Montgomery

10:43 [emo] 0 Comments

 
Montgomery aveva i capelli leccati, come se glieli avesse messi in piega la lingua lenta e umida di bava-gel di una mucca gigante. A Montgomery piacevano le mucche per la loro placida ottusità e non gli sarebbe sembrato disdicevole tenerne una in bagno pronta per l'uso. Più che altro, non si sarebbe capacitato di come farla entrare nel suo piccolo bagno, in cui lui stesso - mingherlino e affilato - a volte faticava a non urtare gli spigoli. Era una vita così, la sua, fatta di considerazioni e pensieri sghembi. Sghembo era il pizzetto che percepiva regolare, sghembo era l'accostamento fra la camicia in flanella a quadrettini e abbottonata fino al collo abbinata alla giacca di velluto a righe. E sghembo era soprattutto il suo camminare scalzo anche d'inverno, anche se pioveva. Montgomery andava incontro alle cose senza farsi troppe domande, non lo smuovevano gli sguardi delle persone che lo vedevano come il più classico degli strambi, anche per quei pantaloni di quattro misure più grandi del necessario e per le bretellone sgargianti. Un clown senza trucco, senza nasone rosso, senza scarpe abnormi. Montgomery non si curava delle reazioni, a lui interessava solo una cosa: non calpestare l'ombra di nessuno e cercare in ogni modo di riuscire a vedere l'altra faccia della propria.

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