Non è un paese per vecchi

14:48 [emo] 13 Comments


Nonostante faccia il libraio, una delle mie abitudini irrinunciabili è quella di acquistare comunque libri anche in altre librerie.
In questo caso, m'è capitato di incrociare Non è un paese per vecchi alcuni mesi fa nella libreria di un aeroporto, mentre ero alla ricerca di tutt'altro.

Non conoscevo McCarthy se non per sentito dire, sono stato attirato dal colore accecante della copertina e, secondo livello d'attrazione, dal titolo.
Vuoi perchè proprio in quel periodo stavo cominciando a chiarirmi molto meglio le idee su OWC, vuoi perchè la quarta di copertina ha fatto il suo dovere, vuoi perchè avevo la curiosità di leggere qualcosa di un autore di cui non avevo mai letto niente, ho acquistato il libro.

Ho cominciato a leggerlo durante il volo Alghero-Milano, con l'intenzione di finirlo fra l'andata e il ritorno, ma dopo le prime 30/40 pagine ho preferito cercare di dimenticarmi del volume e di ciò che raccontava, troppo vicino a ciò di cui volevo raccontare con OWC, almeno così mi sembrava allora.
Son passati i mesi, il progetto con Gianfranco ha preso una strada molto diversa e, nel frattempo, non riuscivo nemmeno più a trovare il libro.
E' risaltato fuori casualmente mentre riordinavo la libreria per l'incontro di presentazione di Garrett e mi sono quindi ripromesso di riaffrontarne la lettura, soprattutto per assecondare le particolari alchimie che sottendono il perchè, a volte, scelga di leggere un libro piuttosto che un altro. Ma a questo discorso, magari, dedicherò un post in futuro.

Rubo la trama dalla quarta di copertina del volume:

nel Texas dei nostri giorni, lungo il confine con il Messico, si incrociano i destini di tre uomini. Uno di loro sta fuggendo con una borsa piena di dollari, gli altri due lo inseguono. Due sono ancora legati ai vecchi valori della frontiera, il terzo incarna il male assoluto che distrugge ogni cosa sul suo cammino. Tutti agiscono spinti da una necessità ineluttabile, da leggi che nessuno ha il potere di cambiare, in un mondo dove solo gli spietati sopravvivono e dove si può scegliere soltanto «in quale ordine abbandonare la propria vita».


Dire che ho divorato le 250 pagine in un amen è poco.

McCarthy ha uno stile talmente asciutto ed essenziale che sembra una lama affilatissima, t'entra dentro a far sconquassi e nemmeno te ne accorgi.
McCarthy non descrive, mostra (don't tell, show!).

Le sue scelte lessicali sono pallottole, l'aggettivazione misurata il loro calibro calcolato al millesimo, il senso secco della frase e del dialogo la capacità di fuoco ritmatissima, anche grazie all'accorto e parsimonioso ricorso alla metafora.
La scrittura di McCarthy è fortemente iconica, cruda, e l'autore texano (d'adozione) amministra le ellissi di montaggio, climax ed anticlimax con una maestria addirittura irritante per quanto appaiono perfette.

McCarthy scrive di genere nell'accezione più pura ed esaltante: western, thriller e noir convivono alimentandosi vicendevolmente, intrecciandosi e nascondendosi l'un l'altro, impregnando personaggi, ambientazioni e atmosfere, mutano le proprie regole codificate in un finale (considerate il termine nel suo significato più ampio possibile) sorprendente e stordente.

I temi, poi, sono dei più golosi: la frontiera (geografica ed etica, morale), la tentazione irresistibile, la libertà come libertà di ferocia, la decadenza dell'impero, la rilettura malinconica dei valori di allora, la necessità della scelta, la spietatezza umana e la spietatezza del tempo, la fuga come ricerca e scoperta di un nuovo sè, la vecchiaia, la verità vera e la verità filtrata.

Se state ancora leggendo questo lungo e disordinato sproloquio, chiudo con l'ultima sparata: andate dal vostro libraio di fiducia, acquistate o ordinate Non è un paese per vecchi, leggetelo e - se non dovesse piacervi - vi restituirò i soldi.
Io, nel frattempo, ordino tutti gli altri libri del mio nuovo scrittore preferito.


titolo: Non è un paese per vecchi [titolo originale: No Country for Old Men]
di: Cormac McCarthy
traduzione: Martina Testa
editore: Einaudi
pagine: 254
prezzo: 17 €


13 commenti:

Anonimo ha detto...

bene il titolo Elliottiano

Davide Barzi ha detto...

In effetti ho letto la segnalazione del libro sull'ultimo almanacco del west e mi aveva molto molto incuriosito... dovrò proprio leggerlo...

Arioch ha detto...

ok mi hai convinto! Ce l'ho in biblioteca, ma ho sempre un po' di timore a leggere autori moderni! Paura di essere un poco delusa! sono rimasta un po' troppo calcificata nel passato! E' ora di picconarmi un po' :)

Anonimo ha detto...

Ti consiglio Meridiano di Sangue, tanto per stare allegri.
Ho pensato non so quante volte a che incredibile fumetto ne verrebbe fuori, potendo acquistare i diritti (e se qualcuno non l'ha già fatto...)

[emo] ha detto...

@davide> spero mi farai sapere che ne pensi, son davvero curioso di conoscere il tuo parere.

@arioch> fai qualche titolo del passato! :)
se rimarrai delusa da McCarthy, la mia promessa del topic è valida. Ma penso di cascare sul morbido.

@ago27> ho ordinato tutti i titoli disponibili e procederò cronologicamente nella lettura, ma "Meridiano di sangue" mi è già stato segnalato da più parti come un buon punto da cui partire.
Riguardo la trasposizione a fumetti, se la scrittura di McCarthy in quel titolo è solo simile a quella adottata per "Non è un paese per vecchi", capisco benissimo cosa intendi quando parli di "fumettabilità": mi riferivo anche a quello quando l'ho definita iconica.

Flavio ha detto...

Lo sai che i Coen ne traggono un film, vero?

Qui qualche info in più:
http://www.imdb.com/title/tt0477348/

[emo] ha detto...

@neikos> si, sapevo, ma grazie per averlo specificato, così - se qualcuno che passa di qui dovesse esserne all'oscuro - ora lo saprà di sicuro ;)

Anonimo ha detto...

Mi hai convinto: lo compro.
Non domani ma fra qualche settimana, dato che devo finire "brooklin senza madre" di Jonathan Lethem (Bellissimo!) e poi attaccare con "i bambini di pinsleepe" di Jonathan Carroll (a quanto pare se non si chiamano jonathan non li vogliamo...)

[emo] ha detto...

@armaduk> se ti conosco un minimo minimo minimo, ti piacerà quanto è piaciuto a me.
mi sono appuntato i tuoi titoli.

Anonimo ha detto...

mi sono appuntato i tuoi titoli.

Uàu! grande!
Se vuoi leggere Carroll ti consiglio però di cominciare con "il paese delle pazze risate". In una parola: folgorante.

Antonio ha detto...

Sai che a me, alla fine, non è piaciuto?
Certo, ha i suoi momenti, Chigurh è un ottimo personaggio, però...
meglio il Ballard di Kingdom Come.

Antonio ha detto...

p.S.: i tuoi soldi non li voglio...

[emo] ha detto...

Antò, come mai non t'è piaciuto?