Paolo Boscolo è un aspirante disegnatore che si è divertito a omaggiare le atmosfere di Rusty Dogs con l'illustrazione che vedete sopra. Ringrazio Paolo per il bel pensiero e torno nel letargo bloggoso.
Chi ancora non avesse avuto modo di essere investito dallo spam che ho scatenato fra ieri e oggi, QUApuò rifarsi immediatamente e andare incontro all'onda...
Jacopo Jaques Vecchio è un bravo autore che ho conosciuto internettianamente tempo fa e col quale c'eravamo ripromessi di fare qualcosa insieme, solo che poi il tempo è passato e non se n'è fatto nulla.
Alla fine, però, seppur molto indirettamente, ci siamo riusciti, nel senso che Jacopo ha voluto fare un omaggio a Rusty Dogs e mi ha regalato la storia che potete leggere qua sotto. Dire che il gesto mi ha inorgoglito e fatto piacere è decisamente poco.
Spero che la storia vi piaccia tanto quanto è piaciuta a me per come riesce a riprendere le atmosfere di Rusty Dogs pur distanziandosene.
Per chi abbia la strana e morbosa attenzione per ciò che posso rispondere a delle domande che mi vengono poste, ecco un'occasione imperdibile: un'intervista a cura di Enrico Ruocco su Guide SuperEva.
E' con un certo piacere che vi segnalo la presenza di Rusty Dogsnella rosa di candidati al ComicUS Prize per il Miglior e-comic italiano.
La lotta è particolarmente ardua, dato che gli altri nomi in lizza sono le strisce di Makkox, A Panda piace e Ravioli Uestern, ma è già una bella soddisfazione stare in questa buona compagnia.
Se voleste dare la vostra preferenza a Rusty Dogs, però, dovete essere iscritti al forum di ComicUS.
Una volta iscritti, dovreste andare semplicemente QUI.
Giusto per giocare fino in fondo, eccovi le mie scelte (che potreste anche considerare dei suggerimenti di voto):
01 - Miglior comic book Marvel/Icon/Max Criminal
02 - Miglior comic book Dc/Wildstorm All Star Superman
03 - Miglior comic book Vertigo/Dark Horse Scalped
04 - Miglior comic book Image The Walking Dead
05 - Miglior altro fumetto anglosassone Jimmy Corrigan
06 - Miglior fumetto italiano formato Bonelli Caravan
07 - Miglior graphic novel italiano L’Era dei Titani
08 - Miglior altro fumetto italiano Factory Y
09 - Miglior manga Pluto
10 - Miglior altro fumetto straniero Anatomia del Desiderio
11 - Miglior ristampa Contratto con Dio
12 - Miglior e-comic italiano --
13 - Miglior e-comic straniero --
14 - Miglior casa editrice italiana Sergio Bonelli Editore
15 - Miglior casa editrice straniera DC Comics
16 - Miglior scrittore comic-book Ed Brubaker
17 - Miglior scrittore italiano Roberto Recchioni
18 - Miglior scrittore manga Naoki Urasawa
19 - Miglior altro scrittore straniero Robin Wood
20 - Miglior disegnatore comic-book Eduardo Risso
21 - Miglior disegnatore italiano Massimo Carnevale
22 - Miglior disegnatore manga Naoki Urasawa
23 - Miglior altro disegnatore straniero François Boucq
24 - Miglior copertinista italiano Massimo Carnevale
25 - Miglior copertinista straniero James Jean
26 - Miglior autore unico italiano Gipi
27 - Miglior autore unico straniero Darwin Cooke
28 - Miglior sito italiano dedicato ai fumetti Fumetti di Carta
29 - Miglior sito straniero dedicato ai fumetti Comic Book Resources
30 - Miglior film tratto da un fumetto Iron Man
UPDATE Rusty Dogs non gliel'ha fatta ed è arrivato secondo.
Va benissimo così e - anzi - il risultato è più che positivo, ben oltre quello che ci si poteva obiettivamente aspettare da un fumetto così "giovane". Colgo l'occasione per ringraziare sinceramente tutti coloro che hanno votato Rusty Dogs.
E complimenti a Ravioli Uèstern e a Pierz per la vittoria.
Domani parto per Lucca. Per la prima volta farò tutti e quattro i giorni di fiera, quindi spero di riuscire a incontrare tutte le persone che vorrei (ri)vedere.
Sarò prevalentemente in giro, ma farò capo spesso allo stand degli amici della Double Shot (almeno finchè non si rompono le palle e mi cacciano).
Per chi non sarà a Lucca, spero che questo possa essere un buon palliativo. Altrimenti mi permetto di suggerire qualche soluzione alternativa come guardare questo (appena uscito a noleggio), leggere questo (sì, lo so che è uscito da anni), questo (appena uscito in economica) o ascoltare questo (e sì, so che anche questo è uscito da un bel po').
Mi piace Kevin Macdonald. Mi è piaciuto L'ultimo re di Scozia, m'è piaciuto il documentario Il nemico del mio nemico e m'è piaciuto molto anche questo State of play. Macdonald non ha paura di affrontare l'intuibile perchè si fa forte di una sceneggiatura che garantisce la giusta suspense e delle buone sorprese, non ha paura ad avere nel cast la faccia da triglia lessa di Ben Affleck perchè sa che può contare sui rotoli di ciccia e la buona lena di Russell Crowe. Non dipende da lui, ma vedere oggi, in Italia, un film del genere, non può non strappare qualche risata o scatenare qualche fiotto di bile.
Leggo Pulp libri #81 e la recensione su Il gusto del cloro mi rimane impressa per due passi in particolare:
- "(...) Leggendolo, però, ho ripensato alla pulizia dei disegni di Moebius - alla sensazione di semplicità che mi hanno trasmesso le prime volte in cui li ho avuti tra le mani - a quell'impressione quasi di ovvietà che è il risultato di un estremo lavoro di sottrazione e di sintesi e che risponde a un bisogno di chiarezza che ha a che fare con la concentrazione o, volendo, con il misticismo."
La pulizia dei disegni di Moebius. Bastien Vivès. Come dire: sono entrambi francesi, avranno per forza qualche punto di contatto.
- "Con Il gusto del cloro Bastien Vivès ha vinto numeriosi premi; ora in Francia le sue pubblicazioni si susseguono, e devo dire che le aspetto con curiosità .".
Finalmente qualcuno che dice ciò che c'è da dire e che non si tiene nulla. La recensione è firmata da Caterina Grimaldi.
Pubblicato in Italia da Free Books in coda al volumeTag, questo 10 di Keith Giffen e Andy Kuhn è un giochetto di poche pretese che strappa qualche sorriso e diverte per un congruo numero di pagine. Una in più e sarebbe scattata la fase orchitica. Bei disegni.
Metti che vuoi caratterizzare un cattivo. Metti che c'è qualcuno che ne ha già visualizzati a pacchi con un approccio lombrosiano che ha del commovente.
Ieri sono stato per la prima volta a un concerto di Ivano Fossati, autore che conosco pochissimo e che per quel pochissimo ho sempre però apprezzato molto.
Dopo ieri si è reso necessario e imprescindibile recuperare l'intera discografia quanto prima. Accompagnato da dei musicisti di grande bravura - fra i quali ha spiccato per classe e inimmaginabili doti ginniche il bassista a molla Max Gelsi - Fossati ha naturalmente eseguito dei pezzi dall'ultimo album, Musica moderna, ma ha anche ripercorso parte del repertorio più vecchio, andando a ripescare l'attualissima La crisi (del '79...) e proponendo un pezzo rieseguito dal vivo solo di recente, Di tanto amore.
Non conoscevo Discanto (il video lassù) ed è il pezzo che mi è piaciuto di più: non so se ce le ho volute vedere solo io, ma è così denso di immagini noir e metropolitane che potrebbe fare tranquillamente da tema portante per un fumetto o un film. Se invece arrivo buono ultimo ad accorgermene, compatitemi.
Ho anche finito di vedere l'ultima stagione, la settima, di 24, insieme a I Soprano e The Shield la mia serie preferita di sempre. Da qui in avanti considerate il rischio concreto di calpestare qualche spoiler, quindi procedete a vostro rischio e pericolo e non venite poi a pulirvi sul mio zerbino.
Si sarebbe dovuto trattare dell'ultimo appuntamento con Jack Bauer & c. e invece lo ritroveremo anche in un prossimo Day 8.
Peccato, perchè è apparso chiaro fin dall'inizio, in questa settima stagione, il tentativo degli autori di dare coerenza a macro e micro subplot della trama orizzontale di 24 e di farli convergere in un unico e risolutivo snodo, senza con questo rinunciare alla consueta eruzione di colpi di scena: il ritorno di Tony Almeyda (anche se l'avrei potuto intuire) e di altri ottimi personaggi dei precedenti cast (tutti tranne quell'insopportabile stronza della figlia), l'avvicinamento di Jack a Washington grazie al cambio di location e l'apertura procedural della stagione (con Jack sul banco degli imputati, vero leit motiv metaforico di tutti gli episodi: che sia giusto o meno il suo continuo ricorrere alla tortura in funzione del bene superiore, il vero problema è quello di fare delle scelte con cui si è in grado di convivere).
Anzi, proprio in funzione del calibro di botti sparati a sorpresa, scommetterei un dito sul fatto che il finale di questa settima stagione sarebbe dovuto coincidere con la morte di Jack, ma la ri-impennata degli indici d'ascolto deve aver convinto la produzione delle potenzialità di un'ennesima stagione.
update
Dimenticavo. Ho pure visto Transformers - Revenge of the fallen. Il primo era stato una bellissima sorpresa, il secondo una mezza rovina confusa, involuta, insulsa. Michael Bay apre il gas, ma finisce subito la benzina : due ore e mezza di film lungo e noioso che manco Ben Hur. Tutta l'ultima parte nel deserto è girata alla grande, ma l'ora e mezza precedente è propellente puro per sbadigli a raffiche fotoniche. In effetti, messa così, la metafora della benzina stenta, ma è anche vero che stiamo parlando di Transformers 2, quindi va più che bene.
In realtà avevo un altro incipit per le mani, ma poi ieri ho trovato il blog indicato nel post qua sotto e non ho resistito alla tentazione di dirottare sulla prima tavola di Torpedo 1936.
I testi sono di Enrique Sanchez Abuli (come per tutte le altre storie del personaggio), mentre i disegni sono di quella sorta di monolito che rispondeva al nome di Alex Toth. Il personaggio è caratterizzato fisicamente in maniera molto diversa da com'è poi entrato nella Storia del fumetto, avendo Toth abbandonato la serie dopo il secondo episodio per lasciare i disegni a Jordi Bernet.
Fin da questa prima pagina Abuli e Toth delineano quelle coordinate entro le quali si muoverà la serie in tutto il lungo prosieguo.
Abbiamo il teatro, la New York di metà anni '30, abbiamo le figure archetipiche di un genere - quello gangsteristico - che viene riletto in chiave grottesca e abbiamo un protagonista che già alla prima didascalia si presenta per quello che è e - soprattutto - che sarà in tutta la serie: un meraviglioso, straordinario paraculo senza scrupoli. E col senno di poi, quanto programmatica in questo senso risulta essere tutta la prima vignetta, con quella silhouette di pistola e fondina a fare da quinta insieme al montante del letto e, in secondo piano, Torpedo che sta per fumare dopo l'amplesso).
In tutto questo - ma è facile dirlo avendo la consapevolezza del monumentale lavoro successivo di Bernet - mi permetto una bestemmia: forse lo stile di Toth non sarebbe stato alla lunga il più adeguato, ma rimane il fatto che in questa pagina il disegnatore dimostra tutta la sua sontuosa maestria nella sintesi, l'estrema misura dell'efficacia narratiiva, il fermo controllo dei bianchi e dei neri e l'ineguagliata eleganza del segno.
Capita ai migliori, figurati se non capita anche a te.
Ed è sempre una sensazione in bilico fra l'adrenalinico e il depressivo: hai tutti i tasselli e conosci la rotta da tenere, hai una paccata di appunti tale che ne utilizzerai inevitabilmente solo la minima parte, hai le migliori intenzioni, ma hai anche il terrore più cieco di esserti immerso in una cosa più grande di te, di non riuscire a gestire in maniera credibile ed efficace tutto il magma di immagini, suggestioni, facce, parole e azioni. Però, perso là in mezzo, sai quanto sia importante la scintilla che si sprigiona dal corto circuito di quelle due emozioni così agli antipodi e ti ritrovi con il paio di occhiali più belli attraverso cui sia possibile guardare e leggere il mondo che ti circonda.
NOTA: l'immagine qua sopra è stata piratata senza vergogna alcuna dall'ultimo numero di Internazionale, attualmente in edicola.
Tempo fa è partita una catena fra blog che invitata i contagiati a segnalare quelli che per loro fossero i migliori incipit di libri. Riprendendo quello spunto, da oggi - senza alcuna regolarità - mi divertirò a postare gli incipit dei fumetti* che maggiormente amo o ho amato. Non si tratta di una catena, nè ho ancora chiaro come organizzerò questa serie di post. A volte metterò solo la pagina, altre volte magari mi scapperà qualche riflessione.
In tre movimenti i due autori mostrano immediatamente ambiente, protagonista e quello che sarà uno dei personaggi più ricorrenti di tutta la serie.
Vignettone d'apertura, Alack Sinner con tutte le ombre giuste addosso, un gesto di confidenza evidente rivolto al barista e mentre questo versa, Alack ha già acceso la sua prima sigaretta.
Il tutto senza una parola, che non sarebbe servita perchè di quel bar si sente l'odore, la puzza di fumo, di quel bar vediamo le luci e di quei personaggi intuiamo già il carattere. Dopo, quando avremo letto l'intero episodio, questa pagina risulterà ancora più bella, efficace e potente nella sua estrema semplicità .
*su cosa possa essere considerato incipit per un fumetto (la prima pagina? la prima vignetta?) a tutti gli effetti penso si potrebbe discutere. Intanto - per me - è la prima pagina.
Secondo film di Muccino negli USA, secondo film con Will Smith protagonista (e co-produttore). Se La ricerca della felicità m'era sembrato incoraggiante e intravvedevo proprio a Hollywood una dimensione più consona per l'approccio di Gabriele Muccino al cinema, con questo Sette anime cade tutto e cade col tonfo: miele a catinelle, buonismo d'accatto della peggior specie (quello che origina nel e dal senso di colpa), regia un poco sciatta (qualcuno la chiama sensibilità europea, io in certi momenti avrei mandato avanti veloce per arrivare al punto), alcune location da spot di bassa lega (il prato con l'erba al vento... manco Mulino Bianco) e interpretazioni fin troppo in parte (...). E tanta tanta tanta noia.
Sbirri: un giornalista romano, dopo la morte per droga del figlio adolescente cerca di capire i retroscena dello spaccio di droga e si trasferisce a Milano per un'inchiesta che svolgerà affiancando un corpo speciale della Polizia che si muove in borghese nelle strade notturne (e non) del capoluogo lombardo. Uno pensa al regista e dice: vieni dai documentari, quindi apporterai la tua esperienza in termini di sintesi, efficacia narrativa, precisione d'intenti e di obiettivi. E in parte è vero, perchè finchè Roberto Burchielli racconta la strada, le relazioni fra giornalista e sbirri tutto più o meno sta in piedi (la parte più "docu"), quando però si allarga alle relazioni personali (alla parte più "drama" o "fiction"), soprattutto a quella fra il protagonista e la moglie incinta, la cosa si fa davvero mesta e funerea. E non per la morte del figlio dei due, ma per lo sfacelo di luoghi comuni, interpretazioni urlate in camera (Bova col crocifisso in bocca è duro da mandar giù), movimenti di camera da colpo apoplettico e regia porno-voyeuristica buona per qualche programma di Rai 2.
Ecco, questo m'ha sorpreso. Lo riconosco, soprattutto per le basse aspettative che avevo, ma penso che anche a una seconda visione il buono che c'ho intravvisto potrebbe reggere. Non ho francamente capito il titolo (.45... calibro di che?), ma poco importa. Gary Lennon prova a raccontare la violenza dentro le mura domestiche e il cammino di rivalsa e vendetta della vittima (una bravissima Milla Jovovich) in maniera non convenzionale pur rimanendo nell'alveo del genere crime, con un convincente (e rischioso) indugiare negli interni e pur inciampando in una brutta cazzata nella messa in scena dell'ultima sequenza (punta su un effetto sorpresa del tutto immotivato, date le premesse e la costruzione dei momenti precedenti dell'intreccio).
Sarò pazzo, ma a me Alejandro Gonzalez Inarritu piace e mi piace pure un sacco. Intanto, ha un nome fighissimo e poi perchè scrive bene e dirige meglio, prendendosi dei rischi enormi in termini di testo, sottotesto e regia. L'avevo scoperto con 21 grammi e riapprezzato con Babel, ma non avevo ancora visto questo Amores perros, il suo primo film, che già fa vedere tutta l'abilità di Inarritu nel tenere il controllo del racconto, nel far emergere tutte le voci del coro di personaggi con i giusti tempi e i giusti modi, nel lasciar crescere un sottotesto che ti rimane addosso per tanto tempo: non solo il peggio di un Messico lontanissimo dall'immagine festosa da cartolina, ma il peggio di una condizione umana (essere umano come animale, come miglior amico del cane) sull'orlo della perdita della speranza e con davanti solo la rassegnazione più frustrata e desolata.
Andrea Riccadonna-Disegnatore dal segno elegante e ligne claire, in costante divenire e che potete ammirare nella sua sinuosa efficacia nel bel David, uscito alla scorsa Lucca per Edizioni BD su testi di Stefano Ascari.
Andrea Voglino-Traduttore di provata e lunga esperienza, attento osservatore delle luci e ombre dell'italico mondo del fumetto. Collabora anche a De:Code.
Claudio Fattori- Claudio fa fumetti da più di dieci anni e associa l'attività di sceneggiatore a quella di graphic designer, compositing video & video editing, illustratore e modellatore 3D. Inoltre, insegna sceneggiatura.
Davide Costa- Come Bapho scrive di fumetti su Comcicsblog Come Davide Costa ho scritto un paio di storie per l'Eura. Come Bapho-Mouse cura il suo blog (imperdibili le recensioni di b-movies).
Estebans - I lavori di Estebans vanno vissuti e basta. Non servono parole.
Fabiano Zaino- Fabiano fa il grafico, ma non solo: illustrazioni, fumetti, siti web, racconti e nel tempo libero, scrive soggetti e sceneggiature per corto e lungometraggi.
Fabio D'Auria- Colorista di professione, disegnatore d'inclinazione. Finora ha lavorato per alcuni dei più importanti editori nazionali (Bonelli, Panini, San Paolo) e internazionali (Marvel, Soleil).
Fabrizio Fulio- Se avete la curiosità di sapere com'è quel romanzo noir o quel giallo che avete intravvisto in libreria, Fabrizio probabilmente l'ha letto e ne ha parlato sul suo imperdibile blog dedicato a noir e non solo.
Francesco Francavilla- Mano italianissima dietro Zorro e tutta un'altra serie di fumetti pubblicati oltreoceano. Ha un raffinato e stuzzicantissimo gusto per tutto ciò che è pulp (nell'accezione originaria del termine).
Francesco Mortarino - Un vero e proprio talento che i più attenti hanno avuto modo di vedere sul Dead Nation pubblicato da Edizioni BD (testi del socio di sempre, Andrea Gagna) e che tutti gli altri potranno apprezzare su Il professionista, il sul prossimo suo lavoro, questa volta sceneggiato da Stefano Di Marino e che verrà pubblicato in autunno sempre da BD.
RG - Fuori dal sistema di Pierre Dragon e Frederik Peeters Rizzoli/Lizard 15.00 €
Sulla bravura di Peeters non è che ci fossero dubbi (se non avete letto Pillole blu o Lupus, correte a farlo), ma l'idea di vederlo cimentarsi in un poliziesco mi ha lasciato inizialmente qualche dubbio. Dubbi spariti già a pagina 2, quando i suoi disegni e l'ispirazione di Dragon mi hanno catturato senza mollarmi un attimo prima della fine. Non certo per il ritmo della narrazione o per l'affastellarsi dei colpi di scena (molto lento ma costante, il primo, e quasi inesistenti, i secondi), ma per la capacità dei due autori di creare dei personaggi interessanti tanto da seguirli a prescindere, in sospeso tra fiction e life drama, in una storia semplicemente bella. E molto pure.
Joker di Brian Azzarello e Lee Bermejo Planeta/DeAgostini 13.95 €
Il personaggio di Joker è stato declinato un po' in tutte le salse e raccontarne le vicende potrebbe apparire velleitario. Non quando però al timone ci sono due autori del calibro e delle capacità di Brian Azzarello e Lee Bermejo. La chiave di lettura crime/noir che Azzarello dà nel caratterizzare tanto Joker quanto il restante pantheon di cattivoni batmaniani è vincente, anche quando si prende senza batter ciglio delle licenze mica da ridere (vedi Killer Croc). I disegni di Bermejo sono semplicemente ottimi e perfetti per le atmosfere create dallo sceneggiatore: un volume che avrebbe meritato una confezione più pulp e meno fighetta, ma queste sono quisquilie, dato che sulla ciccia c'è solo da esser contenti.
The Punisher: Valley forge, Valley forge di Garth Ennnis e Goran Parlov Panini Comics 13.00 €
Avevo già detto quanto di buono pensi del lavoro di Garth Ennis su Punisher e confermo anche dopo la lettura di questo Valley forge, valley forge: arrivati all'ultimo capitolo della sua gestione del personaggio, il bilancio finale conferma tutte le migliori cose possano essere dette sull'autore irlandese. Peccato solo che in questo caso proceda troppo per chiacchiere e troppo poco per fatti, tanto da costringere il pur fenomenale Parlov a un'esagerazione di talking heads e a una sovrabbondanza di inquadrature su striscia che ne sacrificano la maestria narrativa.
Promessa d'onore su Spider-man: La tela della follia di Bruce Jones e Lee Weeks La Gazzetta dello sport/Corriere della sera 8.99 €
A suo tempo m'ero persoPromessa d'onore, storia della serie Tangled web realizzata dal tandem Bruce Jones/Lee Weeks. L'ho recuperata nel volume della collana che Gazzetta e Corriere della sera hanno dedicato tempo fa a Spider-Man e pur nell'altalenanza fra momenti più riusciti e meno della storia (un po' stucchevole nello spunto e nella soluzione, banalotta nella definizione di molti personaggi), mantiene una sua gradevolezza, che si fa elevata bellezza nel momento in cui dovessi pensare unicamente ai disegni del (sottovalutatissimo) Lee Weeks, un disegnatore con parecchia classe nel segno e invidiabile arte nell'efficacia narrativa.
Phantom - L'uomo mascherato n.1 di Avenel, Bess, Lindahl, Darrel, Ewers, Bishop e Spadari Eura Editoriale 3.00 €
Alla notizia dell'uscita della serie son partito a cazzo dritto perchè per Phantom ho una passione/amore da delirium tremens che mi dovrebbe far meritare qualche chiacchierata con uno di quelli bravi, ma ciò non toglie che - in un recondito spazio del mio cervello - so ancora distinguere fra una storia raccontata bene e una serie di storiuccole rabberciate, stupidine, retoriche, rigonfie di politically correct. Peccato che spesso siano pure disegnate bene. Ribatto sullo stesso punto: qualche editore sarebbe interessato a un bell'antologico di omaggi al personaggio di Falk fatti come si deve?
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promemoria personali
"Perchè scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile."
"C'era una volta... e poi un giorno... e poi quando tutto sembrava andare per il meglio... e poi all'ultimo minuto... e vissero felici e contenti (ma anche no)."
David Mamet
Su questo cranio di scimmia. Su questo corpo di cane. Su questo modo di fare. Zibba
Fumetti noir, crime, hardboiled, gangsteristici e polizieschi reperibili in Italia