Il piccolo volo di Leonardo
09:26
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Kleiner
Flug è il nome di una piccola e intraprendente nuova casa editrice,
fondata da quell'impenitente entusiasta camuffato da brontolone che
risponde al nome di Alessio D'Uva
e che ha appena spiccato il volo nei cieli inquinati del fumetto
italiano. Kleiner Flug vuol dire piccolo volo, in lingua ti cermania.
Kleiner Flug si occuperà di un sacco di cose belle delle quali potete
farvi un'idea qui www.kleinerflug.com.
Una di queste cose belle riguarda la collana Prodigi fra le nuvole, che
sarà dedicata alle biografie di italiani illustri. Io mi occuperò - con
tutta la strafottenza e incoscienza di cui sono capace - di quella di
Leonardo da Vinci. Nientemeno.
Montgomery
10:43
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Montgomery aveva i capelli leccati, come se glieli avesse messi in piega la lingua lenta e umida di bava-gel di una mucca gigante. A Montgomery piacevano le mucche per la loro placida ottusità e non gli sarebbe sembrato disdicevole tenerne una in bagno pronta per l'uso. Più che altro, non si sarebbe capacitato di come farla entrare nel suo piccolo bagno, in cui lui stesso - mingherlino e affilato - a volte faticava a non urtare gli spigoli. Era una vita così, la sua, fatta di considerazioni e pensieri sghembi. Sghembo era il pizzetto che percepiva regolare, sghembo era l'accostamento fra la camicia in flanella a quadrettini e abbottonata fino al collo abbinata alla giacca di velluto a righe. E sghembo era soprattutto il suo camminare scalzo anche d'inverno, anche se pioveva. Montgomery andava incontro alle cose senza farsi troppe domande, non lo smuovevano gli sguardi delle persone che lo vedevano come il più classico degli strambi, anche per quei pantaloni di quattro misure più grandi del necessario e per le bretellone sgargianti. Un clown senza trucco, senza nasone rosso, senza scarpe abnormi. Montgomery non si curava delle reazioni, a lui interessava solo una cosa: non calpestare l'ombra di nessuno e cercare in ogni modo di riuscire a vedere l'altra faccia della propria.
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"Perchè scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile."
Fabrizio De Andrè
"Non mi piace l'autocommiserazione dell'artista, la sua bramosia di suscitare pena e simpatia raccontando quanto sia dura fare l'artista. E' forse più duro che lavorare in una miniera in Bolivia? Perché parlare sempre di sciocchezze, quando si dovrebbe ringraziare il signore per averti dato un lavoro piacevole? Certo che è difficile produrre parole in eterno, ma è molto più facile che produrre sudore su questa terra. Quando sento un artista lamentarsi mi vien da aprire il cassetto ed estrarre il mio revolver. Il grande problema di tutti noi è che consideriamo l'arte più di quello che effettivamente è. La eleviamo ad altezze che non le competono, a giochi ridicoli: l'arte di parlare dell'arte. Dovremmo limitarci a produrre lavoro e lasciare che siano l'applauso e l'amore della gente i migliori e unici giudici. Tutto il resto sono autocommiserazione, vanità danzante, egocentrismo, preoccupazioni inutili. L'arte non è religione, a certe altezze accusa capogiro."
Leonard Cohen
"C'era una volta... e poi un giorno... e poi quando tutto sembrava andare per il meglio... e poi all'ultimo minuto... e vissero felici e contenti (ma anche no)."
David Mamet
Su questo cranio di scimmia. Su questo corpo di cane. Su questo modo di fare.
Zibba
Fabrizio De Andrè
"Non mi piace l'autocommiserazione dell'artista, la sua bramosia di suscitare pena e simpatia raccontando quanto sia dura fare l'artista. E' forse più duro che lavorare in una miniera in Bolivia? Perché parlare sempre di sciocchezze, quando si dovrebbe ringraziare il signore per averti dato un lavoro piacevole? Certo che è difficile produrre parole in eterno, ma è molto più facile che produrre sudore su questa terra. Quando sento un artista lamentarsi mi vien da aprire il cassetto ed estrarre il mio revolver. Il grande problema di tutti noi è che consideriamo l'arte più di quello che effettivamente è. La eleviamo ad altezze che non le competono, a giochi ridicoli: l'arte di parlare dell'arte. Dovremmo limitarci a produrre lavoro e lasciare che siano l'applauso e l'amore della gente i migliori e unici giudici. Tutto il resto sono autocommiserazione, vanità danzante, egocentrismo, preoccupazioni inutili. L'arte non è religione, a certe altezze accusa capogiro."
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"C'era una volta... e poi un giorno... e poi quando tutto sembrava andare per il meglio... e poi all'ultimo minuto... e vissero felici e contenti (ma anche no)."
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