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18:36 [emo] 14 Comments


- Mi segui o devo ripetertelo?
- Ti seguo, ti seguo...
- Non mi sembra proprio, hai lo sguardo perso e...
- Ho detto che ti seguo, cristo!
- Cristo e madonne non c'entrano, qua mi gioco il culo io e te lo giochi pure tu. Se a te va bene correre il rischio, a me non va bene proprio per niente. Chiaro?
- Chiarissimo. Continua.
- Dov'ero rimasto?
- Non lo ricordo... stavi parlando tu...
- Allora vedi che non eri attento? Vedi che ho ragione?!
- Oddio, ma scherzi o sei serio? Continua e basta!
- No, no, no! Io non continuo proprio per niente finchè non ho tutta la tua attenzione.
- Ma ce l'hai, perdìo! Parla!
- Te lo leggo negli occhi che non hai capito niente.
- Allora li chiudo e li riapro solo quando hai finito con la spiegazione. Ecco, vedi? Sono chiusi. Parla, così non ti distrai.
- Ah, sarei io quello che si distrae, eh? Ora sarei io quello con le pigne in testa?!
- Sto per avere un cazzo di ictus. Se non continui a parlare mi dò fuoco e poi mi giro il collo da solo.
- Non fare lo spiritoso, guarda che la situazione è seria. Non siamo qui per giocare.
- ALLORA PARLA! PARLA!
- Non urlare, cazzo. Ci sentono!
- Ci sentono? Ma chi vuoi che ci senta? Altro che pigne in testa, tu c'hai sabbia compressa in quella testa. Te lo dico sottovoce e con educazione: parla, sono tutt'orecchi, pendo completamente dalle tue labbra.
- ...
- Dimmi che ti ricordi cosa dovevi dirmi. Dimmi che non ti sei dimenticato tutto quello che dovevi spiegarmi. Dimmi che non siamo qua in mezzo al nulla senza sapere come tornare indietro.
- ...
- Non ho parole. Di tutti i coglioni dovevo incrociare la strada del prototipo dei coglioni.
- No, aspetta, forse ora mi torna in mente... ho bisogno solo di qualche minuto.
- Figurati, fai con comodo. Tanto qua siamo e qua stiamo. Anzi, sai che ti dico? Io mi siedo, mi metto comodo e penso alle mie cose. Quando avrai ripreso il bandolo della matassa, avvisami. Io non mi muovo da qui, te lo prometto.
- Mi dispiace, mi dispiace davvero.
- No. Non dire nulla. Non dire niente fino a quando non ti sarà tornato in mente tutto.
- Ok, va bene.
- Ecco, bravo. Bravissimo.
- Però scusami, davvero.
- Ho detto zitto. Zitto!
- Ok, ok. Sto zitto.
- Bene.
- Bene. Ora penso.
- Zitto!!!
- Sei troppo aggressivo, così non riesco a concentrarmi.
- Ho capito, è semplice come le cose più semplici: sei semplicemente scemo.
- Ma perchè m'insulti?
- Preferisci che ti spari?
- No. Chiaramente no.
- Allora sai quel che devi fare. Fallo. Pensa e basta.
- D'accordo, ma...
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rolling cast

17:21 [emo] 11 Comments

Il bel Wertherino e la ele mi hanno passato la patata bollente dell'estate: ipotizzare il cast del film della propria vita.
Senza frapporre indugio alcuno, passo immantinente alle facce. E che facce.


sceneggiatura: Kevin Smith

regia: lo zio Clint

E.T. nel ruolo di Manuel

Mattew Lillard nel ruolo di Gian Giorgio

Barbara De Rossi nel ruolo di Sarah

Frankie Hi Energy nel ruolo di Antonio

Fabio Celoni nel ruolo di Simone

Jeff "The big Lebowsky" Bridges nel ruolo di Werther

Emily Watson nel ruolo di Flavia


Anna Kanakis nel ruolo di Sara

Samantha De Grenet nel ruolo di Manuela

Oliver Platt nel ruolo di Sandrone
io nel ruolo di me medesimo, ma nella versione di Trey Parker e Matt Stone

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my (very) own private cinema

09:32 [emo] 16 Comments


Non ho mai avuto una passione particolare per l'Uomo di latta della Marvel, ma in più di una circostanza mi ci sono avvicinato con grande curiosità e con ottima soddisfazione (penso, in particolare, a cicli come La guerra delle armature o il recentissimo Extremis).
Col partire della pletora di cinefumetti (termine orribile e proprio per questo fighissimo) ho però atteso da subito un adattamento di Iron Man.

Nelle sale l'ho perso e ho dovuto affidarmi al cinema d'essai (hem...).
Jon Favreau fa un lavoro piuttosto convincente, senza perdersi in virtuosismi accecanti e affidandosi quasi completamente all'estrema bravura mimetica di uno straordinario Robert Downey Jr. e alla resa degli effetti speciali: Iron Man è quanto di più realisticamente impressionante ci si potesse aspettare (a differenza del pupazzo verde qua sotto).
Una regia asciutta, che non incespica minimamente a livello di narrazione nei momenti più concitati, è il pregio migliore dell'operato di Favreau e gli si perdona una sceneggiatura non molto convincente (un brutto buco all'inizio, dei dialoghi a volte da brividini e un cattivo - Jeff Bridges - parecchio debole).

Il film che merita ancor di più la visione è però quello di cui parlerò nel prossimo post...

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