Elite 2, la quest per un nuovo disegnatore che sostituisse uno sparito nel nulla e, soprattutto, OWC.
Riguardo KE2, a parte alcune sfumature marginali, si può dire che il lavoro è concluso e ne sono soddisfatto: presto, o qua o sul blog del fumetto, posterò qualche preview di Andrea e di Gianfranco.




Inoltre, sempre in tandem con Gianfranco, da martedì scorso abbiamo cominciato il lungo percorso che seguiremo in vista della realizzazione di OWC, una storia davvero molto lunga e che per i prossimi mesi ci costringerà a dei ritmi di lavoro piuttosto sostenuti.
Siamo partiti davvero al meglio ed entro fine mese dovremmo riuscire ad aprire un blog dedicato a questo progetto.


prove tecniche d'atmosfera




Tre vignette a matita tratte da OWC e rubacchiate al blog di Gianfranco.
Provate a guardarle ascoltando la voce calda e suadente di Julie London che interpreta Cry Me a River (uno dei titoli fra i quali abbiamo scelto quello definitivo nascosto nell'acronimo OWC) e avrete un'idea dell'atmosfera che aleggerà in gran parte della storia.

con la testa bassa



Tempo fa accennavo al fatto che il 2007 sarà per me un anno molto faticoso, da vivere nella costante ricerca del perfetto equilibrio.

Questo perchè, per la prima volta, mi troverò ad affrontare una storia di ragguardevole lunghezza e che avrà necessità di tutta la lucidità possibile per essere raccontata nel modo migliore.

L'acronimo del titolo è OWC e si tratta di una storia nata davvero per caso, incontro di due storie molto brevi, e che è rimasta ad aspettare un anno buono nella sua cartella, finchè non ha trovato la persona giusta con cui darle forma sempre più precisa.
Quella persona è Gianfranco e già qualche volta, negli scorsi mesi, ho fatto riferimento più o meno diretto al lavoro che stiamo svolgendo e all'impegno che stiamo riversando in questa bella scommessa.
Una scommessa su noi stessi e sulle nostre capacità, ma soprattutto sull'esaltante bisogno di vedere concretizzare il percorso che abbiamo intrapreso.
Ci sarà da lavorare tanto, tantissimo, con testa bassa sulla tastiera e sui fogli da disegno, almeno fin quando non sarà necessario fare il punto per cercare di capire come arrivare fino in fondo.

Lo so, qualcuno storcerà il naso per tutto questo parlarsi addosso, ma in questo spazio mi piace fissare i momenti importanti del mio modo di vivere il fumetto.
E questa storia è uno dei più importanti.

Prendetelo come un modo per stabilire di volta in volta dei punti di non ritorno, un'assunzione di responsabilità sempre più impegnativa cui fare riferimento in quei momenti in cui l'inadeguatezza, le incertezze, i dubbi e i limiti cui dovrò/dovremo far fronte mi/ci dovessero spingere a mollare la presa.

Un buon appoggio per tenere l'equilibrio.


Qua, sul blog di Gianfranco, potete farvi un'idea del suo sguardo sulla storia e vedere qualche altra immagine.